Sabato 18 Maggio 2024

Chi non conosce i “Wiener Sängerknaben”, ovvero i “piccoli cantori di Vienna”? È il celebre coro di voci bianche che da 525 anni testimonia nel mondo la tradizione vocale austriaca. Tra non molto conosceremo anche le “piccole cantrici”, finora escluse dall’istituzione. Finalmente è stato consentito anche ad esse di farne parte e la loro prima esibizione pubblica avverrà nell’evento musicale di Vienna più famoso al mondo: il Concerto di Capodanno.

Si tratta di un’autentica rivoluzione, che riflette tardivamente i cambiamenti avvenuti nella società austriaca, dove fino a ieri i “club” per soli uomini rappresentavano la norma. La cosa in realtà sorprende, ove si consideri la storia del movimento femminista in Austria, Paese che concesse alle donne il diritto di voto già nel 1918 (l’Italia dovrà attendere il 1946).

In realtà, il cammino lungo la strada dell’emancipazione femminile non fu semplice. Soltanto nel 1990 l’Austria poté vedere per la prima volta un ministro donna, ovvero una “ministra”, secondo la declinazione di genere che non piace a Giorgia Meloni, ma che ha la benedizione dell’Enciclopedia Treccani e dall’Accademia della Crusca.

Anche i Wiener Philharmoniker, che nel prossimo Concerto di Capodanno accompagneranno le voci delle “piccole cantrici”, erano fino al 1997 una roccaforte maschile. Quell’anno furono costretti a cedere, ammettendo a denti stretti una donna nei loro ranghi. A denti così stretti che anche oggi, dopo un quarto di secolo, dei 160 Philharmoniker soltanto il 6% sono donne. Il presidente (l’orchestra è un’associazione privata, che si autogestisce ed elegge tra i suoi membri i dirigenti) assicura che non ci sarebbe alcuna discriminazione, il solo criterio sarebbe la qualità. Quanto sia ottusa l’affermazione lo dimostra il fatto che solo l’orchestra di Vienna ha così poche donne (i Berliner Philharmoniker, per esempio, ne hanno il doppio, la New York Philharmonic ne ha il 36%).

Presto, dunque, sarà la volta dei “Wiener Sängerknaben”, che avranno al loro fianco anche “Wiener Chormädchen”. In realtà un coro di voci bianche femminile esiste già dal 2004, ma finora non gli era stato consentito di esibirsi in pubblico, quasi che si volesse custodire il mito del celebre coro viennese di soli ometti vestiti alla marinara. O, per essere più precisi, da qualche anno era stato permesso anche alle bambine di cantare in pubblico, ma non insieme con i maschietti. Lo avevano fatto nel dicembre dello scorso e poi due o tre volte anche quest’anno. Nella loro ultima esibizione – un concerto di beneficenza per i bambini dell’Ucraina – avevano cantato “Hej, Sokoli”, lo struggente brano del cosacco che “teneramente saluta la sua ragazza e ancor più teneramente l’Ucraina” e che conclude supplicando “quando sarò morto interratemi nella verde Ucraina, accanto alla mia bella amata”.

Da Capodanno si volta pagina e anche 25 bambine, tra i 9 e i 15 anni, affronteranno il pubblico. Non saranno vestite da marinarette, ma avranno anch’esse un outfit di ispirazione marinara, disegnato appositamente per esse dalla stilista viennese Eva Poleschinski.

Per Capodanno, nella sala d’oro del Musikverein, le “Sängermädchen” faranno il loro debutto eseguendo una variante vocale della polca francese “Heitere Muth”, di Josef Strauss, fratello del più famoso Johann. Alcune decine di milioni di spettatori di tutto il mondo ascolteranno in tv le loro voci. Poterlo fare dal vivo sarà un privilegio dei pochi che, baciati dalla fortuna, saranno ammessi alla sala del Musikverein. Ma anche gli esclusi potranno conoscere di persona le “Sängermädchen” il 14 maggio, quando torneranno a esibirsi, insieme con i colleghi maschi nella stessa sala d’oro.

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