In Austria le città capoluogo di Land, Vienna compresa, lavorano insieme per promuovere il loro turismo. Hanno formato un “club” che si chiama Arge Städtetourismus, “comunità di lavoro del turismo di città”. La necessità di mettersi insieme deriva dalla constatazione che il turismo di città ha connotati diversi rispetto al turismo in montagna o sui laghi. Gli ospiti non sono necessariamente diversi, ma sono diverse le loro esigenze. Il turismo di città è quello che in proporzione contribuisce di più alla crescita del Pil, è un motore dell’economia e dell’innovazione e soprattutto si spalma lungo tutto l’anno, non essendo condizionato da fattori stagionali.
Anche su questo fronte il Covid-19 ha segnato un prima e un dopo. Anzi, soprattutto su questo fronte, perché il turismo di città è quello che prima ne ha risentito e in misura maggiore. Ma è anche quello che ora si sta riprendendo meglio e più rapidamente, come ha sottolineato il direttore di Wien Tourismus (l’azienda di promozione turistica di Vienna), Norbert Kettner (nella foto), che è anche presidente dell’Arge Städtetourismus, esaminando i risultati del 2022.
I nove capoluoghi di Land hanno registrato insieme 20,3 milioni di pernottamenti, che significano una crescita del 126% rispetto all’anno precedente. Un risultato molto positivo, ma che rappresenta ancora soltanto il 79% dei pernottamenti del 2019, ultimo anno pre-Covid.
I pernottamenti complessivi in Austria (senza contare le città capoluogo) sono stati lo scorso anno 116,6 milioni, con una crescita del 65% rispetto all’anno precedente. Ciò vuol dire che il recupero nelle città è stato invece quasi doppio. Vienna ha fatto la parte del leone: due terzi dei pernottamenti, infatti, sono stati registrati in questa città. Kettner è convinto che già quest’anno saranno recuperati gli ospiti perduti con la pandemia e si risalirà alle percentuali del 2019.
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