Sabato 18 Maggio 2024

19.10.22 Denaro contante, banconoteCi sono alcune cose che gli austriaci considerano come “vacche sacre” intoccabili. Una di queste è la neutralità, inizialmente subita come un prezzo da pagare all’Urss per riottenere la sovranità nazionale, mentre oggi è diventata inspiegabilmente un mito. Un’altra “vacca sacra” è il denaro contante, le banconote e le monete da tenere nel portafogli o nascondere sotto il materasso.

Un tempo erano una “vacca sacra” degli austriaci anche i libretti di risparmio e i conti bancari anonimi, che consentivano di nascondere allo Stato i soldi evasi al fisco o guadagnati illegalmente (c’erano anche molti friulani e veneti che possedevano alcuni di quei libretti in cassette di sicurezza oltreconfine). L’Ue ha imposto all’Austria di abolire l’anonimato ed è questa la ragione per cui ora gli austriaci temono che lo stesso prima o poi accada anche con il denaro contante. Un uso generalizzato dei pos e delle carte di credito renderebbe tracciabile il percorso del denaro e questo disturba molti cittadini, soprattutto quelli il cui reddito non è tassato alla fonte, come i dipendenti del pubblico impiego, i lavoratori subordinati o i pensionati.

La resistenza opposta da molti all’uso di bancomat, carte di credito, bonifici bancari ha incontrato il sostegno dei principali partiti di destra, di centro e di sinistra: Fpö. Övp e Spö. Nell’ultima seduta del Parlamento, prima del suo scioglimento, queste tre forze politiche sono riuscite a far mettere in votazione una proposta di legge per introdurre l’obbligo del denaro contante addirittura nella Costituzione. La conseguenza sarebbe stata non già l’abolizione dei pagamenti digitali, ma la possibilità, per chi lo vuole, di continuare a pagare in contanti, evitando il rischio che un giorno alcuni uffici o alcuni negozi non accettino più banconote.

Il provvedimento di legge è stato approvato dai deputati dei tre partiti, ma evidentemente non da tutti. Il Parlamento austriaco ha 183 seggi e per l’approvazione di una legge costituzionale serve una maggioranza di due terzi (122). Övp, Spö e Fpö insieme avrebbero potuto contare su 165 voti, ma vi sono state molte defezioni e così non sono stati raggiunti i 122 voti richiesti. Il denaro contante continuerà quindi ad essere utilizzato nei pagamenti, ma senza l’usbergo della Costituzione.

Ma quanto denaro viene mobilitato in Austria utilizzando banconote o monetine? La Banca nazionale austriaca riferisce che su 5 miliardi di transazioni effettuate all’anno, 3 miliardi sono in contanti. La minaccia temuta di vedersi respingere dal ristorante, dal tassista, dal supermercato il contante è quindi piuttosto remota, tant’è che lo stesso governatore della Banca nazionale, Ewald Nowotny, aveva sostenuto che “non vi fosse alcuna ragione per cambiare la situazione”.

Gli austriaci però sono molto prudenti e hanno davanti agli occhi lo “spettro” della Svezia, dove ormai il denaro contante non è quasi più in circolazione. Secondo la Banca reale svedese, infatti, soltanto il 13% delle transazioni avviene ancora in contanti. La stragrande maggioranza della popolazione preferisce la carta di credito. Perfino in chiesa, al momento dell’offertorio, il sagrestano non porge più il cestello delle monete, ma un pos. E nelle toilette pubbliche si accede non più infilando la monetina nell’apposita fessura, ma facendo leggere il proprio bancomat. Vi sono addirittura negozi e locali pubblici che espongono la scritta “Vi hanterar ej kontanter”, “non accettiamo contanti”. E pensare che era stata proprio la Svezia, nel 1661, primo Paese in Europa, a introdurre le banconote!

È questo lo scenario futuro che spaventa gli austriaci, al punto da voler sancire con una legge costituzionale la sacralità del denaro contante. Per accontentarli, i partiti hanno fatto il tentativo, ma forse senza troppa convinzione e non ci sono riusciti.

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