Domenica 2 Giugno 2024

13.09.29 14 Vienna, manifesti elettorali; Frank Stronach (Team Stronach)Due settimane dopo le elezioni in Austria diventa concreta la possibilità di una riedizione della “grande coalizione” tra socialdemocratici e popolari. Il cancelliere uscente Werner Faymann, come candidato premier dell’Spö, partito di maggioranza relativa, la scorsa settimana aveva ricevuto dal capo dello Stato l’incarico di formare il nuovo governo e ieri i vertici del suo partito e dell’Övp hanno deciso di avviare le trattative.

 

Partono da condizioni diverse. Quella dell’Spö appare la più debole, perché il partito aveva annunciato già in campagna elettorale di escludere qualsiasi collaborazione con l’Fpö, il Partito liberalnazionale, populista e xenofobo. Visti i risultati delle urne, se ora vuol governare, ha una strada segnata: può farlo soltanto con l’Övp.

 

I popolari, invece, non si sono preclusi la possibilità di altre alleanze, come quella a tre con i liberalnazionali e il Team Stronach del miliardario austrocanadese. Questo dà loro una maggiore forza contrattuale al tavolo delle trattative con l’Spö, potendo minacciare, se non saranno accontentati, la formazione di un governo con altri, come già fece Schüssel all’improvviso nel 2000. Segnali di voler alzare la posta sono già pervenuti. Sul fronte dei popolari, per esempio, c’è chi già chiede l’impegno a non introdurre nuove tasse e a non istituire la cosiddetta “Gesamtschule”, che equivarrebbe a una scuola dell’obbligo unica, come esiste in tutto il resto d’Europa (in Austria invece già dopo le elementari, che durano 4 anni, si deve scegliere tra quella che noi chiamiamo scuola media e la scuola di avviamento professionale di un tempo). I socialdemocratici, dal canto loro, vorrebbero introdurre una imposta patrimoniale, per sgravare i redditi da lavoro e quelli d’impresa, incontrando però la netta opposizione dell’Övp.

 

Il braccio di ferro sarà interessante perché, anche se la “Grosse Koalition” (la “grande coalizione”) appare alla luce dei fatti abbastanza probabile, non è affatto scontata. I socialdemocratici, come abbiamo detto, hanno già fatto la loro scelta, che è quella di tornare ad allearsi con i popolari. Questi si sono riservati una seconda opzione (accordo con Fpö e Stronach), che appariva abbastanza realistica fino a qualche tempo fa, ma ora un po’ meno.

 

Il partito del miliardario austro-canadese, infatti, è in fermento. Il vecchio capo, sceso in campo quasi per un capriccio e con un’idea a dir poco balzana della politica, si aspettava risultati migliori dal voto di due settimane fa. Anzi, si era addirittura illuso di poter essere il futuro cancelliere e di rivoltare l’Austria come un calzino. Il 5,73% ottenuto alle urne è stato per lui una amara delusione e, come capita a volte a chi è abituato a dirigere un’azienda e non a fare politica, ha dato la colpa agli altri, cambiando di punto in bianco e senza consultare nessuno tutti i dirigenti regionali del suo partito.

 

Non solo. Siccome nella campagna elettorale ha speso 25 milioni di euro, ora vuole che quei soldi (almeno due terzi) gli siano restituiti dalle organizzazioni periferiche del suo team, che, se lo facessero, si troverebbero sommerse dai debiti. Si può comprendere, dunque, come il Team Stronach sia in subbuglio, con parlamentari in procinto di uscire dal gruppo per accasarsi presso altri partiti. L’idea di entrare a far parte di un governo è l’ultima in questo momento a venir loro in mente.

 

Nella foto, il manifesto elettorale del Team Stronach, con il viso del suo padre-padrone e lo slogan della sua campagna: “fermare la potenza dei funzionari”. “Funzionari” sono per lui i politici di professione, di cui ha disistima come Berlusconi.

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