Sabato 18 Maggio 2024

08.07.00 01 Austrian Airlines (Aua), Airbus 319-100Alitalia e Austrian Airlines (Aua), due storie parallele. Per entrambe un passato da aziende di Stato, con produttività sotto zero e bilanci costantemente in rosso, che poi venivano portati in pareggio con soldi pubblici. La resa dei conti è venuta quando l’Unione Europea ha posto fine a questi interventi dello Stato, in palese violazione dei principi della concorrenza, e così tanto l’Alitalia che l’Aua, pressoché negli stessi mesi, si sono trovate a un bivio: portare le scritture contabili in Tribunale per chiedere la liquidazione o trovare un acquirente disposto a farsi carico della baracca.

 

Per Alitalia sappiamo come sono andate le cose. A salvare Aua ci ha pensato Lufthansa, che già qualche anno prima aveva fatto un’operazione analoga con la fallita Swissair (la compagnia elvetica ora è in espansione e produce utili).

 

 Lufthansa ha tentato di fare lo stesso con Aua, ma con minore successo. Le sinergie aziendali, l’eliminazione delle sovrapposizioni nelle rotte internazionali, il taglio delle destinazioni meno redditizie (ricordiamo che Aua negli anni ’90 era il più importante vettore aereo nell’Est Europa e verso l’Estremo Oriente, l’unico con volo diretto da Vienna all’Australia) non sono bastati. Il bilancio 2011 si è chiuso con una perdita di 66 milioni.

 

Il piano di risanamento è fallito per la gestione troppo onerosa del personale e gli alti costi dell’hub di Vienna. Ma per una compagnia aerea che si chiama Austrian Airlines e il cui baricentro sta nella capitale austriaca quell’hub non si può evitare. L’unico spazio su cui intervenire resta quello del personale, che, nonostante il passaggio di proprietà, ha continuato a godere di vecchi privilegi, ignoti ai colleghi della casa madre tedesca o della Swissair.

 

Qualche esempio può essere utile. Il personale di bordo ha un contratto di lavoro di 170 pagine, lo stesso di quando Aua operava in condizioni di monopolio. Esso prevede un massimo di 90 ore di volo al mese, di cui 70 considerate ordinarie e 20 sono pagate come straordinarie. Di conseguenza lo stipendio medio mensile di un pilota Aua è di 13.000 euro, cui possono aggiungersi altri 2.200 euro, se si arriva al tetto delle 90 ore. L’azienda incomincerà a tagliare da qui. Il nuovo contratto in discussione è stato dimezzato (71 pagine) e prevede 100 ore di volo al mese, senza straordinari e con possibilità di cambi di piani di volo con un minimo preavviso.

 

Un altro privilegio riguarda il trattamento di fine lavoro. Ora si calcola moltiplicando per 30 lo stipendio mensile, dopo 10 anni di anzianità aziendale; se l’anzianità supera il 25 anni, si moltiplica per 39. Una liquidazione, in questo modo, può raggiungere il mezzo milione di euro. Non sarà più così: i futuri pensionati dovranno accontentarsi di una liquidazione pari a 12 mensilità.

 

Il personale di terra non gode degli stessi privilegi, ma l’azienda intende intervenire anche su di esso. Non saranno ridotti gli stipendi, ma saranno semplificate le norme che riguardano le prestazioni e gli aumenti salariali, ora disciplinate fino al dettaglio, tanto da rendere quasi impossibile una riorganizzazione del lavoro. In futuro il management avrà maggiore libertà di impiego del personale e questo, ovviamente preoccupa il sindacato, che è già sul piede di guerra e minaccia di far scioperare 5.800 dipendenti della compagnia.

 

Ma la minaccia non spaventa nessuno. Sono passati i tempi in cui il sindacato poteva dettar legge. Ora è in gioco la sopravvivenza della compagnia. Con il prezzo del carburante raddoppiato negli ultimi 5 anni e i prezzi dei biglietti dimezzati per reggere la concorrenza, il fallimento scongiurato solo pochi anni fa potrebbe riproporsi. Lo scenario europeo, del resto, non è incoraggiante. La Spanair ha dovuto dichiarare lo stato di insolvenza, con gli aerei a terra perché non aveva i soldi per il carburante. In una situazione analoga si trova la compagnia ungherese Malev.

 

Al management il sindacato chiede maggiori investimenti, per rilanciare la compagnia sulle rotte di un tempo verso l’Est. Ma la risposta è che prima l’azienda va ristrutturata e resa più efficiente. Il pacchetto con tutte le misure di risanamento verrà deciso in una riunione del consiglio di sorveglianza il 29 febbraio.

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