Sabato 18 Maggio 2024

“Gli ebrei sono un popolo abominevole, criminale, sanguinario… Allah, che nessuno di essi sopravviva!”. Sono frasi che si trovano frequentemente nei siti web della jihad o nelle emittenti radio di molti Paesi islamici. Ora sono apparse anche nella pagina Facebook di un imam di Vienna. È un predicatore della moschea “am Schöpfwerk”, nel quartiere di Meidling.

La frase menzionata era apparsa in Facebook in gennaio e non era la sola. L’imam aveva scritto anche “Oh Allah, sconfiggi gli ebrei e sostieni i mujaheddin che combattono in Palestina… L’omicidio scorre nelle loro vene, questi sono gli ebrei! Essi comprendono solo il linguaggio del sangue e dell’assassinio”.

Il paradosso è che l’autore di questi incitamenti all’odio predichi in una moschea frequentata prevalentemente da egiziani, che in passato era stata presentata dalla comunità islamica come “associazione per l’integrazione dei musulmani”. E che questo avvenga in un Paese europeo dove non solo è consentita libertà di culto ai musulmani, ma la loro religione è riconosciuta fin dal 1908 dallo Stato, che ne prevede l’insegnamento nelle scuole dove gli alunni musulmani superano una certa quota, con insegnanti pagati con fondi pubblici. Uno Stato dove gli imam sono presenti perfino nei reparti dell’esercito, equiparati ai cappellani militari.

Quando i post antisemiti sono divenuti pubblici, l’imam della moschea “am Schöpfwerk” è stato convocato dall’Islamische Glaubengemeinschaft (Iggö), organo rappresentativo degli austriaci di fede islamica, che lo ha rimosso dall’incarico. Intanto la Procura di Stato ha aperto un’indagine sui post pubblicati dall’imam, per verificare se il loro contenuto configuri il reato di incitamento all’odio.

Se tanto ci dà tanto, sarebbe interessante anche un’indagine retrospettiva sulle prediche tenute dall’imam incriminato. Non è un caso che gli episodi di antisemitismo in Austria (il più grave è stato l’incendio appiccato alla sala delle cerimonie nel settore ebraico del Cimitero centrale di Vienna) abbiano raggiunto lo scorso anno il numero record di 1.147, mentre non vi sia stato un solo caso di aggressioni a membri della comunità islamica o danneggiamenti ai loro luoghi di preghiera.

NELLA FOTO, l’edificio “am Schöpfwerk” che ospita la moschea dove l’imam predicava l’odio contro gli ebrei (la sede indicata dalla freccia è al piano terra, contraddistinta da grandi finestre a riquadri con cornice rossa).

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