Martedì 3 Dicembre 2024

La strada del passo di Monte Croce Carnico è chiusa dal 2 dicembre per la frana caduta sul versante italiano, che ha dissestato alcuni tornanti e gallerie. Non è stato disposto alcun intervento finora e, quand’anche si avviassero i lavori domani, l’arteria rimarrebbe comunque intransitabile tutta l’estate. L’impressione è che né da una parte, né dall’altra del confine si sia compresa la gravità del danno dovuto all’interruzione del transito stradale, che nella stagione turistica estiva sarà avvertito anche sulle spiagge adriatiche e non soltanto in Carnia.

I carinziani della zona a ridosso del passo si sono mossi da tempo e qualcuno ha anche promosso una raccolta di firme di cui abbiamo dato notizia mercoledì scorso, con il sostegno della Wirtschaftskammer, la Camera dell’economia, ma nulla di concreto è stato deciso dal governo del Land, a parte alcuni incontri con i partner del Friuli Venezia Giulia. Un’inerzia ancora maggiore si avverte in Friuli.

Contribuirà in qualche modo a smuovere le acque un “presidio” annunciato dal Patto per l’autonomia sulla statale 52 bis (quella che dall’Italia sale al valico), in prossimità del punto in cui la viabilità è stata interrotta dai massi. L’appuntamento è per domani, alle 15.

“La frana che ha travolto la strada per il passo di Monte Croce Carnico – si legge in un comunicato – ha aperto l’ennesima ferita nel territorio della nostra montagna. L’evento franoso avvenuto nel dicembre scorso, se ha colpito con maggiore forza il tessuto sociale ed economico della Valle del But, ha inferto un duro colpo a tutto il comprensorio carnico, privandolo (nell’eterno stallo dei lavori sul ponte del Fella) di un’altra importantissima via di comunicazione”. Il “presidio” in programma domani ha lo scopo di “sensibilizzare sulla questione e sollecitare la riapertura della viabilità”.

“Chiediamo alla maggioranza di centrodestra che governa la nostra Regione un’assunzione di responsabilità, a partire dalla chiarezza sulle proprie scelte – affermano Mirco Dorigo, Alex Mazzocato e Denis Baron del Patto per l’Autonomia Alto Friuli – Si proceda nei tempi migliori possibili con la messa in sicurezza del vecchio tracciato, ai fini di una solerte riapertura, e si prenda finalmente posizione contro il fantomatico progetto del tunnel portato pervicacemente avanti dal consigliere regionale di maggioranza Mazzolini contro ogni misura di buonsenso e contro ogni dato tecnico e di realtà. Chiediamo (come fatto responsabilmente da diversi sindaci, rappresentanti istituzionali e partiti del territorio, appartenenti a diversi schieramenti politici) un’azione congiunta e unitaria, di visione comprensoriale, che non usi un evento tragico a meri scopi elettorali, mettendo in contrasto comuni, vallate e comunità, che si contendono strade e progetti».

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