Sabato 18 Maggio 2024

19.10.23 Philippa Strache in Parlamento (dietro a Spö)Non poteva esserci scenario più solenne del Parlamento austriaco per suggellare la rottura definitiva e senza appello tra l’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista, e Heinz-Christian Strache, per 14 anni suo leader indiscusso, caduto in disgrazia nel maggio scorso per lo scandalo del video di Ibiza. È accaduto ieri, nella seduta di insediamento dell’assemblea legislativa, nella quale i 183 deputati neoeletti erano chiamati a prestare giuramento.

Tra questi anche Philippa Strache, moglie di Heinz-Christian. Ha giurato anche lei, quando è stato il suo turno, e subito dopo il nuovo segretario dell’Fpö, Norbert Hofer, ha chiesto la parola per annunciare che Philippa non faceva più parte del suo partito. Espulsa su due piedi con effetto immediato. La donna ha reagito d’impulso, abbandonando l’aula, senza nemmeno partecipare alla votazione dei presidenti e delle commissioni.

Se n’è andata di fretta, senza rilasciare alcuna dichiarazione, per cui non si sa se l’espulsione fosse un provvedimento atteso o se l’avesse colta di sorpresa. Non si sa nemmeno se prima di abbandonare il seggio abbia consultato al telefono il marito, che probabilmente seguiva la seduta in diretta tv da casa. Fatto sta che ha lasciato l’aula senza farvi più ritorno.

Con la cacciata di Philippa, che segue di pochi giorni alla “messa in quarantena” del marito, l’Fpö ha definitivamente tagliato i ponti con l’uomo che ne era stato alla guida per tanti anni, accettando il rischio che ora Strache crei un nuovo partito, a sua misura, e possa suscitare disorientamento nell’elettorato di destra alle prossime elezioni.

Secondo un sondaggio svolto la settimana scorsa dall’istituto demoscopico diretto da Peter Hajek, circa il 14% degli elettori tradizionali dell’Fpö darebbe “sicuramente” il proprio voto a un nuovo partito costituito dai coniugi Strache e il 35% lo darebbe “probabilmente”. Non sono percentuali elevate, ma rappresentano comunque voti sottratti all’Fpö, che, dopo aver perso clamorosamente le elezioni politiche di settembre, dopo essere crollato anche in quelle successive nel Vorarlberg, il prossimo anno rischia di uscire sconfitto anche dalle importanti elezioni al Comune di Vienna.

Certamente l’Fpö era consapevole di questa prospettiva, quando ha deciso l’espulsione di Philippa. Ma evidentemente ha ritenuto che avere i coniugi Strache nel partito il danno sarebbe stato maggiore. L’opinione pubblica austriaca, infatti, è rimasta sconvolta non tanto dalle tangenti russe discusse nella calda notte di Ibiza, ma dalla pubblicazione delle laute prebende di cui gli Strache avevano beneficiato: 42.000 euro al mese tra indennità di carica, compensi del partito, rimborso spese di 2.500 euro per l’affitto della residenza viennese, compenso di 9.500 euro alla moglie per improbabili consulenze prestate al partito.

Avvisaglie del temporale che ieri ha portato all’espulsione di Philippa si erano già notate nei giorni scorsi. Avevamo riferito dell’accesso negato a Strache alla pagina Facebook che porta il suo nome, ma che è di proprietà e viene gestita dal partito. Strache si era rivolto all’autorità giudiziaria, rivendicandone il controllo. Per evitare che ciò avvenisse, l’Fpö ha preferito chiudere la pagina, sacrificando i suoi 786.000 follower.

Venerdì è stata la volta di Philippa e della sua pagina Facebook: la direzione dell’Fpö ha deciso di chiudere anche quella.

C’era poi la questione del seggio promesso a Philippa al momento della composizione delle liste dei candidati, perché a quel tempo si sperava che, “premiando” la moglie con una carica che comunque le avrebbe assicurato un reddito di 8.930,90 euro al mese, il marito se ne sarebbe stato quieto in disparte. Le cose sono andate diversamente. Heinz-Christian Strache ha più volte manifestato il desiderio di ritornare in politica, nell’Fpö o contro l’Fpö.

Impossibile un dialogo e impossibile quindi tollerare la presenza di Philippa nel gruppo parlamentare. Già la settimana scorsa l’Fpö aveva deciso che non ne avrebbe fatto parte: fin dalla prima seduta del Parlamento, dunque, Philippa vi sarebbe entrata nella scomoda posizione di “indipendente”, isolata da tutti, senza possibilità di far nulla.

Perché non deciderne subito l’espulsione? Per convenienze di natura strettamente giuridica. Se fosse stata espulsa prima di entrare in Parlamento, il provvedimento sarebbe stato poi sottoposto alla ratifica degli organi di vigilanza regionali (nel suo caso, dell’Fpö viennese). Dopo il giuramento di ieri, Philippa, come tutti i deputati dell’Fpö, entrano di diritto a far parte della Direzione nazionale del partito e la competenza a ratificare la loro eventuale espulsione spetta agli organi di vigilanza nazionali.

Hofer, evidentemente, non si fidava dell’Fpö viennese, dove Strache conta molti fedelissimi, e annunciando l’espulsione di Philippa dopo il giuramento ha consegnato il suo destino ai “giudici” federali, che sicuramente confermeranno il provvedimento.

La prima seduta del nuovo Parlamento austriaco aveva pochissimi oggetti all’ordine del giorno, tra cui i più importanti erano l’elezione dei tre presidenti (qui non ci sono un presidente e dei vicepresidenti, ma si chiamano primo, secondo e terzo presidente). Non sta scritto da nessuna parte, ma per tradizione le tre presidenze vanno nell’ordine a esponenti dei tre partiti che hanno ricevuto più voti. Primo presidente, quindi, è stato confermato Wolfgang Sobotka (Övp), che già ricopriva la stessa carica nel precedente Parlamento. Lo stesso è toccato alla seconda presidente: Doris Bures (Spö). Terzo presidente è stato eletto Norbert Hofer (Fpö).

 

NELLA FOTO, Philippa Strache, relegata nell’ultima fila dei seggi parlamentari, dietro ai colleghi dell’Spö e lontana dai deputati del suo ex partito.

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