Domenica 2 Giugno 2024

CIMG2555Seefeld, perla del Tirolo di cui abbiamo scritto nei giorni scorsi, si trova quasi ai piedi dei Karwendel Gebirge, ma non li riesce a vedere, perché sta loro troppo vicino e le pendici della Seefelder Spitze (anche di questa abbiamo scritto nei giorni scorsi) le fa da barriera. Per scoprire il poderoso gruppo bisogna spingersi più a nord, fino a Scharnitz, dove una strada forestale preclusa alle auto (ma si può percorrerla in taxi o in mountainbike) penetra nel cuore di queste montagne calcaree, tanto simili alle nostre Alpi Giulie e Carniche.

Per non andare tanto lontano, tuttavia, l’alternativa è di incominciare l’esplorazione dei Karwendel da sud, partendo da Hall, facilmente raggiungibile dall’Italia attraverso il Brennero. Hall dunque è la “porta di accesso” ai Karwendel Gebirge che suggeriamo ai nostri lettori. La piccola cittadina alla periferia est di Innsbruck è ricca di monumenti e di storia (è definita la Norimberga del Tirolo) e meriterebbe di per sé una visita. Ma oggi ne parliamo soltanto perché da Hall si accede alla Halltal (la valle del torrente Hall), che penetra anch’essa – ma da sud – ai Karwendel Gebirge.

A differenza della strada di Scharnitz, questa è accessibile alle auto. Non intimoritevi leggendo al suo inizio un cartello che minaccia cadute di massi e frane incombenti, per dissuadervi a procedere il viaggio. Non lasciate ogni speranza voi che entrate. Il burocratico messaggio serve soltanto a esonerare l’amministrazione locale da eventuali responsabilità civili, ma la strada è in ottimo stato e non più a rischio di qualsiasi altra strada di montagna. Tant’è vero che è percorsa ogni giorno in andata e ritorno da un autobus pubblico.

Dunque, imboccate la strada forestale della Halltal e percorretela per circa 2 chilometri fino a un parcheggio (il secondo lungo questa arteria) dove ha inizio, sulla destra, il sentiero 222 che sale al rifugio Bettelwurf. Il sentiero è ben segnato e ben tracciato (anche nei tratti dove attraversa conoidi ghiaiosi). Per raggiungere il rifugio supera un dislivello di circa 1000 metri, che richiede dalle 2 ore e mezza alle 3 ore di marcia.

Qui conviene pernottare per affrontare il giorno dopo la via ferrata di salita al Kleiner e al Grosser Bettelwurf (Piccolo e Grande Bettelwurf). Ovviamente si può compiere l’intero percorso in una sola giornata, ma il dislivello complessivo e il saliscendi tra i due Bettelwurf suggerisce di compierlo in due, anche per poter arrivare sulle due vette in ore del mattino, quando il panorama sul resto dei Karwendel è più nitido.

Il percorso di salita ai Bettelwurf comincia proprio alle spalle del rifugio omonimo, segnalato dalle consuete tabelle gialle dell’Alpenverein. Si può incominciare indifferentemente da uno o dall’altro dei Bettelwurf, compiendo un percorso ad anello, ma noi consigliamo di partire dal Piccolo, per le ragioni che spiegheremo più avanti. Il sentiero sale in direzione dell’ampia sella tra le due cime e, prima di raggiungerla, piega a sinistra, puntando verso il Kleiner Bettelwurf. Si superano brevi gradini di roccia, colatoi, cenge. Le difficoltà alpinistiche sono elementari e i tratti anche moderatamente esposti sono protetti da cavo metallico. Il tratto attrezzato con ferrata è giudicato di difficoltà A/B.

La cima si raggiunge in 2 ore e mezza dal rifugio. Si ridiscende per lo stesso percorso fino alla sella, da dove incomincia la ferrata per il Grosser Bettelwurf. Il primo tratto è quello più impegnativo (difficoltà C/D) ed è bene che sia così, perché chi non si sente in grado di affrontarlo non ha da far altro che girare i tacchi e ritornare alla sella e di lì al rifugio. Se invece si riesce a superare questo primo tratto, allora è certo che si arriverà anche in vetta, perché il tratto successivo è meno impegnativo (C) e verso la vetta diventa addirittura facile.

Da entrambe le cime (la differenza di altitudine è insignificante: 2650 metri il Kleiner e 2726 metri il Grosser Bettelwurf) si gode uno splendido panorama sul resto dei Karwendel Gebirge, che fa venire la voglia di ritornare, per estendere l’esplorazione all’intero comprensorio. Dal Grande Bettelwurf non serve ripercorrere in discesa la difficile via ferrata, ma si ritorna brevemente sui propri passi lungo la cresta, incontrando ben presto la diramazione a sinistra (sud) della via normale, che scende al rifugio percorrendo cenge e canalini. Anche questo tratto è in parte attrezzato con cavo metallico, ma la difficoltà è valutata di livello A/B, quindi modesta.

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CIMG2552Due parole sul rifugio Bettelwurf. La struttura è collocata su un balcone naturale rivolto alla valle dell’Inn; le fanno da corona alle spalle e ai lati i massicci dei Karwendel. La Bettelwurfhütte è un vero rifugio di montagna (non come la Rosshütte di Seefeld,  che assomiglia di più a una tavola calda), con una “Stube” accogliente e una terrazza da cui si gode un panorama superbo. Dispone di 62 posti letto ed è normalmente aperto dall’inizio di giugno a metà ottobre, ma per programmare una tappa ed eventualmente prenotare conviene telefonare (0043-5223-53353 oppure 0043-699-1068-40739) o inviare una e-mail a bockaufberge@bettelwurfhuette.at . La cucina offre specialità tirolesi, ma anche pane e dolci fatti in casa. La mezza pensione costa 43 euro (con lo sconto di 10 euro per i soci del Club alpino italiano). Il rifugio è gestito da Gabi e Robert Lukasser, due giovani coniugi di Innsbruck. La cordialità con cui accolgono gli ospiti, anche italiani, rimane tra i ricordi più graditi di un soggiorno anche fugace alla Bettelwurfhütte.

Nella foto in alto, il Piccolo e il Grande Bettelwurf dalla piana di Hall, nella valle dell’Inn. Nella foto in basso, Robert e Gabi Lukasser, gestori del rifugio Bettelwurf.

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