Sabato 18 Maggio 2024

11.10.22 saif al islam 2_010811ap_726Alcuni se lo ricordano ancora al funerale di Jörg Haider, quella mattina del 18 ottobre di tre anni fa. Chiuso in un elegante cappotto nero lungo fino al ginocchio, occhiali da sole, cravatta anch’essa nera e capo scoperto, come si conviene in simili circostanze. Se ne stava nel corteo funebre, un po’ defilato rispetto al “gotha” della politica austriaca convenuto a Klagenfurt per rendere omaggio alla salma del Landeshauptmann deceduto, e nessuno avrebbe immaginato che proprio quel giovane, dalla testa rapata a zero, apparentemente a disagio in mezzo a tanta folla, fosse proprio lui, Saif al Islam, il figlio secondogenito di Gheddafi, il giovane che fino a poco tempo fa sembrava destinato a succedere al padre alla guida della Libia.

 

Ora quelle immagini ritornano alla mente e danno conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, dello stretto rapporto di amicizia esistente tra Saif al Islam e Haider. Al rito funebre del governatore carinziano, tre anni fa, Saif al Islam era stato l’unico rappresentante di uno Stato estero ad aver voluto rendere omaggio allo scomparso e la sua presenza, sia pur discreta, aveva messo ancor più in risalto l’isolamento internazionale della Carinzia nel giorno del suo grande lutto, mitigato soltanto dalla partecipazione dei “presidenti amici” del Friuli Venezia Giulia e del Veneto e di una sparuta rappresentanza di leghisti, Borghezio in testa.

 

Il rapporto Haider-Saif era di lunga data. Da quando il figlio di Gheddafi aveva soggiornato a Vienna, acquistando una villa nel quartiere residenziale di Döbling, per frequentare l’università privata Imadec (International management  development consulting). I due si erano conosciuti, diventando subito amici. Haider, del resto, aveva una predilezione per i dittatori: era amico – o si era dichiarato tale – anche di Saddam Hussein, fecendogli visita un paio di volte a Bagdad.

 

Anche a Geddafi padre Haider aveva fatto visita più volte, accompagnato spesso da uno stuolo di imprenditori. Viaggi che avevano suscitato discussioni e polemiche in Austria, anche perché le motivazioni economiche si erano rivelate insussistenti: non sembra infatti che nessuna azienda austriaca abbia beneficiato di contratti di lavoro con il raiss.

 

Nel 2002 Haider aveva fondato la Società austro-libica che, a suo parere, avrebbe dovuto offrire “un contributo al processo di pace in Medio Oriente”. Alla sua morte la presidenza era stata assunta dalla vedova Claudia, che se n’è disfatta pochi mesi fa, dopo lo scoppio della guerra in Libia.

 

Del figlio Saif al Islam la stampa austriaca aveva riferito l’ultima volta nell’aprile del 2007, quando la direzione della Polizia federale di Vienna gli aveva concesso un’autorizzazione al porto d’armi, valido sull’intero territorio dell’Unione Europea. Un deputato dei Verdi aveva gridato allo scandalo: “Di nuovo le autorità privilegiano un gangster”. La polizia aveva replicato che “ognuno in Austria può richiedere un simile documento”. Quello concesso a Saif al Islam è valido fino a tutto il 2012, ma è difficile che gli possa ancora servire.

 

Nella foto, Jörg Haiderl con l’amico Saif el Islam, figlio di Gheddafi.

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