Domenica 2 Giugno 2024

LH Gerhard Dörfler bei der Pressekonferenz zum Kickoff des EU-PrIl tempo stringe. In autunno la Commissione europea definirà la nuova griglia dei progetti prioritari Ten, cioè dei tracciati ferroviari ritenuti strategici per lo sviluppo delle comunicazioni ferroviarie sul continente e quindi meritevoli del sostegno dell’Ue e degli Stati membri. Il Friuli Venezia Giulia è interessato a uno di questi, il cosiddetto “corridoio Baltico-Adriatico”, che peraltro già figura tra quelli prioritari, con il numero 23, ma soltanto tra il mar Baltico e Vienna, mentre il tratto da Vienna in giù non viene preso per ora in considerazione. La Carinzia è ancor più interessata della nostra regione, perché il collegamento nord-sud attraverserebbe il suo territorio, togliendola dall’attuale isolamento.

Ma il tempo, dicevamo, stringe. Perché, se è vero che la decisione della Commissione sarà presa in autunno, la nuova griglia dei grandi tracciati ferroviari europei sarà di fatto impostata già il 9 giugno a Saragozza, in Spagna, in occasione del consiglio dei ministri dei trasporti dell’Ue. Alla luce di questa urgenza ieri a Klagenfurt è stato dato avvio ufficiale a uno studio denominato Baltic-Adriatic Transport Cooperation (Batco), che ha per oggetto appunto il prolungamento del tracciato da Vienna verso Graz, Klagenfurt, Udine, con diramazioni per Trieste da un lato e Venezia-Bologna-Ravenna dall’altro. Vi partecipano 19 regioni dei 5 Paesi interessati al “corridoio”: non solo di Austria e Italia, ma anche di Polonia, Slovacchia e Cechia. Per l’attuazione dello studio sono stati stanziati 3,7 milioni di euro, di cui 2,9 con fondi Ue.

Il progetto Batco non nasce nel vuoto. È preceduto da una lettera d’intenti sottoscritta nel 2006 in Lussemburgo dai ministri dei trasporti d’Italia, Austria, Polonia, Cechia e Slovacchia, e da una risoluzione politica firmata a Bruxelles il 6 ottobre scorso dal presidente del Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo e dal governatore della Carinzia Gerhard Dörfler, nonché dai rappresentanti di altre 17 Regioni europee coinvolte, alla presenza del commissario europeo per i trasporti, l’italiano Antonio Tajani.

“Si vuole dar vita a un corridoio che unisca i due mari della nuova Europa – ha dichiarato l’assessore regionale alla viabilità e ai trasporti Riccardo Riccardi, che ha partecipato ieri all’incontro di Klagenfurt – creando le premesse per uno sviluppo socio-economico dei territori attraversati da quest’asse su rotaia, trasferendo merci pesanti sul mezzo ferroviario, sviluppando nuove rotte commerciali attraverso il sistema portuale del Friuli Venezia Giulia (elemento fondamentale della direttrice baltico-adriatica), agganciando anche nuovi mercati in Polonia, russi e finlandesi”.

Sul piano infrastrutturale, per quanto ci riguarda, l’inserimento del “corridoio” tra i progetti prioritari, significherebbe focalizzare investimenti europei e nazionali sul raddoppio della linea Ronchi-Cervignano-Udine, che permetterebbe di sfruttare le potenzialità dei porti di Trieste, Monfalcone e Porto Nogaro. Altro non serve, perché la ferrovia Pontebbana da Udine in su è già da tempo raddoppiata. L’intervento di Riccardi a Klagenfurt, quindi, va letto soprattutto come un sostegno alla battaglia che Carinzia e Stiria vanno combattendo per veder realizzate le opere infrastrutturali che servono sul loro territorio. Perché è lì che si trovano i nodi maggiori del tratto meridionale del corridoio Baltico-Adriatico.

Come ha sottolineato ieri il governatore Dörfler, si tratta di realizzare tra Graz e Klagenfurt una tratta ferroviaria completamente nuova di 130 km.i (compreso un tunnel sotto la Koralpe), con una spesa di 5,2 miliardi (conclusione nel 2018), e un tunnel di base di 26 km. sotto il Semmering, tra Graz e Vienna (per cui al momento manca ogni piano finanziario e qualsiasi ipotesi sui tempi).

Paradossalmente le difficoltà maggiori Dörfler e il collega stiriano Franz Voves non le incontrano in Europa, ma a casa loro. Il ministero dei trasporti austriaco ha confermato il proprio appoggio al corridoio Baltico-Adriatico e quindi ai trafori della Koralpe e del Semmering, ma Vienna e nel resto dell’Austria domina il partito del “no” a opere infrastrutturali considerate di interesse esclusivamente regionale (servirebbero soltanto ai pochi pendolari tra Graz e Klagenfurt) e a un inutile spreco di risorse meglio utilizzabili altrove.

Ma un corridoio continentale tra Baltico e Adriatico può avere davvero soltanto un interesse regionale (cioè locale)? No certo, rispondono da Vienna gli esperti più qualificati, ma sarebbe un vantaggio per tutti deviare il corridoio attraverso Lubiana, dove la morfologia del territorio è meno complicata e i costi sarebbero dimezzati. Forse a questa “deviazione” slovena alludeva l’assessore Riccardi nella dichiarazione rilasciata all’Ansa (ma non nel discorso da lui pronunciato a Klagenfurt), secondo cui “l’attuale previsto tracciato del corridoio non può trovare altre e diverse vie di uscita che potrebbero renderlo meno competitivo”.

Nella foto, il governatore della Carinzia Gerhard Dörfler con l’assessore della Regione Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi durante la conferenza stampa di ieri a Klagenfurt.

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