Non c’è dubbio, il Modernismo nell’arte figurativa parla al maschile. Una veloce verifica in Wikipedia o in una qualsiasi enciclopedia tradizionale ci conferma che gli esponenti del Modernismo – quelli che si sono fatti conoscere, tanto da meritare una citazione nei libri – sono tutti uomini.
Le donne erano assenti? Forse era così in altre epoche storiche. Artemisia Gentileschi, tra 16. e 17. secolo, è l’eccezione che conferma la regola. Ma questa regola vale anche nel 20. secolo? Il museo del Belvedere di Vienna ha annunciato in questi giorni una mostra che tende a dimostrare proprio il contrario: le donne c’erano, ma sono state sottovalutate o ignorate del tutto. C’è stato, insomma, un Modernismo “in rosa” che non è entrato nella cosiddetta “storia dell’arte”, anche se avrebbe avuto il diritto di farne parte.
A questo torto vuole porre rimedio la mostra “Radikal! Künstlerinnen und Moderne 1910-1950”, di cui non a caso è curatrice una donna, Stephanie Auer, così come è donna la direttrice del Belvedere, Stella Rollig. La mostra è in programma a partire dall’estate (la data non è stata ancora indicata), nel Belvedere Inferiore, ma ne diamo annuncio con largo anticipo, perché chi ne è interessato possa programmare per tempo un viaggio a Vienna.
La mostra comprenderà opere di 70 artiste di 22 Paesi, le cui creazioni innovative hanno contribuito in modo determinante allo sviluppo del Modernismo. Ma servirà soprattutto a rendere “visibili” artiste rimaste ai margini del movimento culturale del 20. secolo e perciò presto dimenticate.
In attesa di saperne di più, pubblichiamo un elenco (ancora incompleto) dei loro nomi: Gertrud Arndt, Louise Bourgeois, Claude Cahun, Elizabeth Catlett, Saloua Raouda Choucair, Sonia Delaunay-Terk, Alexandra Exter, Leonor Fini, Natalja Gontscharowa, Jacoba van Heemskerck, Hannah Höch, Erika Giovanna Klien, Käthe Kollwitz, Tamara de Lempicka, Alice Lex-Nerlinger, Jeanne Mammen, Marlow Moss, Alice Neel, Charley Toorop, Sophie Taeuber-Arp, Fahrelnissa Zeid.
NELLA FOTO, il manifesto della mostra sul Modernismo al femminile, con una composizione senza titolo del 1949 della principessa Fahrelnissa Zeid, una delle prime donne turche a frequentare la scuola d’arte di Istanbul.
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