Giovedì 14 Novembre 2024

Si moltiplicano in tutto il mondo manifestazioni di solidarietà per le vittime civili della striscia di Gaza. Sono mancate invece analoghe manifestazioni di solidarietà per le vittime dell’attacco terroristico di Hamas alla popolazione civile di Israele. Anzi, più passa il tempo, e più si tende a confondere tra chi ha attaccato prima e chi dopo, chi ha mirato a obiettivi militari, pur sapendo che ne sarebbero andati di mezzo anche civili usati come scudi umani, e chi invece ha puntato direttamente contro i civili, con l’unico obiettivo di sterminarli. E, a distanza di quasi un mese dal massacro del 7 ottobre, si parla di scambio di prigionieri, senza rendersi conto che da una delle due parti non ci sono soldati prigionieri da scambiare, ma civili presi in ostaggio.

In Europa sono aumentati vertiginosamente anche gli episodi di antisemitismo, mascherati da antisionismo. In Austria ne sono stati registrati 200 soltanto dopo il 7 ottobre, significa il 400 per cento in più rispetto all’anno precedente. In questo blog abbiamo dato notizia dei più eclatanti: la bandiera d’Israele strappata dalla facciata della sinagoga nel centro di Vienna e l’incendio appiccato alla sala delle cerimonie nel settore ebraico del cimitero centrale, corredata da svastiche tracciate con la vernice sulle pareti esterne.

Ieri sera, finalmente, una parte della popolazione di Vienna ha reagito ed è scesa in piazza, per manifestare la propria solidarietà allo Stato di Israele e alla comunità ebraica presente nella capitale. Lo ha fatto nella Heldenplatz, la piazza degli Eroi, la stessa in cui nel 1938 una folla oceanica aveva festeggiato l’”Anschluss” alla Germania di Hitler. Ventimila persone hanno acceso le loro fiaccole per dire il loro no all’antisemitismo, alla violenza, al terrore, all’odio e soprattutto per chiedere la liberazione (non lo scambio) dei 220 civili ancora ostaggi di Hamas.

Alla manifestazione hanno preso parte anche i familiari di tre di essi, invitati appositamente da Tel Aviv. Ma in ricordo di tutti gli altri gli organizzatori avevano allineato nella piazza 220 sedie vuote. “Bring them home now”, “Portateli subito a casa”: questo lo slogan dell’evento, ripetuto spesso dagli oratori intervenuti nel corso della serata.

Il cancelliere Karl Nehammer ha fatto giungere ai partecipanti un messaggio di sostegno: “L’Austria è una democrazia libera e forte. Noi non ci lasceremo piegare dal terrore. Hamas deve liberare gli ostaggi”. In segno di solidarietà erano state accese candele a tutte le finestre della Cancelleria federale, distante solo poche centinaia di metri dal luogo della manifestazione.

Come si ricorderà, l’Austria è tra i 14 Paesi che l’altra settimana aveva bocciato la risoluzione dell’Onu per una tregua umanitaria immediata del conflitto sulla striscia di Gaza. Il perché del “no” austriaco lo aveva spiegato lo stesso Nehammer: “Una risoluzione, nella quale l’organizzazione terroristica di Hamas non viene neppure nominata, in cui non viene condannata la ferocia di Hamas del 7 ottobre e in cui non viene stabilito il diritto di Israele alla propria difesa in base al diritto internazionale, una risoluzione del genere non merita il nostro sostegno”.

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