Sabato 18 Maggio 2024

22.04.23 KZ_Mauthausen, ingresso Usa 5.5.1945Alla festa per la liberazione dal nazismo, che in Austria quest’anno sarà celebrata il 15 maggio nell’ex campo di sterminio di Mauthausen, non ci saranno rappresentanze ufficiali di Russia e Bielorussia. Non sono state invitate e, per essere certi che non saranno presenti, è stato rivolto loro un invito a non farsi vedere. Nel messaggio, ovviamente, si è usato un linguaggio più diplomatico. Willi Mernyi, presidente del Mauthausen-Komitee Österreich (Mkö), ha riferito che gli ambasciatori di entrambi gli Stati “sono stati pregati”, con una mail personale, di non prendere parte alla cerimonia.

Si tratta di una esclusione clamorosa e senza precedenti. Russia e Bielorussia erano parte dell’Unione Sovietica, che con grande sacrificio di vite umane aveva contribuito alla liberazione dell’Europa dal nazismo. Anche alla liberazione dell’Austria. Alla commemorazione di Mauthausen, che si ripete ogni anno dal 1945, delegazioni dei due Paesi avevano sempre preso parte.

L’esclusione decisa questa volta è stata spiegata dal Mauthausen-Komitee in un documento redatto insieme con il Kz-Gedenkstätte Mauthausen e con il Comité International de Mauthausen. Parte con una premessa in cui si ricordano “gli enormi sacrifici” che l’Unione Sovietica, insieme con gli altri Alleati, aveva sopportato nella battaglia contro il nazionalsocialismo e per la liberazione di molti campi di concentramento”. Sacrifici “indimenticabili per tutti i tempi e parte inscindibile della storia del nostro continente”.

Dal passato al presente e alla guerra di aggressione all’Ucraina, che i firmatari del documento “non possono non condannare con assoluta chiarezza per l’ingiustificata violenza esercitata e per le gravissime violazioni dei diritti umani”.

Viene poi fatta menzione della prima festa per la liberazione del lager di Mauthausen, celebrata il 16 maggio 1945 (i soldati americani avevano aperto le porte di quel campo soltanto 10 giorni prima). I sopravvissuti all’orrore nazista ancora in forze si radunarono nel piazzale dell’appello. Più che una festa, si era trattato di un ultimo incontro di saluto, prima di lasciare Mauthausen per far ritorno nei rispettivi Paesi. I sovietici sarebbero stati i primi a partire, proprio il giorno successivo.

In quell’occasione nel piazzale fu letto un appello solenne, in seguito conosciuto come il “giuramento di Mauthausen”. Vi si dice tra l’altro: “La pace e la libertà sono garanti della felicità dei popoli e la ricostruzione del mondo su nuove basi di giustizia sociale e nazionale è la sola via per la collaborazione pacifica tra Stati e popoli”.

Avendo a mente queste parole – ha osservato Mernyi – la partecipazione ufficiale di Russia e Bielorussia “sarebbe incompatibile con il giuramento di Mauthausen dei prigionieri sopravvissuti e con il loro desiderio di pace e libertà”. Nessuna partecipazione di istituzioni russe e bielorusse, ma porte aperte invece ai cittadini dei due Paesi, alle loro associazioni di prigionieri sopravvissuti e dei loro parenti.

Sarà presente una delegazione ufficiale dell’Ucraina e sono state invitate delegazioni di altri Paesi ex sovietici.

 

NELLA FOTO, l’ingresso al campo di Mauthausen dei soldati dell’11. Divisione corazzata Usa, il 5 maggio 1945.

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Questo il testo integrale del “giuramento di Mauthausen”:

«Si aprono le porte di uno dei campi peggiori e più insanguinati: quello di Mauthausen. Stiamo per ritornare nei nostri Paesi liberati dal fascismo, sparsi in tutte le direzioni. I detenuti liberi, ancora ieri minacciati di morte dalle mani dei boia della bestia nazista, ringraziano dal più profondo del loro cuore per l’avvenuta liberazione le vittoriose nazioni alleate, e salutano tutti i popoli con il grido della libertà riconquistata. La pluriennale permanenza nel campo ha rafforzato in noi la consapevolezza del valore della fratellanza tra i popoli».

«Fedeli a questi ideali, giuriamo di continuare a combattere, solidali e uniti, contro l’imperialismo e contro l’istigazione tra i popoli. Così come con gli sforzi comuni di tutti i popoli il mondo ha saputo liberarsi dalla minaccia della prepotenza hitleriana, dobbiamo considerare la libertà conseguita con la lotta come un bene comune di tutti i popoli. La pace e la libertà sono garanti della felicità dei popoli, e la ricostruzione del mondo su nuove basi di giustizia sociale e nazionale è la sola via per la collaborazione pacifica tra stati e popoli. Dopo aver conseguito l’agognata nostra libertà e dopo che i nostri paesi sono riusciti a liberarsi con la lotta, vogliamo: conservare nella nostra memoria la solidarietà internazionale del campo e trarne i dovuti insegnamenti; percorrere una strada comune: quella della libertà indispensabile di tutti i popoli, del rispetto reciproco, della collaborazione nella grande opera di costruzione di un mondo nuovo, libero, giusto per tutti. Ricorderemo sempre quanti cruenti sacrifici la conquista di questo nuovo mondo è costata a tutte le nazioni».

«Nel ricordo del sangue versato da tutti i popoli, nel ricordo dei milioni di fratelli assassinati dal nazifascismo, giuriamo di non abbandonare mai questa strada. Vogliamo erigere il più bel monumento che si possa dedicare ai soldati caduti per la libertà sulle basi sicure della comunità internazionale: il mondo degli uomini liberi! Ci rivolgiamo al mondo intero, gridando: aiutateci in questa opera!

«Evviva la solidarietà internazionale! Evviva la libertà!»

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