Giovedì 9 Maggio 2024

Un generale austriaco antisemita è al comando del Comitato militare dell’Unione Europea. Sovrintende, cioè, al dipartimento costituito dai vertici delle forze armate dell’Ue, con l’importante compito di fornire consulenza nelle decisioni prese dalla Commissione in materia di politica militare. Se l’Ue avesse un proprio esercito, lui ne sarebbe al comando.

Stiamo parlando di Robert Brieger (nella foto), nell’occhio del ciclone da quando il quotidiano Der Standard ha rivelato i suoi contatti con il poliziotto in pensione M. (è stata resa pubblica soltanto l’iniziale del cognome), che da tempo pubblica su Facebook post razzisti e neonazisti e teorie complottiste che negano esplicitamente l’Olocausto. E, per non farsi mancare proprio nulla, fa propaganda contro l’Ue e a favore della Russia.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è un commento del generale a un post recentemente pubblicato dall’ex poliziotto sul campo di concentramento di Rheinwiesen, nel Rheinland, a sud-ovest di Francoforte, dove nel 1945 gli Alleati rinchiusero circa un milione di prigionieri della Wehrmacht. Di essi circa 40.000 morirono di stenti o per le disumane condizioni di vita. Negli ambienti neonazisti tedeschi e austriaci circola dagli anni ‘70 la leggenda, per la quale le salme dei soldati tedeschi di Rheinwiesen sarebbero state scambiate per vittime ebree del nazismo, in modo da far salire artificiosamente il numero dei martiri dell’Olocausto. Un’idea piuttosto balzana, dato che su 6 milioni di ebrei morti, i 40.000 di Rheinwiesen non avrebbero fatto la differenza.

All’uscita del post il generale Brieger aveva pubblicato un suo commento di condivisione, aggiungendo che “questo sarebbe un capitolo taciuto dalla storia scritta dai vincitori”. Lasciava intendere, insomma, di credere alla favola secondo cui i comandi americani, inglesi e francesi avrebbero in malafede conteggiato tra gli ebrei uccisi anche i soldati tedeschi morti nel lager di Rheinwiesen.

Dopo la pubblicazione della notizia su Der Standard l’eurodeputato dei Verdi Thomas Waitz ha presentato una interrogazione urgente alla Commissione europea e Josep Borrell, alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Oltre a richiamare l’attenzione sulle teorie cospirative diffuse dal post dell’ex poliziotto M. e condivise da Brieger, Waitz ha citato una chat tra l’ex segretario dell’Fpö (partito dell’estrema destra austriaca) Heinz Christian Strache e l’allora ministro della Difesa Mario Kunasek, del suo partito. Nella chat, divenuta pubblica solo di recente, Strache chiede a Kunasek “se Brieger è uno dei nostri”. Non conosciamo la risposta di Kunasek, ma fu proprio quel ministro a proporre Brieger al comando del Comitato militare, come avevamo riferito in questo blog il 21 giugno 2021.

Il generale ha reagito alle accuse che gli sono cadute sulla testa con una nota scritta inviata all’Orf (la tv pubblica austriaca), nella quale prende le distanze dall’ex poliziotto, con cui non avrebbe avuto alcun contatto personale, e dichiara di non essere mai stato iscritto all’Fpö. Gli si può credere, data la prassi per i militari di non aderire ad alcun partito. Sta di fatto però che il figlio è consigliere per l’Fpö in un Comune della Bassa Austria e dal 2018 è collaboratore parlamentare del gruppo dell’Fpö.

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