Sabato 18 Maggio 2024

12.04.24 Vienna, Kunsthistorisches Museum, ponteggio sotto affreschi KlimtIn occasione del 150. anniversario della nascita di Gustav Klimt il Kunsthistorisches Museum di Vienna ha voluto celebrare a suo modo il grande artista, focalizzando l’attenzione dei visitatori sugli importanti dipinti murali che il celebre pittore e disegnatore progettò ed eseguì per lo scalone centrale del palazzo. Dipinti a tal punto importanti, che a qualcuno parve perfino inopportuna la loro presenza. Perché un museo, per definizione, è o dovrebbe essere un contenitore che serve a far conoscere e apprezzare delle opere d’arte e non a proporsi esso stesso come un’opera d’arte da ammirare, quasi mettendo in secondo piano i suoi contenuti.

 

Ci viene in mente, per contrapposizione, il Lentos Museum di Linz, un parallelepipedo in vetro e cemento, con nude pareti su cui spiccano le tele appese. L’edificio quasi scompare, per lasciare la scena ai tesori che custodisce. Al Kunsthistorisches Museum, invece, accade il contrario, perché l’edificio stesso è a suo modo un’opera d’arte, di cui porta la responsabilità (ma in concorso con molti complici, sia ben chiaro) il grande Klimt.

 

Il Lentos Museum, tuttavia, appartiene al nostro tempo, mentre il museo di Vienna appartiene al Gründerzeit viennese, quando la capitale voleva apparire davvero imperiale e i palazzi sul Ring – tra essi appunto il Kunsthistorisches Museum e il dirimpettaio Naturhistorisches Museum – dovevano esserne necessariamente i simboli. Con il risultato che chi entra per la prima volta in quel museo resta a bocca aperta già davanti a ciò che gli appare sulle pareti, prima ancora di aver salito lo scalone e di essersi seduto davanti alla tela dell’uomo dalla barba bianca di Tiziano, come il celebre personaggio di Thomas Bernhard.

 

Nel 1890, dunque, un anno prima dell’inaugurazione del Kunsthistorisches Museum, Gustav Klimt, suo fratello minore Ernst e il loro comune compagno di studi Franz Matsch ricevettero l’incarico di eseguire un ciclo pittorico, con il quale dovevano far conoscere ai visitatori le importanti epoche stilistiche dell’arte europea. Questo grandioso ciclo di immagini adorna lo scalone monumentale del museo ed è inserito nell’architettura delle colonne e delle arcate ad un’altezza di oltre 12 metri sopra il salone d’ingresso.

 

Un’idea meravigliosa, con un solo difetto: le immagini sono troppo piccole per essere godute come si conviene da quella distanza. Michelangelo, uno che di distanze se ne intendeva, qualche secolo prima aveva dato ai personaggi del suo giudizio universale, alle sue sibille, ai suoi profeti e a tutti gli altri personaggi che popolano la Cappella Sistina dimensioni gigantesche, perché anche da sotto si potesse leggere con chiarezza la passione, l’affanno, la gioia, il terrore che tormentava i loro volti. E possiamo immaginare che anche i reverendi cardinali, quando sono rinchiusi in conclave nella Cappella Sistina per eleggere il nuovo Papa, sentano incombere sulla loro teste quelle straordinarie pennellate michelangiolesche.

 

Le pennellate di Klimt e soci invece no. Troppo lontane, troppo piccole. Ed ecco allora l’idea geniale del Kunsthistorisches Museum per l’anno giubilare: offrire per la prima volta ai visitatori l’opportunità di osservare questi dipinti di Gustav Klimt, sul lato nord dello scalone monumentale, da distanza molto ravvicinata. A questo scopo è stato realizzato un ponte teso su tutta la larghezza del vano scala, che offre al visitatore una visione suggestiva delle immagini dei grandi dipinti. Insomma, una soluzione simile a quella pensata per il fregio di Beethoven realizzato dallo stesso Klimt nel palazzetto della Wiener Secession, solo che qui il “ponte” è stato montato da una normale ditta di ponteggi e non si è preteso di considerarlo esso stesso una “installazione artistica” (si veda il blog del 9 aprile).

 

In una mostra straordinaria nella Sala VII viene illustrata, inoltre, la genesi del ciclo dello scalone monumentale. In particolare viene posto l’accento sul “periodo del Ring” di Klimt. Quadri e disegni di proprietà del Kunsthistorisches Museum e prestiti da collezioni pubbliche e private austriache, svizzere e tedesche presentano un’ampia rassegna della sua opera, dai lavori del Burgtheater a quelli del Kunsthistorisches Museum, fino al “periodo d’oro” di Klimt.

 

Il ponte sullo scalone resterà montato purtroppo solo fino al 6 maggio. Chi vuole vedere da vicino gli affreschi deve dunque affrettarsi ad andare a Vienna. Poi Klimt tornerà ad allontanarsi e lo si potrà ammirare soltanto col binocolo.

 

Gustav Klimt im Kunsthistorisches Museum (Gustav Klimt nel Museo di storia dell’arte), fino al 6 maggio 2012, http://tourism.khm.at/it/novita/klimt-2012.

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