Lunedì 7 Ottobre 2024

Le limitazioni unilaterali al transito dei Tir (compresi quelli italiani) attraverso il Tirolo non configurerebbero una violazione dei trattati europei, ma nel loro complesso non appaiono giustificate. Questo il giudizio espresso dalla Commissione europea investita del caso dall’Italia, nella persona del ministro per i Trasporti, Matteo Salvini. Un giudizio che appare come quello di Ponzio Pilato. In altre parole, la Commissione se n’è lavata le mani, rinviando la patata bollente ai “sommi sacerdoti”. Salvini infatti ha già annunciato che ora si rivolgerà alla Corte di giustizia dell’Unione Europea. Già si sapeva che avrebbe seguito questa strada (lo aveva annunciato l’ottobre scorso), solo che questa volta è stato più attento a non confondere come l’altra volta la Corte di giustizia dell’Ue, che ha sede in Lussemburgo, con la Corte per i diritti dell’uomo, che ha sede a Strasburgo, ma non c’entra nulla con l’Ue.

La questione è nota. L’autostrada del Brennero è percorsa ogni anno da quasi due milioni e mezzo di Tir, il triplo di quanti transitano complessivamente attraverso tutti i passi della Svizzera. In territorio austriaco l’autostrada attraversa da sud a nord il Tirolo, che nel corso degli anni ha introdotto misure sempre più restrittive a questo fiume di veicoli inquinanti: limiti di velocità, divieti notturni, limiti orari, limiti per settori merceologici e altro ancora. Sono provvedimenti che colpiscono di più gli autotrasportatori stranieri (che non fanno tappa in Austria, ma soltanto attraversano l’Austria per raggiungere la Germania dall’Italia o per fare lo stesso percorso in senso inverso), rispetto al traffico locale austriaco.

Le motivazioni del Land Tirolo sono di natura ambientale: la qualità dell’aria e la salute delle persone – si sostiene – valgono più degli interessi economici degli autotrasportatori. Il ragionamento ha una sua logica, ma non viene applicato sul tratto italiano (sudtirolese) del Brennero, dove i Tir che viaggiano sono sempre gli stessi.

Da ciò le proteste degli spedizionieri italiani, di cui si è fatto interprete il ministro Salvini: la libertà di circolazione delle merci – questa la sua tesi – è uno dei pilastri dell’Ue e non può essere violato da uno degli Stati membri. Il primo passo è stato quello compiuto verso la Commissione europea, che ha risposto nel modo che abbiamo detto. Bruxelles locuta, causa soluta? Niente affatto. La parola spetterà ora alla Corte di giustizia, che è un organo più tecnico che politico: dovrà verificare se i provvedimenti presi dall’Austria o, nel nostro caso, dal Tirolo, siano compatibili con il diritto europeo.

I giornali italiani riferiranno oggi e domani le reazioni del ministro Salvini. Qui ci limitiamo a riportare il commento categorico del ministro degli Esteri austriaco, Alexander Schallenberg, e della ministra per gli Affari costituzionali, Karoline Edtstadler, entrambi dell’Övp (Partito popolare): “Dal punto di vista austriaco è assolutamente chiaro che le misure a tutela della popolazione del Tirolo, in sofferenza per il massiccio volume di traffico, sono necessarie, proporzionate e conformi al diritto europeo”. L’opposto di ciò che sostiene Salvini.

I rappresentanti del governo austriaco sono consapevoli dell’importanza del principio della libera circolazione delle merci, ma questo argomento non può avere più peso della minaccia che esso rappresenta per la salute della popolazione e per l’ambiente del Tirolo. I due ministri non vogliono entrare in conflitto con l’Italia e per questo hanno aggiunto che “naturalmente sarà sempre aperto il dialogo con Roma e con Bruxelles”.

Più drastico il governatore del Tirolo. Per lui le limitazioni al traffico dei tir sono fuori discussione.

NELLE FOTO, l’intervento di Matteo Salvini al Brennero, nello scorso ottobre, e una immagine dall’alto del casello dell’autostrada, che rende bene l’idea del traffico tra Italia e Austria. Nella foto le auto sembrano come formiche, ma non sono loro a preoccupare le autorità austriache. Ciò che preoccupa sono i Tir, visibili nella fascia in alto, considerati inquinanti.

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