Domenica 2 Giugno 2024

x 07.04.06 Tavagnacco, Hypo Italia sede 1Le voci sui possibili acquirenti di Hypo Bank Alpe Adria si accavallano, assieme a quelle che parlano di esuberi di personale e, al tempo stesso, di organici insufficienti, soprattutto nella rete delle filiali. Insomma, quanto basta per mettere in allarme i sindacati, che hanno diffuso un comunicato congiunto – riservato ai dipendenti e non alla stampa – dal titolo: “Hypo Bank: quale futuro?”.

 

La novità più significativa è il comunicato in sé. Porta le firme delle quattro più rappresentative organizzazioni sindacali dei bancari: Dircredito, Fabi, Fiba-Cisl e Fisac-Cgil. Un evento “storico”, mai verificatosi in passato, che la dice lunga sulla gravità della situazione. “Non è ancora allarme rosso – ci ha dichiarato Ugo Fasano, responsabile Fabi – ma arancione sì. Il nostro comunicato testimonia la grande preoccupazione, non per la vendita della banca in sé, ma per la sorte dei nostri colleghi. In questa fase siamo alla ricerca di un dialogo con la direzione generale, cui abbiamo chiesto un incontro urgente, ma finora (è trascorsa una settimana, ndr) non abbiamo avuto alcuna risposta. Per questo la nostra preoccupazione è molto alta, perché il silenzio finisce per dar corpo alle voci che circolano”.

 

Su quelle “voci” Fasano non intende esprimersi, ma negli ultimi giorni sono diventate abbastanza concrete e articolate. Si parla della creazione di una sorta di “bad bank”, in cui si farebbero confluire tutti i contratti di leasing e le operazioni a medio-lungo termine deteriorate, mentre verrebbe scorporata e messa in vendita la “good bank”, vale a dire le filiali e la rete commerciale.

 

Chi potrebbe essere l’acquirente? Fino a qualche tempo fa si menzionavano nomi di banche austriache, che peraltro avevano tutte smentito il loro interesse. Più di recente veniva indicata la Banca popolare della Puglia e della Basilicata. L’ipotesi considerata oggi più probabile/possibile è che a comprare Hypo Italia sia invece la Banca popolare di Bari, finanziariamente più robusta della precedente. Che il compratore della filiale italiana di una holding austriaca, con sede alla periferia di Udine, arrivi dall’altra estremità dello stivale non deve parere strano. Basti ricordare che qualche tempo fa la Popolare della Puglia e della Basilicata aveva acquistato le filiali in Piemonte dell’Antonveneta, già passate a quel tempo sotto il marchio Monte dei Paschi di Siena.

 

La vendita dovrebbe avvenire entro il primo semestre 2012, perché così chiede l’Unione Europea, attenta alle regole della concorrenza nel mercato bancario, turbato dalla nazionalizzazione di Hypo Group avvenuta alla fine del 2009, per salvarlo dal fallimento certo. La holding carinziana, che ha un volume di bilancio di oltre 40 miliardi, dovrà sottoporsi a una cura dimagrante fino a perdere metà del suo peso. A questo scopo la direzione di Klagenfurt ha previsto di liberarsi sia di Hypo Italia (affidando la ricerca del compratore a Citigroup), sia della stessa Hypo Austria.

 

La scissione della controllata italiana in una “bad bank” e in una “good bank” non potrà essere indolore. Da ciò l’allarme dei sindacati, che nel loro comunicato interno – di cui disponiamo copia – “esprimono profonda preoccupazione e disagio per le ricorrenti voci di vendita e di riduzione del personale… Inoltre, il frequente stato di disorganizzazione operativa e il perdurante livello sotto organico, soprattutto in rete, stanno rendendo l’attività ordinaria sempre più critica”. “A tutto questo – si legge ancora nel comunicato – si aggiunge la mancanza di un orizzonte strategico di lungo periodo sul futuro della banca”.

 

L’impatto del documento sul personale è stato molto forte, come del resto era lecito prevedere. In particolare quel riferimento alla “riduzione di personale”, che secondo fonti bene informate riguarderebbe un centinaio di dipendenti, soprattutto della direzione generale di Tavagnacco. Ma che altre fonti vicine alla direzione definiscono invece “fantasioso”.

 

Secondo le organizzazioni sindacali il licenziamento di 100 dipendenti avrebbe ricadute sociali rilevanti in provincia di Udine, perché i licenziabili non sono, come si usa dire, “persone di rete” e non troverebbero facilmente uno sbocco presso altre banche, come poteva accadere una volta. Oggi i tempi sono difficili per tutti. Per questo i sindacati hanno sollecitato l’incontro con la direzione. Se non ci sarà, nei primi giorni della prossima settimana le quattro sigle sindacali torneranno a riunirsi per decidere la nuova strategia da seguire.

 

Nella foto, il palazzo della direzione generale di Hypo Bank Italia a Tavagnacco.

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