Sabato 14 Dicembre 2024

Abbiamo dato notizia ieri del riconoscimento che la Bassa Austria ha conferito allo scrittore e saggista Claudio Magris. Dire Bassa Austria significa dire la culla dell’impero absburgico, dal cui crollo, nel 1918, derivò per sottrazione di territori l’Austria che conosciamo oggi. È nella Bassa Austria che la dinastia dei Babenberg e poi quella degli Absburgo governarono da margravi e poi da duchi e poi ancora da re, per diventare infine imperatori del Sacro romano impero della nazione tedesca. È alla Bassa Austria e alla contigua Alta Austria che nel corso dei secoli si aggregarono le altre terre della corona, dalla Boemia alla Carinzia, dal Tirolo all’Ungheria, giù giù fino alla Croazia e alla costa dalmata. Per ultimo – quando ormai il titolo di Sacro romano impero non esisteva più – si aggiunse il Salisburghese, fin prima autonomo sotto un principe vescovo.

È dunque questo il Land, con tutto il suo fardello di storia, che ieri martedì ha voluto premiare Claudio Magris con la Croce d’argento di commendatore. E una la ragione va ricercata nel fiume che lo attraversa da ovest a est, per proseguire il suo lungo viaggio oltre l’Ungheria fino al Mar Nero, quel Danubio che Magris ha raccontato nel suo capolavoro, un diario di viaggio suggestivo e sentimentale, a volte ironico e divertente, a volte melanconico e triste.

Al “Danubio” di Magris ha fatto riferimento il governatore Erwin Pröll nel discorso pronunciato alla consegna del premio. “Magris – ha detto Pröll – seguendo il corso del grande fiume, affronta su un piano filosofico la cultura, la storia e la mentalità dei tanti popoli e delle loro minoranze che incontra e disegna il corso d’acqua come artefice dei loro destini, con amorevole cura e profonda comprensione”. Il governatore ha sottolineato poi come il Land della Bassa Austria si sia sempre identificato con questo patrimonio ideale, non da ultimo con l’istituzione nel 1990 della Comunità di lavoro dei Paesi del Danubio, cui partecipano Germania, Austria, Slovacchia, Ungheria, Serbia e Romania.

C’è da chiedersi soltanto perché la Bassa Austria abbia atteso tanti anni (la prima edizione del libro, tradotto poi in una ventina di lingue, risale al 1986) per ricordarsi di Magris, cui nel frattempo sono stati conferiti una trentina di altri premi in tutta Europa (e il 18 ottobre riceverà in Germania il prestigioso “Friedenspreis” degli editori tedeschi, del valore di 25 mila euro) e tre lauree “ad honorem”. La risposta forse è più semplice di quanto ci si possa immaginare, anche se si tratta soltanto di una nostra illazione non dimostrabile.

Lo scorso anno la nazionale di calcio ha partecipato ai Campionati europei soggiornando a Baden, il più importante centro turistico della Bassa Austria. E in quell’occasione gli austriaci del Land, che fino al giorno prima avevano rivolto la loro attenzione quasi esclusivamente al mondo dell’Europa centro-orientale e ai “cugini” tedeschi, hanno scoperto o riscoperto l’Italia. L’Italia del calcio, del turismo, ma anche l’Italia della cultura. Anche l’Italia di Claudio Magris, che ben prima di loro aveva colto i legami ancor oggi presenti tra le diverse regioni della Mitteleuropa. Il premio conferito ieri a Magris assume quindi il valore di una riparazione, tardiva ma sempre opportuna.

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