Domenica 2 Giugno 2024

Wachau (Niederösterreich_WerbungLois Lammerhuber)Si trova a Melk l’abbazia benedettina che con la sua preziosa biblioteca ispirò “Il nome della Rosa” a Umberto Eco. Non il gigantesco e pomposo edificio barocco che vediamo oggi, frutto di rifacimenti di inizio ‘700, ma quello molto più austero del 1089, che godette del maggior splendore nel Medioevo. Eretta su uno sperone roccioso alto 60 metri, l’abbazia domina la Wachau, quel tratto della valle del Danubio circondato da vigneti e foreste che proprio qui comincia per allungarsi fino a Krems e che l’Unesco nel 2000 inserì nel patrimonio dell’umanità.

Eppure – nonostante il best seller di Eco e il marchio Unesco – solo pochi conoscono la Wachau e l’abbazia benedettina. Eppure si tratta di due straordinari “monumenti” dell’architettura e del paesaggio. La spiegazione forse è abbastanza semplice: hanno la “sfortuna” di trovarsi entrambe a pochi chilometri da Vienna e la capitale, con il suo splendore, oscura tutto ciò che le sta attorno. L’esempio che ci viene in mente è quello di Venezia, rispetto al Veneto: una regione che possiede città e cittadine che sono autentici gioielli, ma che rischiano di passare inosservate, perché Venezia è un aspirapolvere turistico che assorbe tutto.

Come in Veneto, anche in Bassa Austria non ci sono soltanto Melk e la Wachau, ma una molteplicità di altri gioiellini. Ricordiamo che proprio qui è nata l’Austria (il nome originario “Ostarrichi” compare in un documento imperiale del 996 per indicare questa regione), attorno a cui, nel corso sei secoli si sono aggregati via via gli altri regni, ducati, contee, principati vescovili fino a formare quel grande impero absburgico sul quale, a un certo punto della storia, “non tramontava mai il sole”. Ed era inevitabile che nella “culla” di questo impero sorgessero nel corso dei secoli alcune “perle” architettoniche e artistiche che nulla hanno da invidiare alla capitale.

Basta seguire il Danubio lungo la Wachau per imbattersi in deliziose cittadine di impronta medioevale come Dürnstein e Krems, per giungere a Klosterneuburg, alle porte di Vienna, sulla cui altura si erge il palazzo barocco incompiuto che l’imperatore Carlo VI (padre di Maria Teresa) avrebbe voluto eguagliasse l’Escorial.

E che dire di ciò che riserva la parte orientale e meridionale della Bassa Austria? Si va dal grandioso Schloss HoMelk (Niederösterreich_WerbungLois Lammerhuber)f, castello di caccia barocco costruito dal principe Eugenio di Savoia al confine con la Slovacchia (ma allora non esisteva il confine e neppure la Slovacchia) e recuperato in anni recenti da un lungo degrado, alla cittadina Biedermeier di Baden, luogo di villeggiatura dei viennesi del primo ‘800, che nel suo disegno urbanistico e architettonico è quasi il paradigma di una concezione borghese e aristocratica del mondo che, pur avendone i mezzi, non amava l’ostentazione e il lusso, ma preferiva edifici modesti e svaghi modesti. Biedermeier appunto.

Qui, a Baden, nel castello di Weikersdorf (che non è più un castello, ma un hotel) ha preso alloggio lo scorso anno la nazionale di calcio italiana, in occasione dei Campionati europei. E quella circostanza del tutto casuale ha fatto scoprire a molti italiani la Bassa Austria e alla Bassa Austria gli italiani. La presenza dei tifosi al seguito della squadra ha determinato un balzo del 15% nei pernottamenti, che hanno raggiunto quota 113.000. Non sono tantissimi: l’Italia è al quarto posto per numero di presenze, occupando solo l’1,5% del mercato turistico (la parte del leone la fanno gli austriaci con il 65,9%, seguiti da tedeschi, ungheresi e olandesi).

Obiettivo del Land – come ci spiega Edith Mader dell’azienda turistica regionale – è incrementare la quota italiana. I fattori di richiamo su cui si punta non sono soltanto il patrimonio culturale, ma anche quello termale, quello vinicolo (la Bassa Austria è la regione dove si producono più vini) e gastronomico, su cui varrà la pena ritornare, e sul patrimonio paesaggistico. E, come il Veneto con Venezia, anche la Bassa Austria è costretta a ricorrere all’effetto richiamo di Vienna. Il messaggio è semplice: scegliete pure la capitale per il vostro viaggio, ma poi provate a scoprire che cosa le sta attorno, a soli pochi chilometri di macchina. Forse vi verrà voglia di cambiare albergo e di scegliere le colline, i boschi, i vigneti, la quiete della Bassa Austria.

Nella foto in alto, un tratto della Wachau attraversata dal Danubio; sullo sfondo, la cittadina medioevale di Dürnstein sovrastata dalle rovine del castello in cui fu tenuto prigioniero Riccardo Cuor di Leone. Nella seconda foto, l’abbazia benedettina di Melk, un grandioso edificio barocco che si affaccia sul Danubio da una rocca alta 69 metri. (Foto NÖ Werbung, Lois Lammerhuber)

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