Sabato 18 Maggio 2024

21.08.07 Heinz FassmannLe scuole in Austria riaprono già il 6 settembre e in vista della ripartenza il ministro dell’Istruzione, Heinz Fassmann (nella foto), ha presentato alla stampa il suo piano perché il nuovo anno scolastico – il terzo in tempo di pandemia – possa vedere il ritorno a una quasi normalità, per lo meno con lezioni in presenza, senza che si debba ricorrere a chiusure, a quarantene o a doppi turni di lezione. La strategia non è definita nei dettagli e spesso, come sappiamo, è lì che si nasconde il diavolo. Ma il ministro si è detto fiducioso che tutto andrà bene e che le poche settimane che rimangono prima che le vacanze abbiano termine saranno impiegate per dare risposta a tutti i punti ancora in sospeso. Il personale insegnante è soddisfatto del piano, il sindacato anche. Critiche vengono soltanto dall’Spö (che teme il ripetersi del caos dello scorso anno, con il “semaforo” per le chiusure) e dall’Fpö (anche in Austria i populisti non hanno molta fiducia nella scienza, rifiutano il vaccino e accusano il ministro di voler fare delle scuole un “laboratorio di ricerche mediche”).

Ma vediamo quali sono i punti del piano.

Il primo e più importante riguarda le prime due settimane di scuola che dovranno diventare una “Sicherheitsphase”, “una fase di sicurezza”. Sono le due settimane più a rischio, perché rientrano nelle aule alunni che sono stati in vacanza chissà dove e che per tutto il periodo di vacanza non hanno fatto presumibilmente alcun test. Potrebbero, quindi, essersi contagiati, non manifestare sintomi e trasmettere inconsapevolmente il virus ai loro compagni.

Ecco, dunque, che in questi primi 14 giorni tutti gli alunni, grandi e piccoli, saranno sottoposti a test ripetuti, con una frequenza di tre per settimana. Lunedì 6 settembre, primo giorno di scuola, saranno effettuati loro due test in successione: un primo test antigenico, di cui si può conoscere subito l’esito; un secondo test molecolare, che richiede più tempo per la risposta, ma il cui risultato è più attendibile.

Il Ministero ha fatto un accordo con le Poste, che provvederanno immediatamente a fare la spola tra tutte le scuole, per raccogliere i flaconi dei test e portarli al laboratorio più vicino. L’esito dell’analisi dovrebbe essere noto già il giorno dopo. A differenza dei test molecolari effettuati in passato, con il metodo del gargarismo, questa volta gli alunni dovranno trattenere il liquido in bocca per 60 secondi, tenendola chiusa, per poi sputarlo nella fialetta che andrà al laboratorio. In questo modo si eviterà l’effetto aerosol del gargarismo, che in passato era stato micidiale nel trasmettere il virus dagli alunni contagiati agli alunni sani.

Giovedì sarà effettuato un secondo test antigenico. I tre test saranno ripetuti nella settimana successiva. In questa “fase di sicurezza”, inoltre, sarà obbligatoria per tutti la maschera naso-bocca, che potrà essere tolta soltanto dopo essersi seduti al proprio banco. Per gli insegnanti l’obbligo della mascherina sarà permanente, ma solo per i non vaccinati. Va rilevato, infatti, che il governo austriaco non ha voluto imporre l’obbligo della vaccinazione al personale scolastico, come avverrà invece in Italia.

Niente più test dopo le prime due settimane? Fassmann non lo ha escluso, ma tutto dipenderà dalle circostanze. Se non vi saranno segnali di una recrudescenza del virus, i tamponi saranno evitati, anche per risparmiare sul loro costo, che peserà molto sulle casse dello Stato, dato il gran numero di alunni. Il ministro ha dichiarato che non si terrà più tanto conto dell’incidenza settimanale delle nuove infezioni, ma che saranno elaborati nuovi parametri.

Uno dei metodi indicati da Fassmann per valutare la situazione sarà il cosiddetto “Frühwarnsystem”, ovvero un “sistema di preallarme” basato sull’analisi in laboratorio di campioni di acque nere prelevate dai 116 impianti di depurazione operativi in Austria, nei quali convergono gli scarichi del 75% delle scuole del Paese. All’operazione coopereranno l’Università di Innsbruck e l’Università Tecnica di Vienna. Un esperto presente alla conferenza stampa ha spiegato che questo procedimento già sperimentato all’inizio della pandemia consente di individuare la presenza del virus con una settimana di anticipo rispetto al momento in cui manifesterà i suoi effetti sulle persone contagiate.

Naturalmente la situazione sarebbe più semplice se tutti gli alunni fossero vaccinati. Per quelli delle scuole elementari e medie, ovvero fino a 12 anni, al momento non è stato autorizzato alcun vaccino. Dai 12 anni in su, invece, la vaccinazione è possibile e viene raccomandata dalle autorità sanitarie. Finora però solo pochi hanno accolto l’invito. Per far aumentare la loro percentuale, i Länder organizzeranno dei bus attrezzati per la vaccinazione, che faranno il giro di tutte le scuole, offrendo a tutti gli alunni sopra i 12 anni la possibilità di vaccinarsi. Alcuni di questi bus sono già in circolazione, per raggiungere le sedi scolastiche dove si tengono corsi estivi di recupero. A chi accetterà di farsi vaccinare saranno offerti dei vantaggi: non premi in denaro, ma la possibilità, per esempio, di essere esonerati da eventuali futuri test Covid, dopo quelli delle prime due settimane, che invece saranno obbligatori per tutti.

Un ulteriore punto del piano Fassmann riguarda gli impianti per il ricambio dell’aria. Non potranno essere installati in tutte le aule, ma almeno in quelle dove l’areazione è più difficile e in quelle dove il rischio contagio è maggiore (per esempio, le aule di musica). A questo scopo sono stati stanziati 10 milioni di euro, che non sembrano molti. Ma il problema maggiore è il tempo che manca per installarli, non il loro costo.

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