C’è un tesoro nascosto in Carinzia, di cui si sente poco parlare: quello dei “Fastentücher”, i “veli quaresimali”. Sono come sipari di lino dipinto, che nei giorni della Quaresima nascondono alla vista dei fedeli quasi per intero gli altari delle chiese, con tutto ciò che sta dietro: crocifissi, sculture, dipinti. Ce ne sono in molti Paesi europei e anche in Italia, ma non così tanti, non così antichi, non così preziosi dal punto di vista artistico come in Carinzia.
L’usanza di velare le immagini di Cristo, come segno di penitenza, risalgono a mille anni fa e la consuetudine si è tramandata fino ai giorni nostri, limitandosi però alla copertura dei crocifissi con teli violetti. I “Fastentücher” carinziani, di cui stiamo parlando, sono invece delle vere opere d’arte, con immagini del Vecchio e del Nuovo Testamento dipinte su tessuti di grandi dimensioni, che venivano appesi davanti all’altare, quasi a voler separare la comunità dei penitenti dal “banchetto” della celebrazione eucaristica. Venivano rimossi o aperti soltanto il mercoledì santo, con riferimento alle parole del Vangelo “ed ecco il velo del tempio si squarciò”.
Un fenomeno inspiegabile è la scomparsa e ricomparsa di questi straordinari documenti della pietà popolare. Di molti di essi fino a qualche decennio fa si ignorava addirittura l’esistenza e poi sono improvvisamente riapparsi e continuano a riapparire (gli ultimi due sono stati ritrovati casualmente nel 2001 nella soffitta della chiesa di Pisweg). Attualmente ne sono stati individuati 300, non tutti di alta qualità artistica e non tutti in buono stato di conservazione, ma tutti di grande interesse storico. Chiunque può vederli, perché in questi giorni di Quaresima sono esposti nelle chiese della Carinzia che li posseggono.
I più antichi risalgono al periodo tra il 1458 e il 1629. Il più antico e il più interessante è quello del duomo di Gurk, piccolo comune di poco più di mille abitanti, ma importante perché qui ha la sua origine storica la diocesi carinziana. Il “Fastentuch” di questa chiesa risale al 1458 e ha una dimensione di quasi 9 metri per 9. Su di esso sono rappresentate, in 99 riquadri, 50 scene dell’Antico Testamento e 49 del Nuovo, attribuite al maestro Konrad von Friesach. Raccontano il piano di salvezza di Dio, dalla creazione del mondo alla crocifissione e resurrezione di Cristo. Una particolarità di questo velo è che nel piano divino, la storia religiosa si interseca con quella profana, inserendovi personaggi come Alessandro Magno, Giulio Cesare e Cesare Augusto.
I veli pasquali più antichi si trovano ad Haimburg, Reichenfels, Steuerberg, Baldramsdorf, Maria Bichl, Millstatt, Sternberg, St. Stefan am Krappfeld. Ma molti altri meriterebbero una visita, in particolare quelli di Kraßnitz, Straßburg – St. Stephan, Straßburg – St. Nikolaus, St. Peter bei Taggenbrunn, Metnitz, Lieding, Deutsch-Griffen, Pisweg und Dreifaltigkeit am Gray.
Una caratteristica dei “Fastentücher” della Carinzia è data dalla composizione delle immagini: al centro, una rappresentazione della crocifissione; tutt’intorno medaglioni con scene della Passione. Questo genere di immagini si trova soltanto nei veli quaresimali carinziani. Il più antico di questo genere risale al 1612 e si trova nella chiesa di St. Stefan am Krappfeld. Fino ad allora la superficie del velo era suddivisa in riquadri di uguale formato, come in quello di Gurk.
La riscoperta relativamente recente dei veli quaresimali ha ispirato molti artisti contemporanei. Si tratta di un fenomeno insolito, perché accosta a opere che hanno secoli di storia a opere create soltanto da pochi anni. Il più “antico” di questi nuovi veli quaresimali risale al 1983 e si trova a Klagenfurt, nella chiesa di St. Peter; ne è autore Karl Bauer. Altri artisti contemporanei, autori di “Fastentücher” moderni, sono Karl Wolschner (il suo velo si trova dal 1994 nella chiesa di Maria Saal), Peter Brandstätter (chiesa di Maria-Bichl, a Lendorf, 2000), Valentin Oman (parrocchiale di Latschach am Faakersee, 2006), Ferdinand Penker (parrocchiale di Strassburg, 2009).
Quasi tutte le chiese sono aperte per la visita ai veli quaresimali da metà mattina all’imbrunire.
NELLE FOTO, dall’alto, il velo quaresimale del duomo di Gurk, con i suoi 99 riquadri; il velo di St. Stefan am Krappfeld, con la nuova impostazione (gruppo della Crocefissione con medaglioni ai lati); il velo dell’artista vivente Valentin Oman, nella chiesa di Latschach am Faakersee.
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