Nella Chiesa austriaca, sempre più in affanno per crisi di vocazioni, che fine ha fatto il movimento “Noi siamo Chiesa”? Ce lo ha chiesto un lettore, dopo la notizia data ieri della mancanza di sacerdoti e del ricorso a sacerdoti immigrati da altri Paesi, non solo europei. Il riferimento è a quel movimento di sacerdoti austriaci che nel 1995 si fecero promotori di una sottoscrizione popolare di un documento che proponeva il rinnovamento della Chiesa austriaca. La materia era articolata in 7 punti, di cui i due principali riguardavano il sacerdozio femminile e l’abolizione del celibato per i preti. Quella sottoscrizione raccolse mezzo milione di firme e soprattutto l’adesione di larga parte del clero austriaco.
Sembrava l’inizio di una rivoluzione e sembrava che la miccia fosse stata accesa qualche anno dopo, quando gli esponenti di “Noi siamo Chiesa” pubblicarono il documento “Aufruf zum Ungehorsam” (“Appello alla disobbedienza”). Ne avevamo riferito in questo blog il 1. ottobre 2011. Invece non ci fu alcuna rivoluzione. Il movimento ribelle continuò nella sua azione e continua anche oggi a farlo, ma quasi in sordina. Non se ne sente parlare nemmeno nei momenti di più duro confronto con la gerarchia ecclesiastica, che in qualche caso ha portato anche alla scomunica.
Attualmente il movimento di sacerdoti “Pfarrer Initiative”, da cui prese ispirazione l’”appello alla disobbedienza” del 2011, è presente in tutti i nove Länder dell’Austria, conta 385 membri e 3.433 sostenitori. Le sue iniziative e i suoi programmi sono comunicati nel sito web https://www.pfarrer-initiative.at/.
NELLA FOTO, Helmut Schüller, uno degli esponenti più conosciuti del movimento “Pfarrer Initiative”.
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