Sabato 18 Maggio 2024

10.05.28 Raiffeisen Zentralbank WienC’erano anche tre banche austriache, tra le 91 sottoposte allo “stress test”, per sapere se sarebbero state in grado di uscire indenni da una situazione di crisi. Sono l’Erste Group, la Raiffeisen Zentralbank (Rzb) e Bank Austria: tutte hanno superato la prova di larga misura. In realtà sul fronte austriaco le banche sottoposte al test erano soltanto le prime due, perché la terza – Bank Austria – è interamente controllata da Unicredit e i suoi risultati sono stati associati a quelli della holding italiana.

Il test simulava differenti scenari di crisi ed evidenziava le conseguenze che essi avrebbero avuto sul capitale proprio delle banche, quello su cui viene parametrata l’esposizione creditizia e che costituisce indice della solvibilità di un istituto. Una banca molto esposta sul fronte dei crediti alla clientela deve avere un adeguato patrimonio proprio, per l’eventualità che una parte di quei crediti non siano rimborsati. Quando molti clienti non riescono più a rimborsare le rate del mutuo o del leasing – è quel che è accaduto a causa della recente crisi in molte banche, alcune delle quali sono fallite o sono state salvate con la nazionalizzazione – il capitale si assottiglia e gli istituti di credito devono ridurre la loro esposizione o procedere rapidamente a una ricapitalizzazione.

Le tre banche austriache, come abbiamo detto, hanno superato brillantemente lo “stress test”. L’Erste Group è risultato avere un capitale proprio addirittura di due punti percentuali superiore alla quota del 6% richiesta per superare la prova, dopo uno scenario di crisi di due anni. Nell’ipotesi di recessione, la quota sarebbe scesa dal 9,2% di fine 2009 all’8,1% del 2011. Il successivo scenario di crisi (rischi connessi a titoli di Stato) avrebbe rosicchiato il capitale di Erste Group di un ulteriore 0,1%, facendo scendere la quota all’8%.

Per la Rzb la quota di capitale, dopo i due anni di crisi (recessione, aumento della disoccupazione, elevata caduta dei crediti), sarebbe scesa dal 9,3 al 7,9 per cento; l’ulteriore scenario legato a perdite nei titoli di Stato avrebbe ridotto la quota al 7,8 per cento, vale a dire soltanto due decimi di punto sotto l’Erste Group.

Erste Group e Rzb escono dunque a testa alta dallo “stress test”, come del resto era stato sempre previsto, ma questo non dice ancora nulla sull’affidabilità del sistema bancario austriaco. Se fossero state prese in esame altre banche – non soltanto Hypo Group e Kommunalbank, entrambe salvatesi dal fallimento per intervento dello Stato – le cose sarebbero andate diversamente. Invece la scelta ha riguardato i tre principali istituti bancari austriaci, che sono anche quelli che si trovano nelle condizioni più floride, tanto da non aver avuto bisogno di accedere agli interventi pubblici di sostegno (paragonabili ai nostri Tremonti bond).

Bank Austria, controllata da Unicredit, è la prima banca austriaca. Al secondo posto viene l’Erste Group, al terzo la Rzb. Tanto per capire di chi stiamo parlando, l’Erste Group è la più antica banca austriaca (“erste” vuol dire “prima”), fondata nel 1819 con il nome di “prima cassa di risparmio austriaca”). La Raiffeisenzentralbank è la capofila delle Casse rurali (Raiffeisen Bank) austriache, articolate su tre livelli: quello delle singole casse rurali locali, quello delle aggregazioni regionali e quello nazionale – la Raiffeisenzentralbank, appunto – nel cui capitale sono presenti con aliquote differenti le banche regionali.

Sia l’Erste Group che la Rzb sono molto presenti sui mercati del Centro e dell’Est Europa (la Rzb attraverso la controllata Raiffeisen International, con cui peraltro è in programma una fusione), ne hanno subito i contraccolpi dovuti alla crisi economica, ma, come si è potuto leggere dai bilanci e come lo “stress test” ha confermato ieri, hanno retto molto bene. Il nome dell’Erste Group è stato citato anche come quello del possibile acquirente della controllata italiana di Hypo Group, che dovrà essere scorporata dalla holding carinziana entro il 2011. Sarebbe nelle condizioni per farlo – ha i mezzi e non è ancora presente sul mercato italiano – ma è ancora presto per dire se si tratti soltanto di voci o di una concreta prospettiva.

 Nella foto, il palazzo della Raiffeisen Zentralbank a Vienna.

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