Domenica 2 Giugno 2024

18.11.16 Famiglie in vacanza in Austria - CopiaCapita spesso, quando si incontra per strada qualcuno che non si vedeva da tempo, di chiedergli come stia, come vadano le cose in famiglia e addirittura nel suo Paese, se questo qualcuno viene dall’estero. Se chiedessero a noi come vanno le cose in Italia avremmo qualche imbarazzo a rispondere.

E se invece il nostro interlocutore arrivasse dall’Austria e fossimo noi a chiedere a lui come vanno le cose in casa sua? Nessun problema. Statistik Austria, che è l’istituto federale di statistica della Repubblica austriaca (come da noi l’Istat), quasi ci avesse letto nel pensiero, ha condotto uno studio proprio per rispondere alla domanda “Wie geht’s Österreich”. I risultati sono stati presentati in questi giorni e ci offrono importanti indicatori che riguardano l’economia, l’ambiente e più in generale quella che si usa definire la “qualità della vita”.

Andiamo a pescare a piene mani in questo studio, perché i dati che contiene sono interessanti di per sé, ma anche perché possono essere confrontati con quelli degli anni precedenti (Statistik Austria conduce la stessa indagine ogni anno dal 2012). La prima cosa che balza all’evidenza è che un buon terzo degli austriaci è felice della propria vita ed è felice di vivere in Austria. In una scala da 0 (niente affatto felice) a 10 (felice al massimo) la media austriaca si attesta al 7,9% (media europea 7,1%). Soltanto uno su nove si dichiara scontento, una aliquota in calo rispetto al passato.

Sul piano economico, le condizioni di vita degli austriaci sono in lenta, ma costante crescita. Il prodotto interno lordo (Pil), che misura quanto un Paese produce (o, in alternativa, quanto i suoi cittadini guadagnano), è cresciuto nel 2017 dell’1,7%, i consumi dello 0,9%. Ma, come ci insegna la statistica dei due polli, il reddito non è cresciuto in misura uguale per tutti. La forbice tra redditi bassi e super-redditi era già larga e si è aperta ancora di più. Il 25% dei redditi più bassi, anziché crescere, è sceso del 16,5%, mentre il 25% dei redditi più alti è ulteriormente cresciuto dell’1,8%.

Comunque sia, il 72% degli austriaci che lavorano si dichiarano soddisfatti della loro condizione: il Pil pro capite è così alto da collocare l’Austria al quarto posto in Europa. Il problema maggiore che avvertono gli austriaci riguarda la casa: costa troppo. Per il 7,1% della popolazione, le spese per l’affitto assorbono il 40% dello stipendio. Il costo per la casa era alto anche in passato, ma è aumentato negli ultimi anni anche a causa della politica monetaria della Banca centrale europea, che ha di fatto quasi azzerato i tassi di interesse dei titoli pubblici (salvo che in Italia, ma per altre ragioni che conosciamo). Chi vuole investire i propri risparmi non ha convenienza a acquistare bond, il cui rendimento è inferiore addirittura all’inflazione. Alcuni, non tutti, hanno preferito comprare immobili, con la conseguenza che i prezzi di mercato (e, per ricaduta, il costo degli affitti) è aumentato.

L’economia va bene, dunque, ma non per tutti. Il 18,1% della popolazione – ci avverte Statistik Austria – vive appena sopra la soglia di povertà, che in Austria varia dai 1200 ai 1600 euro (a seconda della composizione del nucleo familiare). Il dato non è lo stesso nei Paesi dell’Ue, perché è rapportato alla situazione economica in ciascun Paese. In Austria corrisponde circa al 60% del reddito medio.

Ma la qualità della vita di una nazione dipende anche da altri fattori. Lo studio di Statistik Austria ne esamina in particolare due: quello della salute e quello dell’ambiente. Quanto al primo, si registra un sensibile calo della mortalità, in particolare nelle persone affette da cancro o patologie cardiache. In altre parole, le cure offerte dal servizio sanitario funzionano.

Nel campo ambientale si registra un aumento delle superfici destinate a colture biologiche e questo è visto come un fenomeno positivo. Meno positivo è il consumo di energia, uno dei più alti in Europa, in proporzione alla popolazione.

Naturalmente, essere soddisfatti di come funziona il proprio Paese non significa automaticamente essere felici. La felicità non è il risultato di una buona politica o di una buona amministrazione dell’economia. Le ragioni per essere felici sono misteriose. Ed è per questo che un Paese che nel corso degli anni ha avuto buoni governi e che invidiamo per le eccellenze che può vantare, conta anche un numero così elevato di morti per droga (in Carinzia – avevamo scritto il 25 settembre – dieci volte più che in tutto il Friuli Venezia Giulia, che pure ha una popolazione più che doppia) o di suicidi. In testa alla classifica si colloca di nuovo la Carinzia. Ma di questo fenomeno avremo modo di riparlare.

 

NELLA FOTO, una famiglia austriaca soddisfatta di vivere in questo Paese.

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