Mercoledì 4 Dicembre 2024

Gli episodi di antisemitismo in Austria e soprattutto a Vienna hanno avuto un’impennata lo scorso anno. Quelli denunciati alla polizia sono stati 1.147. Il fenomeno ha registrato in crescendo nei primi mesi di quest’anno. L’ultimo è di qualche giorno fa, a Vienna, nella Leopoldstadt, il quartiere al di là del Donaukanal, tradizionalmente abitato da ebrei. Ignoti hanno sfregiato le pareti esterne del negozio di una famiglia ebrea con una stella di David e con le scritte a grandi lettere “Death to Zionism” e “Viktory to Palestine”. Lo hanno fatto non perché la famiglia fosse favorevole al sionismo. Magari quella famiglia era critica nei confronti di Netanyhau e della sua guerra a Gaza, come migliaia di israeliani che manifestano nelle strade di Tel Aviv. Lo hanno fatto solo perché i proprietari di quel negozio erano ebrei.

Sono immagini che non si vedevano a Vienna dal 1938. Anche allora i negozi di ebrei erano marchiati con stelle di David o con scritte del genere “Non comprare dagli ebrei”. E il peggio doveva ancora arrivare. Il peggio sta tornando di nuovo? Il moltiplicarsi degli atti di antisemitismo suscita preoccupazione. La minuscola comunità ebraica di Vienna è spaventata e cerca di passare inosservata, temendo di essere di nuovo vittima di atti di violenza. E c’è anche chi pensa di andarsene.

Il sindaco di Vienna, Michael Ludwig (Spö), ha subito condannato il nuovo episodio. “L’antisemitismo – ha dichiarato – è una forma ripugnante di odio che non si può tollerare”. Come sindaco ha ribadito l’impegno a rispettare la promessa di mantenere Vienna un luogo sicuro per tutti i concittadini di religione ebraica.

Ma il presidente del Parlamento, Wolfgang Sobotka (Övp), ha voluto fare di più. Si è recato personalmente al negozio ebreo della Leopoldstad e, dopo essersi tolto la giacca e aver infilato un grembiule verde, ha voluto lui stesso cancellare le scritte sulla parete, passandovi sopra una mano di vernice bianca. Aveva accanto a sé, anche lui con un pennello in mano, il presidente della Ikg (Israelitische Kultusgemeinde), Oskar Deutsch. Un gesto di grande valore simbolico, a cui ha assistito anche l’ambasciatore di Israele, David Roet.

Sobotka ha paragonato le scritte sulla parete del negozio a quelle apparse a Vienna nel 1938, dopo l’Anschluss al Reich nazista. “Allora si videro le stesse immagini per le strade – ha ricordato – Questo non deve ripetersi nell’Austria di oggi. È necessario un atteggiamento fermo, non bastano belle parole. Già sei anni fa dal Parlamento erano venute ammonizioni sulla minaccia crescente dell’antisemitismo. Allora l’allarme parve esagerato e strumentale, ma ora sappiano che nel 30% della popolazione vi è un latente antisemitismo e che il 9% non cerca nemmeno di nasconderlo”.

Un esempio? Il Parlamento offre workshop gratuiti alle scuole sul tema dell’antisemitismo, ma gran parte delle scuole non li vuole, per timore di reazioni, anche a causa della presenza numerosa di immigrati. Sarebbe necessaria una netta presa di posizione degli insegnanti, che invece manca.

Il presidente dell’Ikg Deutsch ha ricordato gli slogan antisemiti degli anni ’30. “Quello – ha detto – fu l’inizio di un processo che portò all’eliminazione di 6 milioni di ebrei. Per questo oggi la cancellazione della scritta da parte di un rappresentante ufficiale dello Stato costituisce un importante atto simbolico.

NELLA FOTO, il presidente del Parlamento, Wolfgang Sobotka, mentre cancella con vernice bianca la scritta antisemita apparsa sul negozio di una famiglia ebrea nella Leopoldstadt.

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