Domenica 2 Giugno 2024

22.07.07 75 anni IV - CopiaSiamo abituati a pensare la Carinzia come un Land che vive di turismo, ma non è così. Questa immagine deformata ci deriva dal fatto che noi italiani la frequentiamo soprattutto da turisti. Frequentiamo le sue piste di sci a Pramollo o a Bad Kleinkirchheim, ci immergiamo nei suoi laghi celebri per la potabilità e trasparenza delle loro acque, scaliamo le sue montagne, facciamo shopping nei mercatini di Natale. In realtà il pilastro principale dell’economia carinziana è costituito all’industria, che contribuisce al 55% del Pil.

Il turismo ovviamente è importante, perché il Land offre luoghi incantevoli dove soggiornare (si sente spesso dire che “i carinziani hanno la fortuna di lavorare in luoghi dove gli altri ci vengono in vacanza”), ma il suo contributo al Pil non va oltre il 6,7%, che con l’indotto sale al 15% (dati di Statistik Austria relativi al 2019). In realtà un carinziano ogni due in età lavorativa percepisce il suo reddito dall’industria.

Consoliamoci, perché non siamo gli unici ad aver sottovalutato il ruolo dell’industria carinziana. È un errore che molti anche in Austria commettono, a tal punto che l’Industrielle Vereinigung (l’associazione degli industriali) della Carinzia ha sentito la necessità di ribadirne l’importanza e per farlo ha colto l’occasione del “giubileo” dei 75 anni della sua costituzione.

Lo ha fatto nel corso di una manifestazione svoltasi nel castello di Taggenbrunn (Alta Carinzia, dalle parti di St. Veit an der Glan), nella quale sono stati ripercorsi questi 75 anni, per far sapere com’era l’industria carinziana, uscita dalle macerie della Seconda guerra mondiale, come si è trasformata nel tempo e verso quali obiettivi punta ora. Timo Springer, presidente dal 2018, nell’aprire l’incontro ha rilevato “quanto sia impressionante vedere come sia fiorente l’industria uscita dalla guerra”. Ha poi lasciato parlare lo storico Thomas Zeloth, direttore dell’Archivio del Land, e soprattutto alcuni “grandi vecchi” dell’industria carinziana, che hanno offerto testimonianze di un mondo profondamente mutato nel corso dei decenni.

Nei primi anni dopo la guerra (i dati si riferiscono al 1951) il settore trainante era quello della lavorazione del legno, che allora rappresentava il 38,3% della produzione industriale, mentre ora continua ad essere importante, ma è sceso al 16%. Il settore metalmeccanico era al 9,9% ed è cresciuto fino ad arrivare oggi al 27,9%. L’elettronica nel 1951 era quasi inesistente (0,6%), mentre ora è il settore trainante, con il 33,9%.

Ma ciò che contraddistingue l’industria carinziana di oggi è l’impegno nella ricerca e sviluppo, che sono garanzie di futuro. Nel 2015 (i dati sono dell’Ihs) la Carinzia destinava il 3,15% del suo Pil a questo settore, preceduto dalla Stiria (5,16%) e quasi sullo stesso piano di Vienna (3,66%) e Alta Austria (3,18%). In Italia nel 2015 eravamo sotto l’1,4%. Ma l’aspetto più interessante è che il 79% degli investimenti in ricerca e sviluppo vengono dalle stesse industrie e da questo punto di vista la Carinzia è al primo posto in Austria, rispetto a tutti gli altri Länder, dove ha un peso maggiore la ricerca finanziata dal pubblico.

Il “giubileo” si è concluso con l’esibizione dei ragazzi del coro giovanile della Singakademie Carinthia, che hanno cantato “L’ode alla gioia” di Schiller, con cui Beethoven aveva voluto concludere la sua nona e ultima sinfonia. È stato l’unico momento musicale della giornata e la scelta del brano probabilmente non è stata casuale. Sottintende una visione europea del presente e del futuro da parte degli industriali carinziani, scevra da ogni sovranismo localista, un tempo molto di moda da queste parti. Quando le ragazze e i ragazzi della Singakademie hanno incominciato a cantare alcuni dei presenti si sono alzati in piedi: l’”Ode alla gioia” è pur sempre l’inno dell’Europa e come ogni inno non si può ascoltare da seduti.

 

NELLA FOTO, i vertici degli industriali carinziani al momento della consegna simbolica di un assegno di 75.000 euro alla redazione della “Kleine Zeitung”, per il suo progetto di aiuto alle persone in difficoltà denominato “Kärntner in Not”. Al centro, con l’”assegno” in mano, l’ex direttrice del giornale, Antonia Gössinger, e l’attuale direttore, Wolfgang Fercher.

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