Sabato 18 Maggio 2024

12.02.19 Telekom AustriaTelekom Austria, una delle poche società ancora parzialmente in mano pubblica (28% del capitale), era da tempo sospettata di essere al centro di una gigantesca ragnatela di corruzione. Chi erano i corrotti e perché erano stati corrotti? Dalle indagini tuttora in corso da parte dell’Ufficio federale per la prevenzione e la lotta alla corruzione (un nome interminabile riassunto nella sigla Bak) era emerso un pagamento di 1,1 milioni di euro ad Alfons Mensdorff-Pouilly, lobbista molto vicino al Partito popolare (Övp), marito dell’ex ministra Maria Rauch-Kallat, coinvolto a suo tempo nell’indagine sulle tangenti pagate per l’acquisto degli Euorfighter per l’aviazione austriaca. Altri 38 milioni la Telekom li aveva versati a titolo di onorari per consulenze a Peter Hochegger, altro lobbista, molto noto in Austria, per essere stato al centro di altre vicende di criminalità politico-finanziaria, tra cui la vendita di 60.000 alloggi pubblici a una immobiliare “amica”, ricevendo in cambio – lui e altri suoi compari – circa 9 milioni di euro di “mancia” in segno di ringraziamento.

 

Dunque, un mare di soldi, di cui non si sapeva e non si sa ancora con certezza la destinazione, anche se il sospetto è che siano serviti per oliare politici e alti funzionari dello Stato, per ottenere l’approvazione di leggi a favore di Telekom Austria. Un sospetto così diffuso che il Parlamento ha istituito una apposita commissione d’inchiesta. Anche qui, spesso, le commissioni servono da fumogeno per non far luce sui casi più spinosi. Così, almeno, è avvenuto quasi sempre. L’altro ieri, però, davanti ai parlamentari della commissione Telekom è comparso lo stesso Hochegger. E sotto il vincolo del giuramento ha fatto rivelazioni che, se confermate, svelerebbero un sistema di tangenti non molto dissimile, fatte le debite proporzioni, da quello di “mani pulite” in Italia vent’anni fa.

 

In 4 ore di interrogatorio, il lobbista è riuscito a mettere nei guai 28 tra politici in attività e a riposo e funzionari di tutti i partiti, tra cui persino l’ex cancelliere Alfred Gusenbauer (Spö). Rispondendo al fuoco di fila di domande, ha spiegato come alcuni di questi personaggi fossero a libro paga della Telekom, altri pagati direttamente da lui. Il compenso variava, naturalmente, in rapporto al ruolo e alla prestazione. La “retribuzione” per il cancelliere Gusenbauer, per esempio, era fissata in 100.000 euro all’anno, mentre Monika Langthaler, dei Verdi, si sarebbe accontentata di 25.000. Centomila euro sarebbero andati anche all’ex ministro Ernst Strasser (Övp), diventato poi eurodeputato, carica da cui si era dovuto dimettere lo scorso anno (ne abbiamo riferito in questo blog), dopo che un giornalista inglese aveva svelato le tangenti da lui percepite da imprenditori privati, per indirizzare nel “giusto verso” l’attività legislativa del Parlamento di Bruxelles.

 

Quali principali intermediari con il mondo politico, Hochegger ha indicato Heinz Lederer, già responsabile della comunicazione dell’Spö, e Walter Meischberger, ex segretario generale dell’Fpö ai tempi di Haider. Lederer e Meischberger (il secondo è coinvolto nell’affare multimilionario della vendita degli alloggi pubblici menzionata sopra) sarebbero stato in grado di “aprire tutte le porte”, rispettivamente nel Partito socialdemocratico e in quello liberalnazionale.

 

Per svolgere questo ruolo importante, Lederer sarebbe stato ripagato con 90.000 euro. Di molto meno (Hochegger non ha indicato la somma) si sarebbe accontentato Peter Schieder, responsabile per la politica estera dell’Spö; 40.000 euro sarebbero finiti nelle tasche di Karl Blecha, potente leader dei pensionati socialdemocratici.

 

Tra i principali beneficiati nell’area liberalnazionale, Hochegger ha indicato l’ex ministro Hubert Gorbach (264.000 euro una tantum), l’altro ex ministro Mathias Reichold (72.000 euro per consulenze), Reinhart Gaugg, già ai vertici dell’istituto previdenziale (30.000 euro).

 

L’elenco continua con altri nomi di tutti i gruppi politici. Non è certo che Hochegger, benché sotto il vincolo del giuramento, abbia detto sempre la verità (molti dei personaggi da lui citati lo hanno immediatamente smentito), ma le sue parole hanno sollevato comunque un’ombra di sospetto sull’intera classe politica austriaca.

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