Sabato 18 Maggio 2024

11.04.14 16 Neuhaus, Museum Liaunig; scultura in legno di Peter DörflingerSe ci si vuole fare un’idea d’insieme dell’arte austriaca contemporanea, non serve andare al Mumok di Vienna o al Lentos di Linz. Basta visitare il Liaunig Museum di Neuhaus. È qui, nella Carinzia orientale, a 5 chilometri dalla Slovenia, in una località così piccola che si stenta persino a leggerne il nome nelle carte automobilistiche, che si trova la collezione più ricca e completa di arte austriaca dal 1945 a oggi: 2700 opere raccolte nel corso degli anni da Herbert Liaunig, industriale appassionato d’arte.

Aveva incominciato a comprarne fin da giovane, quando non aveva soldi e doveva farseli prestare o pagare a rate. Poi è diventato un ricco imprenditore, specializzato nel risanamento e rilancio di aziende decotte, e tutto è diventato più facile. Ha riempito di quadri i suoi uffici e persino i capannoni delle sue fabbriche, in tutto il mondo, fino a quando non ha saputo più dove appenderli e così si è deciso a costruirsi un museo, per mettere a disposizione del pubblico il suo patrimonio d’arte.

Il Liaunig Museum di Neuhaus è una realtà del 2008, quando è stato inaugurato il contenitore in vetro e cemento progettato dallo studio di architettura Querkraft di Vienna: un parallelepipedo lungo 166 metri, largo 30 e alto 7, che trafigge quasi una collinetta verde, affacciandosi dall’alto sul corso della Drava, poco prima che il fiume attraversi il confine sloveno. La struttura è a sua volta un’opera d’arte, fotografata in riviste di architettura di tutto il mondo.

Il “Liaunig” è un museo privato, realizzato senza alcun contributo pubblico e perfino snobbato dal potere politico: finora, per esempio, non vi ha mai messo piede nessun esponente del governo della Carinzia, neppure l’assessore alla cultura o quello al turismo, che pure dovrebbero essere interessati a un’istituzione che dà lustro al Land e richiama ogni anno (il museo è aperto solo da maggio a ottobre) alcune migliaia di visitatori. C’è stato però, privatamente, il presidente della Repubblica Heinz Fischer e questa la dice lunga sulle differenze di sensibilità.

Naturalmente non tutte le 2700 opere della collezione sono visibili in permanenza. Ogni anno ne viene proposta una selezione, secondo criteri che potremmo definire didascalici ai fini della conoscenza dell’arte figurativa austriaca. La selezione di quest’anno, per esempio, aperta al pubblico dal 1. maggio al 31 ottobre, propone quasi 300 opere di 53 artisti dal 1980 a oggi. Si intitola “Realtà e astrazione” e offre un saggio della produzione artistica più recente.

Gli anni ’80 rappresentarono in Austria un ritorno alla pittura. Ben per questo fu definito “il decennio della pittura” il nuovo slancio che riportò al centro dell’attenzione il dipinto su tela. Con gli artisti dei “Neuen Wilden” (i Nuovi selvaggi), che potremmo paragonare alla Transavanguardia italiana, la mostra presenta i più importanti esponenti del neoespressionismo austriaco, da Klinkan ad Anziger, da Mosbacher a Schmalix, da Scheidl a Damisch, solo per citarne alcuni.

La rassegna si propone di offrire un ampio sguardo sulla pittura austriaca del tempo e così, accanto ai “Neuen Wilden”, vengono presentate opere di altri artisti di quella generazione, come Reinhold, Swoboda, Taupe, Köchl, Januš. O di ex rappresentanti del Rem, il gruppo artistico attivo a Vienna tra il 1983 e il 1990, di cui esponenti rappresentativi furono ManfreDu Schu, Hannes Priesch e Irma Eberl. E, siccome Liaunig è un collezionista che non si ferma mai, nel suo museo si possono vedere anche opere recenti di questi artisti, appena acquistate, ora che il gruppo Rem non esiste più.

Ai criteri didascalici cui accennavamo prima corrisponde anche l’inserimento nella mostra di opere di Kocherscheidt, Kravagna, Messensee, Riedl o Korab, che appartengono alla generazione precedente, ma che ebbero un influsso determinante sui loro successori, quasi a sottolineare una continuità nella pittura, caratteristica dell’Austria.

Accanto ai dipinti, la mostra del Liaunig Museum presenta una molteplicità di opere plastiche e di sculture di autori austriaci e stranieri, da Crag a Caro, Mullican, Wurm, Dörflinger, Maderna, nonché di sperimentazioni con materiali inusuali, quali tessuti, carta, cartoni e plastica. Vi è infine la presentazione dell’opera completa del gruppo “Haus der Stäbe” di Walter Pichler.

Una particolarità della mostra è che non vi sono prestiti: tutte le opere esposte provengono dal deposito del museo. Altre particolarità sono legate alla natura privata dell’istituzione, che non dove rendere conto a nessuno di quel che fa. Per esempio il divieto di ingresso ai bambini sotto i 13 anni. Il museo è aperto dal mercoledì alle domenica e sono ammesse soltanto visite guidate ogni due ore, dalle 10 alle 16. L’ingresso costa 12 euro e consente la visita anche a un’ala sotterranea del museo dov’è custodita la collezione Akan, anch’essa di proprietà di Herbert Liaunig. Si tratta della più importante raccolta al mondo di oggetti d’oro del popolo Akan.

Informazioni si possono trovare al sito internet www.museumliaunig.at . Di solito non è necessario prenotare la visita, ma al sabato e alla domenica conviene farlo, perché c’è ressa. Controindicazioni per il visitatore italiano: le guide parlano soltanto tedesco o inglese. Lo scorso anno era disponibile anche una guida italiana, ma rimase sempre disoccupata, perché i visitatori dall’Italia furono 4 in tutto. Al museo se ne ricordano ancora divertiti: erano arrivati per sbaglio, credendo di visitare una mostra di auto d’epoca.

Nella foto, una scultura in legno di Peter Dörflinger esposta al Museum Liaunig di Neuhaus, nella Carinzia orientale.

Domani un’intervista a Herbert Liaunig.

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