Sabato 18 Maggio 2024

La seguente lettera ci è stata inviata da Sabrina Schütz-Oberländer, amministratrice delegata di Entwicklungsagentur Kärnten, l’agenzia che promuove gli investimenti aziendali in Carinzia. 

 

Egregio Sig. Di Blas,SenzaConfini

abbiamo letto con interesse il Suo recente contributo intitolato “Aziende in fuga nel paese delle meraviglie” apparso nel Suo blog. In qualità di società della Regione responsabile degli insediamenti in Carinzia avremmo piacere di esprimere il nostro parere sui punti da Lei citati e fare chiarezza sui seguenti fatti. 

Negli ultimi 15 anni sono state circa 400 le imprese fondate in Carinzia da investitori italiani. Queste 400 imprese operano nel commercio al dettaglio, nella gastronomia, nel turismo, nell’industria e nell’artigianato – dalla pizzeria fino all’impresa produttiva innovativa. Delle citate 400 imprese sono stati circa 110 insediamenti realizzati con il nostro supporto, cioè quello della Entwicklungsagentur Kärnten. Da dove nasce questa differenza? La Entwicklungsagentur Kärnten assiste e fornisce consulenza esclusivamente ad imprese che operano nei settori dell’industria, dell’artigianato, dei servizi alle imprese e del turismo. Tutte le altre attività vengono seguite da altre istituzioni o consulenti, come per esempio l’Aba-Invest in Austria, la Camera dell’economia della Carinzia, consulenti fiscali ecc. e non ricevono il nostro aiuto. Per questo motivo le cifre da noi pubblicate si riferiscono sempre solo ai già citati 110 insediamenti. 

 Vorremmo inoltre informarLa che progetti assistiti e insediamenti realizzati non sono la stessa cosa: parliamo di insediamento quando viene fondata un’impresa in Carinzia e quando viene firmato un contratto di locazione o acquisto. Attualmente Eak sta seguendo e lavorando su 82 progetti provenienti dall’Italia. Questo corrisponde a circa l’80% delle richieste relative a insediamenti aziendali in Carinzia. In base alle nostre esperienze, sul totale dei progetti elaborati, circa l’8% si concretizza con un insediamento. Per completezza vorremmo anche sottolineare che il processo di un insediamento – dal primo contatto con noi fino alla firma del contratto di locazione o acquisto – dura in media da uno a due anni. 

L’anno scorso, per esempio, abbiamo seguito circa 430 progetti italiani. Di questi sono in totale 28 quelli che hanno portato all’insediamento di un’impresa in Carinzia. I 12 insediamenti da Lei citati sono solo i nomi più rinomati degli ultimi 15 anni, ma rappresentano  una parte degli insediamenti effettivamente realizzati. 

Con il nostro ampio servizio One-Shop-Stop (che va dalla classica ricerca della sede all’accompagnamento durante le visite presso enti e autorità, all’assistenza nella compilazione delle domande di finanziamento e nelle procedure per ottenere le autorizzazioni, alla creazione di contatti con banche, consulenti fiscali, avvocati ecc. fino a un aiuto nella ricerca del personale) dal 2014 puntiamo la nostra attenzione su imprese innovative provenienti dal settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, su aziende produttive e fornitrici di servizi che dispongono di tecnologie produttive innovative e su imprese che puntano sulla sostenibilità, come per esempio imprese che operano nel comparto delle energie rinnovabili, logistica, turismo ecc. Ad altre imprese, come per esempio alle classiche attività gastronomiche o commerciali oppure a piccole strutture di vendita, offriamo la possibilità di usufruire di un servizio ridotto, cioè la possibilità di partecipare congiuntamente a una prima consulenza con noi e con Aba-Invest in Austria (agenzia che cura gli insediamenti in tutta l’Austria) e quindi di avere accesso ad avvocati, consulenti fiscali, banche ecc. che parlano italiano. 

Eak assiste imprese straniere che sono alla ricerca di una sede per espandersi o internazionalizzarsi. Con la nostra attività di marketing vorremmo proporre nei Paesi confinanti la Carinzia come prima scelta, nel caso in cui tali imprese intendano valutare delle nuove sedi. Non siamo quindi interessati a scatenare una fuga verso la Carinzia. Anzi, il più delle volte succede che, con l’aiuto delle loro attività espansionistiche all’estero, le imprese siano in grado di rafforzare e sostenere anche la sede nel paese d’origine. 

Cordiali saluti

Sabrina Schütz-Oberländer 

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La lettera dell’amministratrice dell’Eak incomincia a fare chiarezza sul ruolo e sui risultati dell’agenzia carinziana. Ribadisce che le aziende insediatesi nel Land austriaco sono tante (110), ma riconosce che soltanto quelle del nostro elenco sono le “più rinomate”. Se ne deduce che le altre sono “meno rinomate”. Cioè sono aziende minori, forse micro-aziende.

L’azione che svolge l’Eak – quella di incentivare gli investimenti in Carinzia di imprenditori italiani – è legittima e nel nostro blog non l’abbiamo mai messa in discussione. In un mercato aperto come quello dell’Unione Europea è auspicabile una mobilità degli investimenti. Giova a tutti. Ci sono imprenditori che scelgono di lavorare in Austria e, per quanto ciò possa sembrare incredibile, imprenditori austriaci che scelgono di lavorare in Italia (proprio in questo blog abbiamo riferito di alcuni casi). Ci sono aziende di altri Paesi europei che investono in Carinzia (recente il caso dell’Infineon) e investitori che acquistano aziende carinziane per poi chiuderle e trasferirne la produzione altrove (citiamo il caso Pomona).

Quello che abbiamo contestato nel nostro blog è l’ingiustificato convincimento che vi sia una “fuga” di aziende verso l’Austria. Siamo stati tratti in inganno tutti. Non solo noi, osservatori incompetenti, ma anche colleghi esperti come quelli de Il Sole-24 Ore e in Austria di Wirtschaftsblatt. Con la conseguenza che su un fenomeno che non esiste si è aperto un dibattito politico a livello nazionale.

Chiediamo a Sabrina Schütz-Oberländer di fare un altro passo e di rendere pubblici anche i nomi delle 110 aziende. Solo così tutto sarà chiaro.

 

Nella foto, Sabrina Schütz-Oberländer con Marco Di Giacomo della Danieli.

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Nuova mail pervenuta in data 23.7.2014

Egregio Sig. Di Blas!

In riferimento al Suo blog di ieri Le rispondo quanto segue:

1.)     Il menzionare determinate aziende non ha niente a che fare con la loro dimensione o il loro grado di innovazione. Tendenzialmente si preferisce naturalmente citare aziende famose, con le quali i lettori o gli ascoltatori hanno più facilmente affinità.

2.)     In quanto agenzia che si occupa degli insediamenti siamo obbligati all’assoluta confidenzialità nei confronti dell’opinione pubblica e dei media, sia riguardo ai progetti in corso che ai progetti di insediamento già attuati; questo significa che i progetti vengono presentati esclusivamente ai nostro organi interni. Vengono resi pubblici solo quei progetti per i quali è l’azienda stessa a rivolgersi al pubblico, per es. mediante una conferenza stampa all’avvio dell’attività. Queste aziende possono poi successivamente essere citate anche da noi. Per questo motivo non posso neppure fornirLe una lista delle aziende che si sono insediate dal 1999.

Resto a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento e porgo distinti saluti

Sabrina Schütz – Oberländer

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