Domenica 2 Giugno 2024

14.05.10 migranti5 - CopiaAnche l’Austria ha una “green card”, come gli Stati Uniti. Si chiama “Rot-Weiß-Rot-Karte”, carta rosso-bianco-rosso, dai colori della bandiera, e dovrebbe aprire le porte al soggiorno sul territorio nazionale di forze lavorative qualificate, in particolare di quelle che in Austria mancano.

 

A tre anni dall’introduzione, tuttavia, la “Karte” non ha dato i risultati sperati. Lo scorso anno, per esempio – secondo quanto ha riferito la ministra dell’Interno Johanna Mikl-Leitner, rispondendo a un’interpellanza parlamentare – soltanto 1.702 stranieri sono entrati in Austria grazie alla carta rosso-bianco-rosso, su un totale di oltre 100.000 immigrati, provenienti in gran parte da altri Paesi dell’Unione Europea e 36.608 da Paesi terzi, un po’ più dei 35.085 che sono sbarcati sulle coste italiane dopo aver attraversato il Mediterraneo (per favore, prendere nota di questo dato: con un afflusso di immigrati superiore a quelli che sbarcano a Lampedusa, l’Austria, nazione grande come il nostro Nord-Est e con un settimo della nostra popolazione ha saputo affrontare l’emergenza senza precipitare nel caos e senza lamentarsi perché l’Europa non l’aiuta).

 

Gli stranieri provvisti di carta rosso-bianco-rosso sono stati relativamente pochi e non propriamente quelli per i quali lo strumento agevolativo era stato ideato. Secondo la statistica del Ministero degli interni, stilata alla fine del 2013, tra i detentori della “Karte” figuravano 86 persone “di qualificazione professionale particolarmente elevata” (quindi, per esempio, scienziati, manager industriali ecc.), 388 erano operai specializzati in settori produttivi non sufficientemente coperti da manodopera nazionale. Gli altri erano definiti “altre forze lavoro qualificate”, una formula generica che comprende tutto, anche i calciatori e i giocatori di hockey su ghiaccio reclutati all’estero da società sportive austriache.

 

L’utilizzo della carta rosso-bianco-rosso è valutata criticamente dagli esponenti del Neos, il nuovo movimento politico conservatore austriaco, collocabile in un’area che a livello europeo si potrebbe definire di destra liberale. Secondo i Neos le procedure per ottenere la “Karte” (titolo di studio, conoscenza della lingua tedesca, soglia di reddito) sono complicate e durano troppo a lungo. Il segnale che mandano è che gli stranieri non sono i benvenuti.

 

Secondo il Ministero degli affari sociali, invece, il meccanismo ha funzionato. Se 1.702 immigrati qualificati vi sembrano pochi, che importa? Al fabbisogno di manodopera qualificata basta e avanza quella che giunge, senza bisogno di permesso di soggiorno, da altri Paesi dell’Ue. Ne sa qualcosa l’Italia, che ha visto trasferirsi schiere di neolaureati in Austria in cerca di lavoro.

 

AUSTRIA VICINA è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina https://www.facebook.com/austriavicina

 

Lascia un commento