Sabato 18 Maggio 2024

La produzione di pistole non ha sofferto delle restrizioni dovute al Covid-19, tutt’altro. Certamente non ne ha sofferto la Glock, una delle più importanti aziende al mondo nella fabbricazione di pistole (oltre che di altre armi, come coltelli tattici, supporti per mitragliatrici, granate per addestramento). Il suo bilancio 2021 – di cui ha dato notizia il “Kurier” – presenta risultati da record, con un aumento del fatturato del 13,9%, per un totale di 888,8 milioni.

“Il 2021 – si legge nella relazione al bilancio, menzionata dal quotidiano viennese – è stato un anno caratterizzato da un grande aumento della domanda e da una produzione cresciuta al limite delle capacità dell’azienda”. L’utile, al lordo delle imposte, è stato di 262,69 milioni, con una crescita di 50 milioni, ed è entrato tutto direttamente o indirettamente nelle tasche del proprietario e fondatore Gaston Glock, che oggi ha 93 anni. Il capitale sociale, infatti, appartiene per il 99% alla fondazione privata Glock e per l’1% personalmente al suo titolare.

La Glock deve il suo successo all’intuizione del fondatore, l’ingegner Glock (nella foto), che negli anni ’80, invitato a progettare un’arma per l’esercito austriaco, ebbe l’idea di produrla in plastica, con soli pochi elementi in acciaio. Ne è nata così un’arma leggera, facile da usare e tra le più sicure nel funzionamento.

L’azienda era nata negli anni ’60 a Deutsch-Wagram, nei pressi di Vienna (in Bassa Austria), ma dal 1985 ha trasferito la sua sede principale a Ferlach, in Carinzia. Poco dopo è iniziata la sua espansione anche negli Stati Uniti, dove ha aperto uno stabilimento a Smyrna, in Georgia. Attualmente la Glock ha sedi anche in Cina, in Uruguay, in Brasile e negli Emirati Arabi e impiega 2.360 dipendenti. Produce 27 tipi di pistole, impiegate dall’esercito norvegese, oltre che da quello austriaco, dalla polizia di Londra, da quella austriaca, da varie unità speciali della polizia tedesca e da due terzi di tutte le forze dell’ordine degli Usa.

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