Sabato 18 Maggio 2024

Vienna, tra le grandi metropoli, è quella dove è migliore la qualità della vita. Il primato le viene confermato ormai da vari anni e non è un titolo che si acquista per caso, ma il frutto di una intelligente e lungimirante amministrazione. In questa città si respira aria buona, i servizi funzionano (in particolare il trasporto pubblico), l’offerta culturale è invidiabile, il tasso di criminalità è tra i più bassi al mondo.

Si inserisce in questa strategia il progetto del Comune di ridurre il traffico automobilistico privato nel centro storico, per renderlo più vivibile e meno inquinato. Per centro storico si intende l’area del primo distretto, quello all’interno del Ring, lambito a nord dal Donaukanal, dove si trovano il duomo di Santo Stefano, il Graben, la Hofburg, il Teatro dell’Opera, la Kärnten Strasse.

Si parla di riduzione, non di eliminazione del traffico, che sarebbe pura utopia. Attualmente l’area è percorsa giornalmente da 52.800 veicoli. L’obiettivo è di ridurne il numero di un terzo, limitando all’essenziale gli ingressi.

Se il piano entrerà in vigore e quando entrerà in vigore, potranno accedere senza alcuna limitazione al centro storico soltanto le auto di chi ci abita. Potranno accedervi anche i non residenti, ma con obbligo di entrare entro 30 minuti in un garage, altrimenti saranno multati. Sarà consentito l’ingresso di veicoli esterni anche per prelevare persone con problemi di mobilità, ma anch’essi dovranno farlo in meno di 30 minuti e poi allontanarsi dalla zona. Ovviamente non ci saranno limitazioni per veicoli della polizia, dei vigili del fuoco, per i camion della nettezza urbana e di altri servizi pubblici, per i taxi, per il carico e lo scarico di merce per le aziende situate nel distretto.

Per poter controllare che queste disposizioni funzionino realmente i varchi di accesso dal Ring al centro storico saranno ridotti dagli attuali 34 a 26. A ogni varco saranno installati videocamere che registreranno/fotograferanno i veicoli in ingresso. Le immagini delle auto autorizzate (residenti o incaricati di servizi pubblici) saranno immediatamente cancellate. Le altre saranno cancellate se il sistema elettronico di controllo registrerà il loro ingresso in un garage o la loro uscita entro i 30 minuti. Se queste regole non saranno rispettate, le foto saranno inviate direttamente alla polizia.

L’idea di liberare il centro storico dal traffico non è nuova. Era già stata avanzata da due anni fa dall’assessora al traffico di allora e dal rappresentante del primo distretto, ma era naufragata, per divergenze tra l’assessora (dei Verdi) e il sindaco Michael Ludvig (dell’Spö). Questa volta dovrebbe andare meglio, perché a riproporre il provvedimento è stata l’assessora Ulli Sima, anche lei dell’Spö, che però prima di muoversi ha voluto avere il placet del suo sindaco. Non solo: ha coinvolto nel progetto gli alleati di giunta del Neos e il presidente del primo distretto, Markus Figl (dell’Övp), nonché gli amministratori di tutti gli altri distretti della città.

Sono rimasti fuori soltanto i Verdi, che non sono più nella giunta della capitale, ma fanno parte del governo federale, junior-partner dell’Övp. Il problema sta proprio qui. Vienna ha non solo l’autonomia di un Comune, ma perfino lo status istituzionale equiparato a quello di un Land: sul traffico a casa sua può decidere ciò che vuole. Ma non può decidere sull’impiego di videocamere ai varchi d’ingresso, perché per questo strumento che interferisce con la privacy dei cittadini occorre un provvedimento di legge, da approvare in Parlamento. In altre parole, serve l’ok della ministra per il traffico, Leonore Gewessler, che appartiene al partito dei Verdi e che probabilmente non ha ancora digerito la bocciatura dell’analogo progetto presentato dalla sua collega viennese due anni fa e fatto naufragare dal sindaco.

Da parte del Ministero di Gewessler si è fatto sapere che si darà sostegno “con grande gioia” al nuovo progetto, ma che esigenze di protezione della privacy impongono di sottoporlo prima a un approfondito esame. Insomma, il sì non è scontato e forse Ulli Sima dovrà pazientare molto a lungo.

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