Dopo quattro anni di lavori di restauro e di ampliamento, ha finalmente riaperto i battenti il Wien Museum, a due passi dalla Karlskirche. Non è il museo più famoso di Vienna – ce ne sono altri più prestigiosi, che conservano tesori d’arte che richiamano visitatori da tutto il mondo – ma è probabilmente il più interessante, perché racconta la storia della città.
La racconta attraverso i documenti, le immagini, gli oggetti, come i tradizionali musei, ma anche in forme inusuali, come quelle del famoso “cavallo di Waldheim”. È un cavallo in legno alto quattro metri, realizzato nel 1986 su uno schizzo dello scultore Alfred Hrdlicka, quando scoppiò l’affare Waldheim. Ci riferiamo al presidente della Repubblica Kurt Waldheim, di cui il settimanale Profil, mentre era in corso la campagna per l’elezione presidenziale, rivelò il passato di ufficiale di cavalleria e di membro delle SA (la Sturmabteilung del Partito nazionalsocialista) nella guerra di sterminio nei Balcani e, da giovane, della Lega degli studenti nazisti (Nationalsozialistischer Deutscher Studentenbund).
La guerra di sterminio sempre nascosta dal presidente
Fino ad allora Waldheim aveva sempre taciuto nelle sue biografie questo ruolo politico e militare. E aveva continuato a negarlo anche dopo la serie di articoli pubblicati da Profil a firma di Hubertus Czernin, dal titolo “Waldheim e le SA”. Czernin – lo ricordiamo per inciso – è il giornalista che rese pubblici gli abusi sessuali del cardinale Herman Groër nei confronti di numerosi seminaristi e aiutò l’ebrea americana Maria Altmann a riavere il possesso dei dipinti di Klimt, che i predoni nazisti avevano sottratto alla sua famiglia dopo l’Anschluss (il giornalista compare anche nel famoso film “Woman in gold”) e che il governo austriaco rifiutava di restituirle.
La rivelazione del passato di Waldheim ebbe un’enorme eco internazionale, che isolò l’Austria per tutta la durata della sua presidenza e indusse addirittura il governo Usa a dichiarare Waldheim “persona non grata”, vietandogli vita natural durante di mettere piede in America. Il Partito popolare (Övp), che aveva candidato Waldheim, fece quadrato attorno a lui, negando ogni sua responsabilità nei crimini della Wehrmacht, tanto da indurre l’allora cancelliere Fred Sinowatz (del Partito socialdemocratico) a dichiarare con sarcasmo che “Kurt Waldheim non era mai stato membro delle SA, ma soltanto il suo cavallo”.
Un cavallo di legno a perenne memoria dei crimini
Era solo una battuta, che però è entrata nella storia. Le parole di Sinowatz ispirarono l’idea del cavallo di legno, che fu esposto a Vienna e poi trasportato in tutti i pochi viaggi che Waldheim riuscì a fare all’estero, a perenne memoria del suo passato criminale. E ora è collocato nell’atrio del Wien Museum, uno dei circa 1700 “reperti” – sicuramente il più grande – che raccontano la storia della capitale austriaca.
Abbiamo parlato così a lungo del cavallo di Waldheim per incuriosire il lettore a mettere piede nel Wien Museum, che nella sua nuova veste merita davvero una visita. Inaugurato nel 1959, l’edificio negli ultimi anni si era trovato in difficoltà per la mancanza di spazio e la necessità di una ristrutturazione. Il team austriaco di architettura Certov e Winkler + Ruck ha impiegato quattro anni per modernizzare l’edificio da cima a fondo e aggiungere uno spettacolare piano superiore: un cubo di cemento a vista che sembra come fluttuare sopra l’edificio originale. “Questo progetto è stato il mio preferito tra i 274 presentati fin dall’inizio – afferma il direttore Matti Bunzl – Sono rimasto impressionato da come lo studio sia riuscito a costruire un secondo edificio intorno a quello esistente. L’idea di un edificio nell’edificio è geniale nella sua semplicità.”
Ingresso gratuito come nei musei britannici
La riapertura del Wien Museum introduce un’importante novità: la mostra permanente è aperta gratuitamente a tutti, sul modello britannico. Nel Regno Unito l’ingresso ai musei statali è gratuito dal 2001. Il Wien Museum è il primo museo pubblico in Austria ad adottare questo approccio. Inoltre, vengono offerti numerosi programmi gratuiti per studenti, bambini e famiglie.
La mostra permanente di nuova concezione “Vienna. La mia storia” racconta la storia della città dal neolitico a oggi su tre piani e 3.300 metri quadrati. Il piano sospeso offre molto spazio per mostre temporanee insolite, per le quali è necessario un biglietto d’ingresso.
Quest’anno il museo ha in serbo mostre di alto livello. La prima, appena inaugurata, si intitola “Fischer von Erlach. Design di un’architettura storica” e inserisce il capomastro del barocco in un contesto contemporaneo. Al 23 maggio è fissato l’appuntamento con “Secessioni. Klimt, Stuck, Liebermann”, che presenterà i geni artistici che hanno avuto un’influenza decisiva sugli albori del modernismo a cavallo del 20. secolo a Vienna, Monaco e Berlino.
NELLE FOTO, il nuovo Museo di Vienna, la terrazza panoramica con la cupola della Karlskirche sullo sfondo e, infine, il famoso cavallo in legno di Waldheim.
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