A meno di due settimane dal voto per il Parlamento europeo i sondaggisti in Austria aggiustano il tiro. L’ultima rilevazione condotta dalla Lazarsfeld Gesellschaft per il quotidiano “oe24” segnala un tonfo per i Verdi di 5 punti percentuali. Era un risultato abbastanza prevedibile, ma non scontato, dopo la bufera suscitata dalla candidata capolista degli ambientalisti, Lena Schilling, rivelatasi mentitrice seriale e senza scrupoli, dotata di un cinismo allarmante in una giovane di soli 22 anni (si veda quanto avevamo scritto il 24 maggio scorso). Ora i Verdi sono al 9%, il che significa la perdita di un seggio a Bruxelles (ne avevano tre)
A beneficiarne è stato soprattutto il Partito socialdemocratico (Spö), che ha guadagnato 3 punti, salendo al 24%. Finora era sempre alla pari con il Partito popolare (Övp), mentre ora lo ha superato. Nonostante la crescita, peraltro, l’Spö non è riuscito a diventare il primo partito: in testa resta sempre l’Fpö (estrema destra sovranista), con il 27% (un punto in più rispetto al precedente sondaggio).
Sensazionale il risultato di Neos (liberali di centro), al 15%, nettamente sopra il livello dei precedenti sondaggi. Aveva due seggi nel Parlamento uscente e stavolta potrebbe averne 3. Fuori gioco i comunisti e i no-vax: le loro liste sono molto al di sotto della soglia del 4%, necessaria per l’accesso all’Europarlamento. E la Bierpartei, il partito della birra di Dominik Wlazny, in arte Marco Pogo? Non ne sappiamo nulla. Il sondaggio non ne fa menzione.
Abbiamo osservato sopra che il tonfo dei Verdi era prevedibile, ma non scontato. I precedenti imbarazzanti della candidata Schilling, infatti, hanno suscitato reazioni negative più negli elettori degli altri partiti che negli elettori verdi. Questo perché il partito ambientalista è rimasto un “partito” e non un’organizzazione elettorale legata al capolista. Mentre nell’Övp, nell’Spö e soprattutto nell’Fpö conta lo “Spitzenkandidat” (come in Italia contano Meloni, Salvini, Renzi, Calenda, più che i movimenti di cui sono alla guida), gli elettori verdi mettono la croce sul loro simbolo e non sul nome di Schilling.
Il sondaggio della Lazarsfeld Gesellschaft sembrerebbe contraddire questa lettura. Ma non è il solo elemento di incertezza. Anche il primato dell’Fpö potrebbe essere smentito dal voto del 9 giugno. Gli elettori dell’estrema destra sono in genere euroscettici e potrebbero disertare le urne, ridimensionando in tal modo i risultati di questo e dei precedenti sondaggi.
NELLA FOTO, Lena Schilling, candidata capolista dei Verdi.
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