Ci sarà una messa, domenica 31 gennaio, nel duomo di Gurk, in suffragio di Jörg Haider, nel 60. anniversario della nascita (che peraltro cade il 26). Nessuna cerimonia ufficiale, nessun invito, nessun discorso in programma. Venga chi vuole e chi s’è visto s’è visto. Basta poco in politica perché un astro improvvisamente precipiti e scompaia nel nulla. Anche se quell’astro si chiama Jörg Haider e fino all’altro ieri era uno dei protagonisti della politica austriaca. Anche se dopo morto la sua figura sembrava entrata nel mito.
Basta che il partito da lui fondato si spacchi in due e che i familiari del de cuius si schierino dalla parte sbagliata. Hanno fatto così la vedova Claudia, la sorella Ursula Haubner, l’ultranovantenne madre Dorothea. Hanno detto che a loro la divisione del Bzö e l’apparentamento della componente carinziana al partito liberalnazionale (Fpö) di Heinz-Christian Strache – ne abbiamo riferito nei giorni scorsi – non andava affatto bene e che anche a “lui” quell’ambigua operazione non sarebbe piaciuta.
Ma quelli che hanno voluto l’apparentamento – il segretario regionale Uwe Scheuch, il governatore in carica della Carinzia Gerhard Dörfler, l’assessore alle finanze Harald Dobernig, insomma lo stato maggiore che ora conta – se la sono legata al dito e, come non hanno invitato nessun rappresentante della famiglia Haider al congresso di sabato scorso (mai registrata un’assenza di Claudia Haider negli ultimi 23 anni), così hanno deciso di non far nulla per celebrare il 60. genetliaco dell’uomo che li aveva fatto crescere in politica e senza del quale oggi sarebbero tutti dei “signori nessuno”.
Una decisione di non far nulla che balza agli occhi, perché fin prima, invece, l’intenzione era di fare e di fare molto, così come l’11 ottobre, nel primo anniversario della morte di Haider, il Land, il Bzö e il Comune di Klagenfurt (ora retto da un sindaco del Bzö) avevano fatto a gara nel rubarsi a vicenda la scena con la celebrazione di messe di suffragio, l’esecuzione di concerti, l’inaugurazione di mostre e monumenti. E invece, dopo il congresso di sabato scorso, che con il 90,15% dei voti dei delegati ha sancito la vittoria dei “fusionisti” (di coloro, cioè, che vogliono fondere i due partiti della destra austriaca), la musica è cambiata.
Dörfler, che fino al giorno prima non riusciva a parlare di Haider senza che gli si inumidissero gli occhi, passa la palla del genetliaco a Dobernig e questi, a sua volta, la scarica a una sua funzionaria. Ci pensi lei. Salvo un rapido dietrofront, quando la notizia appare sulla “Kleine Zeitung”. Si spiega così il comunicato diramato ieri dall’ufficio stampa del Land, in cui l’assessore Dobernig invita tutti alla celebrazione di una messa in ricordo di Haider, alle 11 del 31 gennaio, nel duomo di Gurk “in accordo con la famiglia Haider”. Ma perché Dobernig e non, come era lecito attendersi, il Landeshauptmann? Perché Dobernig è assessore alla cultura – si spiega – settore che anche Haider aveva voluto per sé e nel quale era stato promotore di tante iniziative.
Insomma, le forme sono salve. La messa sarà celebrata dal parroco dell’abbazia di Gurk Gerhard Kalidz, accompagnata dal coro del duomo e dalla “Bauernkapelle Isopp”, un quintetto a fiati. “Tutte le carinziane e i carinziani – scrive Dobernig – sono cordialmente invitati”.