No, non c’è motivo di preoccuparsi per il futuro di Hypo Bank. Lo avevamo già scritto nei giorni scorsi, rispondendo a una lettrice, che si diceva allarmata per le difficoltà che la holding carinziana sta attraversando. Non c’è motivo di preoccuparsi per almeno quattro ragioni che qui di seguito cercheremo di illustrare in dettaglio.
Un bilancio in attivo. La prima ragione è che Hypo Bank Italia, di cui la lettrice si dice cliente, non ha problemi di bilancio. Certo è in difficoltà, perché i suoi clienti sono soprattutto piccole e medie imprese colpite dalla crisi, ma i conti sono a posto e anche quest’anno il bilancio dovrebbe chiudersi con un utile. Il risultato positivo è dovuto a un’oculata amministrazione delle risorse e gestione dei rischi. I problemi, dunque, non riguardano la banca italiana, ma la holding carinziana che ne possiede l’intero capitale e che per il secondo anno consecutivo chiuderà il bilancio in profondo rosso. Ma è proprio grazie anche agli utili che produrrà la controllata italiana se il bilancio consolidato del gruppo non sarà ancora più rosso.
Spalle ben coperte.Ma anche Hypo Group Alpe Adria, nonostante il considerevole deficit, non rischia per il momento nulla. Alle spalle ha Bayern Lb, la seconda banca tedesca, che ne controlla ormai due terzi del capitale e che nella holding carinziana ha ormai investito oltre 3 miliardi di euro. Si può dubitare del suo interesse a consolidarla e a renderla efficiente? Assolutamente no. Tant’è vero che nell’immediato futuro – come ha annunciato il ministro bavarese per le finanze, che controlla l’istituto di Monaco – è previsto un aumento di capitale. E la Bayern Lb come sta? Sembra guarita: lo scorso anno aveva chiuso il bilancio con 5 miliardi di deficit; quest’anno, dopo l’iniezione di 10 miliardi di capitale fresco, si è rimessa in moto e chiuderà il bilancio in attivo.
La garanzia del Land Carinzia. E veniamo alla terza ragione. Supponiamo – ma si tratta di un periodo ipotetico dell’irrealtà – che Bayern Lb decida di abbandonare a se stesso Hypo Group. Che cosa potrebbe accadere? Anche in questo caso non c’è alcun rischio, perché la banca carinziana gode di una garanzia del Land Carinzia di 19 miliardi di euro. Si tratta di una misura di protezione che in passato riguardava tutte le banche di proprietà regionale o comunale, come le Landeshypothekenbanken (anche Hypo Bank una volta si chiamava così) e le Gemeinde-Sparkassen e che impediva alle banche di fallire, perché in loro salvataggio sarebbero dovuti accorrere i Länder o i Comuni azionisti.
Problemi di concorrenza. Questa “protezione”, tuttavia, avvantaggiava le Landesbanken e le Gemeinde-Sparkassen, – rispetto agli altri istituti di credito – le quali godevano di un rating di affidabilità superiore soltanto perché avevano le spalle ben coperte. Da ciò il provvedimento dell’Unione Europea, nel 1999, che ha ordinato la graduale estinzione della garanzia pubblica a partire dal 2007. La garanzia del Land, che allora ammontava a 25 miliardi di euro, è stata ridotta di circa 2 miliardi all’anno.
Per il Land Carinzia, la garanzia offerta alla propria banca era un affare, perché veniva remunerata lautamente (48 milioni di euro tra il 2002 al 2007), in aggiunta ai dividendi distribuiti con gli utili di bilancio. Se attualmente il Land non incassa nulla, lo si deve a Jörg Haider, sempre affamato di soldi, che appena scoperta questa fonte di denaro si era fatto anticipare premi per 50 milioni di euro fino al 2010, premi che ha subito speso.
Hypo Group è una “Systembank”. È chiaro a tutti che se, in questo momento, al Land Carinzia fosse richiesto di mettere in atto la garanzia offerta di 19 miliardi, non saprebbe dove trovare i soldi. Ma anche in questo caso estremo – è siamo alla quarta e ultima ragione per rassicurare la nostra lettrice – interverrebbe lo Stato. Il Ministero delle finanze, infatti, ha definito Hypo Bank, per il suo significato economico complessivo, una “Systembank”, che “in caso di emergenza la Repubblica austriaca non lascerebbe cadere”.
Il precedente c’è già. Quando pochi mesi fa il Kommunalkredit (istituto specializzato nei finanziamenti ai Comuni) stava per fallire, lo Stato è intervenuto nazionalizzandolo. A titolo di curiosità, ricordiamo che il Kommunalkredit fino a un anno fa era di proprietà delle Volksbanken austriache, e il suo presidente, in seguito al quasi fallimento di Kommunalkredit era stato costretto a liberare il posto con due anni di anticipo rispetto alla scadenza del contratto. Da allora è rimasto senza lavoro? No, per sua fortuna. Si chiama Franz Pinkl ed è diventato presidente di Hypo Group Alpe Adria.
Nella foto, il palazzo di Tavagnacco disegnato dall’architetto statunitense Thom Mayne, che ospita la direzione generale di Hypo Bank Italia.