Sabato 18 Maggio 2024

12.06.26 Austrian Airlines (Aua), pilotiPer Austrian Airlines (Aua), compagnia aerea austriaca – un tempo si sarebbe detto “di bandiera”  – è venuta la resa dei conti. Lufthansa, che l’aveva acquistata agonizzante nel 2008 (prima, come Alitalia, era una società semipubblica), in questi quattro anni ha tentato di risanarla e di riportarla in attivo, come aveva fatto qualche anno prima con Swiss Air. Ma l’impresa non è riuscita. La compagnia ha chiuso il bilancio 2011 con una perdita di 60 milioni e ha accumulato perdite addirittura superiori (quasi 67 milioni) nel solo primo trimestre di quest’anno.

 

Impossibile continuare così. La casa madre di Monaco ha dato mandato al suo amministratore delegato a Vienna, Jaan Albrecht, di praticare alla compagnia austriaca una cura da cavallo, in modo da riportare il bilancio in pareggio, se non in attivo, fin dall’anno prossimo. Nessun licenziamento, come era avvenuto altrove, ma semplicemente l’applicazione a tutti delle stesse condizioni contrattuali previste per il personale di Austrian Arrows (l’ex Tyrolean Airways della famiglia Swarovsky).

 

Austrian Arrows è una compagnia regionale, con base a Innsbruck, acquisita da Aua nel 1998. Piloti e personale delle due società svolgono le stesse mansioni, ma hanno un trattamento diverso. Quelli di Aua guadagnano di più, hanno meno ore di lavoro, a fine rapporto ricevono una liquidazione da sogno. Il piano di risanamento di Albrecht è molto semplice: dal 1. luglio le due società saranno fuse e a tutti sarà applicato il contratto più spartano dei tirolesi.

 

Una soluzione che ovviamente non poteva piacere alle maestranze dell’Aua, che in una animata assemblea l’hanno bocciata con il 90% dei voti. Ma il tempo delle interminabili trattative, tipiche del sistema consociativo austriaco, è finito. Albrecht ha fatto sapere che il piano troverà applicazione, piaccia o non piaccia. Piloti e personale di volo – le categorie più colpite – dovranno decidere: dimettersi e percepire le laute liquidazioni previste del vecchio contratto, o restare in servizio accettando il contratto nuovo, quello cioè che ai colleghi di Austrian Arrows è applicato da sempre.

 

Non si sa come andrà a finire. Finora hanno annunciato il proposito di andarsene 120 piloti (su 600) e 221 hostess e accompagnatori di volo (su 1500), ma è una scelta azzardata soprattutto per i primi, che rischiano di non trovare un nuovo lavoro e di rimanere a terra e, in caso di protratta inattività, perdere la licenza di volo. Un braccio di ferro rischioso anche per Aua, che a sua volta rischia di dover cancellare molti voli estivi, per mancanza di uomini.

 

Albrecht ha tuttavia negato che vi siano problemi. Al vuoto degli “esodati” sarà posto rimedio chiedendo al personale restante di rinunciare a ferie e a riposi e chiamando a operare sui vettori austriaci piloti di Lufthansa. L’operazione non sarà indolore nemmeno sul piano finanziario: tra liquidazioni ai dimissionari e spese di ristrutturazione, costerà quasi 100 milioni. Per ridurre il più possibile i disagi, Albrecht ha lanciato un appello a quanti hanno scelto di andarsene, invitandoli a cambiare idea.

 

Nella foto, piloti della compagnia aerea austriaca Austrian Airlines. 120 di essi stanno per andarsene.

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