Sabato 18 Maggio 2024

14.04.27 Vigili del fuoco, Feuerwehr_1566_Web - CopiaChe cosa hanno in comune gli italiani e gli austriaci? La risposta è difficile, perché, tanto per incominciare, bisognerebbe precisare meglio quali italiani e quali austriaci (la popolazione austriaca appare più omogenea di quella italiana, ma c’è comunque un abisso tra i viennesi e il resto del Paese).

 

In ogni caso, anche a prescindere da un’analisi più dettagliata, un elemento in comune emerge con assoluta chiarezza: la disistima per i politici. Duole dirlo, perché la politica è una cosa seria e di cui nessun popolo può fare a meno, ma purtroppo è così: nella classifica delle professioni più sgradite (o meno gradite) dagli austriaci quella del politico risulta al primo posto.

 

Lo studio è stato fatto dall’istituto Gfk e ha riguardato un campione rappresentativo di 1120 persone. A queste è stato chiesto quali fossero le professioni verso le quali nutrivano maggiore fiducia. Quella del politico è finita in fondo alla classifica, con il 20%.

 

Ai primi posti sono risultati invece i mestieri di vigile del fuoco, indicato dal 94% degli intervistati, infermiere (93), farmacista (90), medico (89), pilota (87), macchinista di treno o conducente di autobus (86).  A metà classifica troviamo i sindaci (54), gli attori (50), gli atleti professionisti (48). Più sotto gli assicuratori (43), i giornalisti (43), i pubblicitari (34).

 

Nella parte alta della classifica si trovano anche i poliziotti e, con un solo punto percentuale più dei sindaci, i sacerdoti e i religiosi. La considerazione nei confronti del clero un tempo era nettamente maggiore, ma è stata fortemente compromessa dagli scandali a sfondo sessuale venuti alla luce negli ultimi anni: insomma, oggi molte mamme austriache non si fidano più tanto a mandare i loro figli all’oratorio parrocchiale, ove ancora esista.

 

L’analisi che accompagna lo studio fa rilevare come ai primi posti si trovino professioni che svolgono un ruolo sociale, atteggiamento tipico in tempo di crisi. Quanto ai politici, la sfiducia nei loro confronti deriva sia dai casi di corruzione, sempre più frequenti, sia dall’immobilismo dimostrato negli ultimi anni. È curioso tuttavia notare che la disistima nei loro confronti è profonda, ma meno profonda di qualche anno fa, quando era scesa addirittura al 17%. Che cosa l’abbia fatta risalire ora al 20% è un mistero.

Lascia un commento