Sabato 18 Maggio 2024

L’impero immobiliare dell’austriaco René Benko scricchiola e potrebbe sgretolarsi prima di quanto si potesse supporre o temere. Di quello che, ogni giorno che passa, sembra sempre più un castello di carte, avevamo scritto in questo blog il 4 novembre scorso.

Dopo il fallimento della catena commerciale Kika/Leiner, se n’è aggiunto ora un altro in Germania. Ma mentre dalla Kika/Leiner Benko era riuscito a sfilarsi pochi giorni prima che ne fosse dichiarato il fallimento, rivendendola per 3 euro simbolici a un probabile prestanome, questa volta a fallire è una società direttamente controllata da Signa, la holding dell’esuberante immobiliarista austriaco. Un segnale molto inquietante.

Se poi aggiungiamo che in questi stessi giorni si è fermato un cantiere aperto da Benko nella centrale zona pedonale di Monaco di Baviera, dopo che già a inizio mese si erano interrotti i lavori all’Elbtower, il prestigioso progetto di Amburgo, in entrambi i casi per mancanza di liquidità, i segnali di un crollo imminente non mancano.

Arndt Geiwitz, il manager tedesco esperto in risanamento di società decotte chiamato a rimettere in sesto la Signa Holding, si è ripromesso di tirare le somme a fine mese, cioè tra pochi giorni, dopo aver sudato giorno e notte sulle carte del labirinto di società, che Benko aveva creato forse di proposito per confondere le cose. Dall’esame dei conti fatto da Geiwitz risulterebbe un debito in imminente scadenza di 200 milioni, dopo che l’estate scorsa ne era già stato saldato uno di 750 milioni e poche settimane fa un altro di 500.

Le esigenze immediate o a brevissimo termine di liquidità potrebbero essere tali da rendere molto difficile una ristrutturazione del debito del gruppo. I settimanali News (austriaco) e Der Spiegel (tedesco), facendo riferimento a fonti interne, riferiscono che sarebbero già in preparazione istanze di fallimento per le due più importanti società immobiliari della holding, la Signa Prime Selection e la Signa Development Selection. La svolta potrebbe avvenire già nella settimana entrante, con conseguenze drammatiche a livello europeo, perché ne sarebbero coinvolte banche, fondi di investimento, fornitori e, naturalmente, le agenzie delle entrate di più Paesi. Se dovessero emergere le condizioni per dichiarare il fallimento, è certo che Geiwitz non esiterebbe a farlo, dati i rischi di natura penale che comporterebbe un ingiustificato rinvio.

Molti ora incominciano a chiedersi se non siano mancati adeguati controlli, mentre René Benko andava costruendo il suo castello di carte. L’abilità dell’intraprendente imprenditore probabilmente era consistita proprio nel costruire attorno a sé un’immagine di affidabilità, che aveva convinto banche e investitori privati ad aprire i rubinetti.

Certo allo scopo dovevano essergli serviti gli eccellenti rapporti con il mondo politico che conta. Avevamo già riferito nel precedente articolo degli stretti rapporti con l’ex cancelliere Sebastian Kurz (Övp). Ma un’attenzione analoga Benko l’aveva riservata al fronte opposto, quello dell’Spö, nominando suo consulente l’ex cancelliere socialdemocratico Alfred Gusenbauer. Quali consulenze potesse offrire un uomo che in tutta la sua vita aveva fatto solo politica non si sa. Ma, dopo averlo fatto suo consulente, Benko lo aveva anche nominato alla presidenza del consiglio di sorveglianza della Signa Prime e della Signa Development. Il settimanale News rivela che in questo ruolo tra il 2020 e il 2022 Gusenbauer aveva incassato un onorario di oltre 7 milioni (oltre 2 milioni all’anno!).

La scoperta di simili prebende ha sollevato un’ondata di indignazione nel partito operaio da cui proviene Gusenbauer. Anche l’attuale segretario dell’Spö, Andreas Babler, è stato critico nei suoi confronti, pur esimendosi da un giudizio di esplicita condanna. Intervistato dalla Kleine Zeitung, ha dichiarato che “moralmente una partecipazione al sistema Benko dal mio punto di vista non è ok”.

Per chi non ne ricorda la biografia politica, segnaliamo che Alfred Gusenbauer è stato alla guida dell’Spö dal 2000 al 2008, negli anni della nascita del primo governo di centro-destra, con i socialdemocratici all’opposizione, e dal 2007 al 2008 era stato cancelliere. Ma Gusenbauer è famoso in Austria per un episodio che risale ai suoi anni giovanili, da presidente della Sozialistische Jugend (il movimento giovanile socialdemocratico). In quella veste nel 1983 aveva effettuato un viaggio in Russia e, all’arrivo all’aeroporto di Mosca, si era inginocchiato a baciare il suolo della patria del comunismo. Da allora sono passati 40 anni e Gusenbauer evidentemente non è più lo stesso. Com’è il detto? Si nasce incendiari e si muore pompieri.

NELLA FOTO, l’ex leader socialdemocratico Alfred Gusenbauer, a sinistra, con l’immobiliarista René Benko, quando “il mondo era ancora in ordine”.

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