Domenica 19 Maggio 2024

16.04.18 Johann Peter Krafft, il ritorno del soldato della milizia - CopiaChi oggi, scendendo al capolinea della metropolitana U2 di Vienna mette piede nel nuovo quartiere di Seestadt, alla periferia est della capitale, stenta a credere che qui, dove ora sorge una città satellite che un po’ alla volta si sta popolando di 20.000 abitanti, fino a un paio di anni fa era aperta campagna. E gli riesce ancor più difficile immaginare che su questo terreno – che ora dista appena 20 minuti di viaggio dal centro della capitale austriaca – nel 1809 fu combattuta e vinta una delle più sanguinose battaglie contro Napoleone, scongiurando la conquista della città da parte delle truppe francesi. La zona dove ora c’è Seestadt allora era chiamata Aspern e Aspern è anche il nome con cui viene ricordata nei libri di storia quella battaglia, che costò ai francesi 21.000 vite umane.

Un interessante confronto tra il paesaggio di oggi e quello di oltre due secoli fa ci è offerto da tre tele monumentali che un pittore dell’epoca, Johann Peter Kraft, dipinse pochi anni dopo la battaglia e che vedono al centro l’arciduca Carlo, comandante delle truppe austriache vittoriose. L’arciduca e gli ufficiali del suo stato maggiore, tutti in candide uniformi immacolate, si muovono algidi a cavallo su un terreno disseminato di soldati feriti o morenti, avvolti dal fumo delle artiglierie.

Le tre tele, che appartengono a tre differenti collezioni di Vienna e del Liechtenstein, sono ora riunite nell’orangerie del castello del Belvedere, nella mostra dedicata a Kraft (1780-1856) dal titolo “Il pittore di una nuova Austria”. Kraft deve la sua fama, nel 19.mo secolo, proprio a dipinti di grandi dimensioni a fondo storico, come i tre della battaglia di Aspern, dopo essersi fatto un nome soprattutto come ritrattista. La mostra, aperta fino al 5 giugno, offre un’opportunità davvero unica di ammirare una vasta selezione di opere (quasi un centinaio) altrimenti inaccessibili, o perché appartenenti a collezioni private, o perché custodite nei depositi del Belvedere e non visibili al pubblico.

La rassegna dei dipinti esposti documentano il talento multiforme dell’artista e la sua statura internazionale (trascorse due anni di formazione a Parigi), ma consentono anche di gettare uno sguardo sulle vicende sociali e politiche di una intera epoca, quella che va dalle guerre napoleoniche agli anni seguiti alla Restaurazione, che vedono un mutamento radicale nell’assetto geopolitico dell’Europa centrale, spesso non sufficientemente preso in considerazione dagli osservatori non appartenenti all’area di lingua tedesca.

Le guerre napoleoniche vedono sfaldarsi il Sacro romano impero della nazione tedesca, di cui per quasi quattro secoli gli Absburgo avevano avuto la corona. Francesco II, figlio di Maria Teresa, ne è consapevole e con politica preveggenza nel 1804 si inventa un nuovo impero, quello d’Austria, che prima non esisteva. Per due anni, così, porta sul capo contemporaneamente la corona di imperatore del Sacro romano impero, con il nome di Francesco II, e quella di imperatore d’Austria, con il nome di Francesco I, finché nel 1806 il Sacro romano impero viene dichiarato definitivamente estinto e a Francesco resta soltanto il secondo titolo. È pur sempre un impero, ma non è più la potenza dominante in Europa e in particolare nell’area di lingua tedesca, dove negli anni che verranno diverrà preponderante il ruolo della Prussia.

Johann Peter Kraft torna a Vienna proprio nel 1804, dopo quei due anni di “apprendistato” a Parigi, e la sua pittura risente fortemente del nuovo clima politico che si è generato, che porta anche a definire una nuova visione della casa reale. La restaurazione è soltanto un vano tentativo di rimettere al loro posto le caselle che Napoleone aveva scompaginato, ma il mondo di ieri non c’è più e anche gli Absburgo, forse inconsapevolmente, assumono atteggiamenti sempre meno aulici e più vicini al popolo (l’aggettivo “populista” sarebbe fuorviante, per i significati che ha assunto in tempi recenti), secondo quella tradizione che è stata definita della “pietas austriaca”. Basti considerare l’atteggiamento dimesso della corte imperiale che, al di fuori delle cerimonie ufficiali, conduce una vita privata spartana. Del resto è l’epoca del Biedermeier e anche le residenze di villeggiatura della casa imperiale a Baden bei Wien appartengono a questo genere architettonico, dove è assente ogni esibizione di sontuosità.

Era inevitabile che questo clima politico e culturale si riflettesse nell’arte e Johann Peter Kraft ne è un testimone per eccellenza. Per questo è definito nel titolo della mostra al Belvedere “il pittore di una nuova Austria”. Nelle sue tele, anche in quelle storiche, la corte imperiale sembra al centro del quadro, ma l’attenzione è rivolta al popolo che la circonda, ai corpi feriti e moribondi che ricoprono le campagne di Aspern, all’uomo qualunque che Francesco I traghetta con la sua barca oltre lo stagno di Laxenburg, alla bara di un povero diavolo che lo stesso imperatore accompagna al camposanto. La “pietas austriaca” contraddistingue tutte queste storie raccontate con ricchezza di dettagli, che fanno di Kraft l’artista che segna il passaggio dal classicismo al realismo.

Straordinarie, in questo contesto, appaiono le tele monumentali del “Congedo del soldato della milizia” e del “Ritorno del soldato della milizia”, che rendono omaggio alla resistenza popolare contro Napoleone, esaltandone non gli atti eroici in battaglia, ma gli aspetti umani e familiari (la disperazione della moglie e dei figli alla partenza del loro marito e padre per la guerra e la loro gioia nel giorno del suo ritorno a casa).

Basterebbero queste due sole opere per giustificare una visita al Belvedere, ma la mostra è interessante anche perché consente di gettare uno sguardo sui disegni e sugli schizzi che Kraft tracciò in preparazione alle grandi tele, analoghi a quelli lasciatici da Michelangelo in preparazione degli affreschi alla Sistina. La galleria del Belvedere conserva oltre 200 di questi studi preparatori, molti dei quali sono ora esposti e consentono di comprendere meglio il percorso seguito dall’artista nella realizzazione dei suoi capolavori.

 

“Johann Peter Kraft, Maler eines neuen Österreich” (“Johann Peter Kraft, pittore di una nuova Austria), Orangerie del castello del Belvedere. Apertura fino al 5 giugno, ogni giorno ore 10-18 (mercoledì fino alle 21). Altre informazioni: www.belvedere.at .

 

NELL’IMMAGINE, il ritorno del soldato della milizia, dipinto da Johann Peter Kraft.

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