Sabato 18 Maggio 2024

ok_intercold726kronhofer131 Hermagor, protesta luglio 2009Dalle parole ai fatti. La Refrion di Talmassons da due anni attendeva dal Comune l’autorizzazione ad ampliare lo stabilimento di Flumignano, dove fabbrica scambiatori di calore, avvertendo che altrimenti avrebbe delocalizzato in Carinzia, dove le stavano offrendo ponti d’oro. Ebbene, ora finalmente ha detto basta e ha attraversato il confine. L’azienda friulana non intendeva dare tanto clamore alla notizia, anzi non s’era neanche premurata di diffonderla, ma ci ha pensato l’ufficio stampa del Land a farlo: la Refrion – ha annunciato in una nota – insedierà una propria unità produttiva a Hermagor, investendovi 2 milioni e assicurando lavoro a una quarantina di persone. La nuova azienda – parte integrante del gruppo di Talmassons, che comprende la Xchange di Flumignano (scambiatori ventilati di calore di grossa potenza), la Rms pure di Flumignano (lamierati) e la Refrion di Villa Santina (scambiatori di calore non ventilati) – si chiamerà Refrion Kältetechnik e fabbricherà scambiatori di calore per la refrigerazione. Gli impianti saranno ospitati in un fabbricato preesistente della Intercold (azienda austriaca che ha cessato l’attività), che dovrà essere in parte ristrutturato con un contributo del Land di 70.000 euro. A carico del Land saranno anche parte dei costi di formazione del personale. La produzione potrà avere inizio già in marzo.

La notizia è stata commentata con grande soddisfazione dagli amministratori carinziani, perché di segno positivo in tempi in cui le notizie che girano riguardano soltanto fabbriche che chiudono o riducono l’attività, mandando a casa i lavoratori. A Hermagor, invece, è accaduto il contrario. “Da quando si è saputo che la Intercold stava per chiudere – ha dichiarato l’assessore alle finanze Harald Dobernig – il nostro obiettivo principale era diventato quello di offrire una prospettiva agli operai colpiti, perché potessero continuare a lavorare. Con l’insediamento della Refrion siamo riusciti a compiere un passo importante, che rappresenta anche un bel successo per l’intera vallata”.

Un bel successo che poteva essere invece di Talmassons e del Medio Friuli. Cos’è allora che qui non ha funzionato, al punto da costringere un’impresa a imboccare la strada dell’Austria? Daniele Stolfo, amministratore della Refrion non parla, perché – dice – non vuole alimentare nuove polemiche. Ma per lui parlano gli articoli di giornale apparsi negli ultimi due anni. La sua azienda, in crescita costante (90% della produzione all’export) chiedeva di ampliare lo stabilimento di 3.000 metri quadrati, su un terreno intercluso di proprietà nella zona artigianale di Flumignano.

Serviva però una variante urbanistica, perché quell’area nel piano regolatore figurava agricola. “C’era la volontà di venire incontro all’azienda – spiega Andrea Zanin, ex vicesindaco – ma non potevamo derogare alle norme del piano regolatore, che fissa distanze minime dalle abitazioni. Lo sviluppo non può prescindere dalla sostenibilità”. Proprio così. Il tira e molla è durato due anni, in Carinzia sono bastate due settimane.

Nella foto, operai della Intercold di Hermagor in agitazione in luglio, all’annuncio della chiusura dello stabilimento. L’arrivo di Erfrion ha ridato loro la speranza,

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