Sabato 18 Maggio 2024

19.11.26 Sciopero Öbb, Ferrovie autroache, treniOggi i treni in Austria si fermeranno per uno sciopero di due ore, dalle 12 alle 14, proclamato dal sindacato Vida, che rappresenta tutti i lavoratori del settore trasporti. La protesta riguarda soprattutto i ferrovieri delle Öbb, le Ferrovie austriache, non quelli della Westbahn (ferrovia privata che gestisce alcuni collegamenti sulla linea Vienna-Salisburgo) e nemmeno quelli dei tram e degli autobus, che dovrebbero – il condizionale è d’obbligo – funzionare regolarmente, forse con qualche ritardo.

La notizia dello sciopero ha un che di clamoroso, perché in Austria non si sciopera mai. Proprio mai. L’ultima protesta sfociata in un’astensione del lavoro risale al 2003 e anche allora furono i ferrovieri a incrociare le braccia. Negli altri settori del lavoro non si hanno notizie di scioperi da decenni, grazie a un sistema consociativo così collaudato che le parti sociali – datori di lavoro e sindacato – prima di giungere a una rottura sono capaci di condurre trattative notte e giorno per settimane, pur di sottoscrivere un accordo.

È andata così, per esempio, pochi giorni fa con i lavoratori del settore metalmeccanico. Giorni di discussioni infuocate tra le parti, conclusesi come era sempre avvenuto in passato con una soluzione accettata da tutti. Il trionfo di un sistema basato sull’accordo a ogni costo, forse perché sono rimaste impresse nella memoria le conseguenze tragiche degli scioperi nella Prima Repubblica, che avevano trascinato l’Austria su una china autoritaria, conclusasi con l’Anschluss nazista e la guerra.

Non si vuole che quel passato si ripresenti e così è stato inventato questo meccanismo meraviglioso della discussione all’infinito. Nel tempo è diventato quasi un rito. Le parti discutono, litigano, urlano anche quando hanno già trovato una soluzione. Dal corridoio si sentono le loro voci concitate e di tanta concitazione viene dato conto nelle cronache giornalistiche e radiotelevisive. Mentre magari quelli dentro la stanza si sono già messi d’accordo, ma fingono di non esserlo ancora, per far vedere poi che l’intesa raggiunta è stata il frutto di una enorme fatica.

Quando finalmente escono dalla stanza, si affacciano alla porta sudaticci, le maniche di camicia rimboccate, la voce roca e non si capisce se davvero hanno lottato fino a un minuto prima o se soltanto recitavano una parte. Ma che importa? Importa che lo sciopero – quella peste della società che aveva distrutto la Prima Repubblica – sia stato scongiurato.

Così era sempre andata in passato. Non questa volta. Le richieste dei ferrovieri avrebbero comportato per le Öbb un aumento dei costi del 10%, ritenuto insostenibile, perché avrebbe comportato un aumento delle tariffe o, in alternativa, un finanziamento da parte dello Stato, azionista unico delle ferrovie austriache. Le Öbb, a loro volta, sarebbero state disponibili a concedere un aumento del 3%, vale a dire un punto percentuale sopra il tasso di inflazione che attualmente si aggira intorno al 2%. Il sindacato ha fatto altri calcoli, giungendo a ritenere che l’aumento sarebbe stato soltanto dello 0,2% sopra il tasso di inflazione: una proposta definita indegna.

Quindi sciopero confermato. O no? Siamo in Austria e il discorso sulla trattativa ad ogni costo giustifica questo punto di domanda a poche ore dall’inizio delle sciopero proclamato. Si è continuato a trattare anche ieri, benché giorno di festa, e le Öbb hanno sottoposto al sindacato una nuova offerta migliorativa della precedente. La rappresentanza dei ferrovieri si riunirà questa mattina di buon’ora, per esaminarla, e decidere se accettarla o meno, revocando lo sciopero in zona Cesarini.

Al momento in cui scriviamo queste righe, ovviamente, non possiamo sapere come andrà. Tutto lascia supporre che lo sciopero si farà e che gli austriaci faranno conoscenza forse per la prima volta nella loro vita di questo strumento di lotta sindacale a molti di loro ignoto. O forse invece si troverà una composizione e i treni continueranno a partire e arrivare in orario, com’è tradizione in Austria. Lo sapremo soltanto oggi a mezzogiorno. Ciò che non sapremo mai è se il braccio di ferro tra Öbb e sindacato è realmente avvenuto o se si è trattato, come altre volte, di una messa in scena. In un caso o nell’altro l’applauso sarebbe comunque d’obbligo.

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