A Pramollo-Nassfeld la stagione sciistica si inizierà fra tre giorni, il 7 dicembre, vigilia dell’Immacolata, che in Austria è giorno di festa per tutti. La data non era scontata, poiché fino a qualche settimana fa sembrava di essere ancora in estate, ma negli ultimi due giorni la scena è cambiata completamente, con precipitazioni abbondanti di pioggia, che da sabato si è mutata in neve, fino alle quote basse.
A Pramollo, come negli altri poli sciistici carinziani, si è tirato un sospiro di sollievo. La neve – che qui chiamano affettuosamente “Frau Holle”, come nella celebre fiaba dei fratelli Grimm – non ha tradito nemmeno quest’anno gli operatori del polo sciistico al confine con l’Italia. È ricomparsa appena in tempo alla vigilia della conferenza stampa di presentazione della stagione, tenutasi oggi a Udine, per i giornalisti italiani.
Era un appuntamento tradizionale, che tuttavia era stato interrotto per 4 anni, a causa del Covid. Alla conferenza di oggi c’era come sempre Sonja Kucher, rappresentante dell’azienda turistica di Hermagor (che comprende anche Pramollo e che ora si è data una denominazione anglofona: “Mountains & Lakes”). Mancava, invece, Livio Fedrigo, albergatore italiano di Pramollo, deceduto prematuramente nell’aprile dello scorso anno. Si è avvertita l’assenza del suo entusiasmo, del suo umorismo, della sua competenza. Era stato per mezzo secolo un punto di riferimento di Pramollo, sul versante italiano. Quando se n’è andato aveva 70 anni.
Negli anni del Covid (ma non per il Covid) se n’è andato anche un altro “vecchio” di Pramollo, Arnold Pucher. Era stato lui, con la sua tenacia e la sua testardaggine, a far nascere e crescere il polo sciistico, dove prima c’erano solo malghe e alpeggi, facendolo diventare uno dei dieci più importanti dell’Austria. Se ne sentirà la mancanza e alcuni effetti negativi già si intravvedono.
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Ma torniamo alla conferenza stampa. Alcuni dati sono noti, altri meno: 30 impianti di risalita, 110 chilometri di piste, interamente assistite da impianti di innevamento artificiale, dotati di 460 cannoni. Nell’ultimo anno si è rinunciato ad ampliare il comprensorio, ma sono stati investiti 22 milioni di euro per favorire il risparmio energetico, con cannoni sparaneve che consumano meno e producono di più, con gatti della neve meno inquinanti, con miglioramenti alle strutture ricettive per ridurre le dispersioni termiche. Ricordiamo, per inciso, che l’incendio che ha distrutto l’hotel Alpenhof, di cui avevamo riferito il 25 novembre e il 27 novembre, è stato causato accidentalmente proprio da lavori di manutenzione dell’impianto solare sul tetto.
L’informazione che interessa di più riguarda le tariffe degli skipass. Qui purtroppo le note solo dolenti: rispetto alla precedente stagione sono aumentati del 10%. È un bel rincaro, ma si deve tener presente che l’Austria ha registrato il tasso di inflazione più alto d’Europa, molto più che l’Italia. Era inevitabile che i gestori degli impianti dovessero tenerne conto, per far quadrare i conti, non potendo fare affidamento sull’aiuto pubblico, come in Friuli.
Lo skipass giornaliero per un adulto ha superato per la prima volta i 60 euro: in alta stagione è di 62. Naturalmente i prezzi scendono in bassa stagione e se si acquista lo skipass per un numero di ore inferiore. I prezzi scendono inoltre per ragazzi e anziani e per determinate categorie. Senza indicarli tutti qui, rinviamo al sito web di Pramollo.
Per una famiglia di quattro persone l’acquisto dello skipass diventa un salasso, ma vi sono formule alternative (skipass per più giorni, giornate in cui i bambini non pagano, sconti per chi soggiorna ecc.) che consentono esborsi più ragionevoli. Anche queste soluzioni sono indicate nel sito web di Pramollo.
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Avevamo accennato in apertura alla morte di Arnold Pucher (nella foto), osservando che ne avremmo sentito la mancanza. Pucher se n’è andato nel maggio dello scorso anno, poco dopo Fedrigo. La sua ultima “battaglia” era stata contro la cessione di due terzi del capitale della società degli impianti di risalita – la Bergbahnen Nassfeld Pramollo Ag – a una cordata di imprenditori carinziani. Le due quote di un terzo ciascuna erano del Land Carinzia e della Heta Asset Resolution (la bad bank di Hypo Bank) e lui avrebbe preferito che andassero a un investitore slovacco, principale operatore turistico sui monti Tatra e già proprietario degli impianti del Mölltaler Gletscher. Quella battaglia Pucher l’aveva persa e le quote di controllo della società erano andate ai carinziani.
Allora non si capiva bene perché Pucher fosse così cocciutamente contrario all’ingresso nella “sua” società di investitori del suo stesso Land e perché preferisse uno straniero. Ora è tutto più chiaro. La cordata carinziana era guidata da un investitore interessato a Pramollo soprattutto per le opportunità immobiliari che esso offriva. Appartiene a lui la Riedergarten GmbH, che ha realizzato i condomini di quattro piani, addossati gli uni agli altri, in territorio austriaco, a ridosso del valico di confine.
Finora Pramollo era stato risparmiato da speculazioni edilizie. Vi erano sorti soltanto alberghi e residences, cioè strutture che ospitano turisti tutto l’anno e che in Austria vengono chiamate per questo “letti caldi” (a differenza degli appartamenti privati, acquistati da chi poi li occupa soltanto nei fine settimana o per un paio di settimane all’anno e chiamati per questo “kalte Betten”, cioè “letti freddi”). Questo genere di costruzioni erano consentite soltanto a fondovalle.
Ora Pramollo rischia la sorte di località come Sella Nevea o Piancavallo, popolate da condomini quasi sempre vuoti. Con Pucher probabilmente questo non sarebbe accaduto. L’ecomostro della Riedergarten che si presenta agli occhi di chi arriva a Pramollo dall’Italia sarà un monumento “all’incontrario” di Pucher. Ci ricorderà per sempre che questa devastazione del paesaggio con lui non l’avremmo vista.
NELLA FOTO, una delle piste di Pramollo; sullo sfondo il profilo del Gartnerkofel.
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