Venerdì 24 Maggio 2024

Pamela Rendi-WagnerÈ donna la speranza del Partito socialdemocratico austriaco (Spö) di ridiventare primo partito e riconquistare la poltrona di cancelliere in un futuro governo del Paese. Si chiama Pamela Rendi-Wagner, ha 44 anni ed è stata appena eletta alla guida dell’Spö dal congresso federale riunitosi a Wels, cittadina industriale dell’Alta Austria. Il 97,8% dei poco meno di 600 delegati ha votato per lei. Un’elezione quasi plebiscitaria, che di solito porta male (quasi tutti gli ultimi leader socialdemocratici hanno ottenuto risultati simili e hanno fallito nel tentativo di rilanciare il partito, mentre il grande Bruno Kreisky fu eletto la prima volta con meno del 70%). Ma questa volta tutti sperano che porti bene. Così almeno ci pare di poter interpretare l’entusiasmo, quasi l’euforia con cui il congresso ha acclamato la vincitrice.

L’elezione – peraltro scontata, essendo la sua l’unica candidatura  – presenta un elemento di assoluta novità: è la prima donna chiamata alla guida di un partito che si appresta a celebrare i suoi 130 anni di vita e che finora era sempre  stato dominio dei maschi. Può non voler dire niente, ma può voler dire anche una voglia di cambiamento, per uscire dalle acque stagnanti degli ultimi anni, che hanno relegato l’Spö sui banchi dell’opposizione.

Intendiamoci, la socialdemocrazia in Austria conta ancora molto. Non ha subito il tracollo e le montagne russe di altri partiti di sinistra europei, a cominciare dal Pd. Alle ultime elezioni di un anno fa (15 ottobre 2017) ha ottenuto il 26,86%, lo stesso risultato di cinque anni prima, perfino migliorato di 4 centesimi di punto. Ma è stata scavalcata dal Partito popolare (Övp), che fino a pochi mesi prima sembrava agonizzante e che invece sotto la guida del nuovo, giovane segretario Sebastian Kurz ha fatto sfracelli, guadagnando oltre 7 punti percentuali e attestandosi al primo posto con il 31,47%. È toccato a Kurz, pertanto, formare il nuovo governo e lo ha fatto scaricando l’Spö (che aveva guidato il governo uscente, in cui Kurz era ministro degli Esteri) e preferendo l’Fpö, il partito dell’estrema destra populista e nazionalista.

Sono molti i fattori che hanno determinato questa svolta dell’elettorato (svolta a destra – occorre precisarlo – non per il risultato dell’Fpö, che in realtà non è cresciuto, ma ha soltanto inglobato altri partitini di destra ora scomparsi, ma perché l’Övp è a sua volta un partito di destra). Sono molti i fattori, dicevamo, ma al primo posto si colloca indubbiamente il modo in cui è stato affrontato il problema dell’immigrazione. All’ondata di arrivi in massa del 2015 il precedente governo aveva risposto con la politica dell’accoglienza, che corrispondeva ai principi di solidarietà del credo socialdemocratico, ma non teneva conto del disagio, per non dire della paura, delle classi meno abbienti, proprio quelle che fino ad allora avevano votato per l’Spö e che avvertendo il bisogno di sicurezza erano transitate nell’Fpö o nell’Övp. La correzione di rotta, che aveva portato ad alcune scelte eclatanti (ricordiamo che la proposta di schierare i panzer al Brennero era venuta da un ministro della Difesa socialdemocratico), non aveva convinto molto gli elettori ed era stata interpretata piuttosto come un segnale di confusione, più che una chiara linea del partito.

Altri fattori di crisi sono ascrivibili alla globalizzazione e al mutato scenario economico e sociale, che in Austria come nel resto d’Europa hanno messo in crisi tutte le sinistre. Con queste difficoltà dovrà vedersela ora Pamela Rendi-Wagner, che parte con un handicap in più: non è una creatura dell’Spö. Ha tutte le carte in regola per militare in un partito di sinistra: è nata in un quartiere popolare di Vienna da madre single, è vissuta in un alloggio di edilizia pubblica del Comune, ha dovuto affrontare molti sacrifici per farsi strada, ma si è iscritta all’Spö soltanto due anni fa, quando il precedente segretario del partito e cancelliere Christian Kern l’aveva chiamata a far parte del suo governo, come ministra della Sanità.

Rendi-Wagner ha infatti un brillante curriculum in campo medico. Si è laureata in medicina all’Università di Vienna, per poi specializzarsi in medicina tropicale, frequentando e diplomandosi in seguito alla London School of Hygiene and Tropical Medicine e al Royal College of Phisicians. Tornata a Vienna, ha lavorato all’Università della capitale e al Kaiser Franz Josef Spital, anche alla guida di equipe di ricercatori. Per qualche anno è stata docente di epidemiologia e di medicina della prevenzione all’Università di Tel Aviv e in quella di Vienna. Ha anche ottenuto un’abilitazione sul tema “Prevenzione attraverso i vaccini”.

Insomma, tanti studi in campo sanitario che forse non le serviranno nella sua nuova attività politica, anche se è probabile che la conoscenza della sofferenza umana le sarà ora di aiuto per affrontare i problemi che fanno “soffrire” i suoi concittadini. Senza dubbio, però, la tenacia con cui ha affrontato la sua carriera professionale si manifesterà anche ora alla guida del partito. Pur senza le doti retoriche del suo predecessore Kern, che sapeva incantare chi lo ascoltava, Rendi-Wagner è apparsa determinata e concreta nei suoi propositi e ha suscitato l’entusiasmo dei delegati, quando ha affermato di “voler diventare la prima cancelliera dell’Austria”. Erano le parole che volevano sentirsi dire, dopo anni di amari passi indietro.

Se alle parole seguiranno i fatti lo si vedrà già nelle prossime settimane. Soprattutto si capirà se la nuova leader avrà dietro di sé un partito, in cui da alcuni è considerata ancora un corpo estraneo. Ma le ragioni di fiducia ci sono: Pamela Rendi-Wagner sa di non essere soltanto la prima donna eletta alla guida dell’Spö, ma anche l’ultima sua speranza di rinascita.

 

NELLA FOTO, l’esultanza di Pamela Rendi-Wagner dopo l’elezione alla guida dell’Spö.

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