Sabato 18 Maggio 2024

Velden, ballo del ginnasio Santa Orsola di KlagenfurtAustria, “terra di montagne, di fiumi, di cattedrali…”, come proclama l’inno nazionale (ne abbiamo riferito in questo blog proprio l’altro ieri). Ora aggiungiamo “terra di ballerini”. Sì, proprio terra di ballerini. Probabilmente non esiste altro luogo in Europa – sicuramente non in Italia – dove si balli tanto quanto in Austria. Non il ballo da discoteca, ben s’intende, ma il ballo da sala, che è un’altra cosa, perché è un evento sociale, un’occasione di incontro, per vedere e farsi vedere, per riaffermare un proprio ruolo o un’appartenenza. “Eventi sociali” di questo tipo in Austria ce ne sono a centinaia nella stagione del Carnevale, che qui incomincia subito dopo l’Epifania e si conclude la sera di martedì grasso.

Nella sola Carinzia di balli se ne contano ben 97. Questa sera, per esempio, c’è in calendario il “ballo dei lavoratori”, organizzato dal Partito socialdemocratico a Mittlern, villaggio della Carinzia orientale, e il ballo “Nati per essere famosi”, organizzato dal reale ginnasio vescovile “Santa Orsola” di Klagenfurt (frequentato da sole ragazze) al Casineum di Velden. C’è insomma da scegliere tra un evento “proletario” e un evento d’elite, se non altro per il luogo che lo ospita, le eleganti sale del casinò di Velden.

Ma – tralasciando i balli in programma tra Natale e Capodanno – la serie legata al Carnevale si è aperta in Carinzia fin dal 15 gennaio, con il ballo del ginnasio “Ingeborg Bachmann” di Klagenfurt nel Konzerthaus, la stessa sala che ha ospitato recentemente il congresso del partito di Haider (si veda il blog del 17 gennaio) e l’”Integrationsball”, il ballo degli immigrati richiedenti asilo politico di Lienz, ormai alla sua quinta edizione. Ve l’immaginate una serata del genere al Centro di accoglienza temporanea di Gradisca d’Isonzo? In Austria questo è possibile, persino nella Carinzia di Haider, dove ogni categoria sociale ha il suo appuntamento danzante.

Prendiamo, per esempio, la serata successiva, quella del 16 gennaio, che essendo un sabato vede un affollamento di proposte: a Ingolstahl, a Lind e a Lienz abbiamo il “Ballo dei cacciatori”, nella Bodental quello “dei boscaioli”, a Wolfsberg c’è il ballo parrocchiale (annunciato con il motto “semplicemente celeste!”), a Frantschach, a Lendorf , a Hermagor, a Reipersdorf, a Guttaring, a Frauenstein e a St. Paul il “Ballo dei contadini” (l’ultimo è ospitato nella sala mensa della millenaria abbazia benedettina di St. Paul), a Neuhaus un ballo nei costumi tradizionali carinziani, organizzato dall’Associazione Lederhosen (che vuol dire “calzoni di pelle”). E poi ancora, nella stessa serata, due balli in maschera (uno dei vigili del fuoco volontari di Napplach, l’altro dei ferrovieri di Arnoldstein), il “Ballo degli sportivi” di St. Margarethen, quello “dei pompieri” di Seeboden, quello “dei pensionati” di Reißeck. E poi ancora altri balli denominati genericamente “carinziani” a Griffen, Bad Bleiberg, Arnoldstein.

10.01.25 opernball250110reu726Nelle serate successive troviamo il ballo dell’Università, quello dei musicisti, quello degli industriali, quello delle associazioni combattentistiche e d’arma, quello della guarnigione militare di Spittal, quello degli sciatori, quello delle scuole turistiche, solo per citarne alcuni. Insomma, di tutto e di più. Ogni categoria, ogni classe di età ha il suo ballo, specchio fedele di uno Stato che probabilmente è l’ultima democrazia corporativa d’Europa.

L’evento clou, naturalmente, è il “Ballo dell’Opera” di Vienna, che si tiene il giovedì grasso e che conta più del ballo della Hofburg. Vi partecipano il capo dello Stato e il governo al completo, spesso capi di Stato stranieri, rappresentanti del corpo diplomatico, la crema della crema dell’imprenditoria, della cultura, dello spettacolo. Di rigore il frack, altrimenti non si entra. Suona l’orchestra dello Staatsoper, che discorsi. Si incomincia con l’ingresso delle debuttanti (e dei debuttanti) sulle note della “polonnaise” e si prosegue con i valzer di Strauss. È l’apogeo di una Repubblica che, pur avendo ripudiato il suo passato absburgico, nel suo subconscio lo rimpiange (l’Austria, del resto, è la patria di Freud). E, forse non a caso, il suo inno nazionale – quello citato all’inizio – è in tre quarti: non può accompagnare un passo di marcia, come l’inno di Mameli, ma può essere ballato. Come un valzer, appunto.

Nella foto in alto, le studentesse del reale ginnasio Sant’Orsola al ballo nel Casineum di Velden e, in basso, una visione dall’alto del sontuoso Ballo dell’Opera di Vienna.

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