Indagini di camorra svolte dalla Guardia di Finanza in quel di Napoli hanno portato gli inquirenti ad estendere le ricerche in Carinzia. Qui sarebbero state riciclate ingenti somme di denaro provenienti da scommesse clandestine in Italia. Ai colleghi austriaci la Procura di Napoli ha chiesto di effettuare perquisizioni in sette abitazioni, per recuperare il denaro ed altri documenti relativi al riciclaggio.
In questi casi la competenza per dare esecuzione al mandato europeo emesso dalla Procura partenopea è toccata alla Procura di Stato di Graz, mentre di pari passo si è mossa anche la Procura nazionale anticorruzione (Wirtschafts- und Korruptionsstaatsanwaltschaft), che probabilmente potrebbe a sua volta aprire un fascicolo sul caso.
L’aspetto più sconcertante della vicenda è che le perquisizioni non hanno riguardato illustri sconosciuti, ma tre ufficiali di polizia, uno dei quali è Michaela Kohlweiss, direttrice della Polizia della Carinzia, in altre parole la donna che sta al vertice delle forze dell’ordine nel Land. Si può solo immaginare l’imbarazzo dei poliziotti che alle 7 del mattino del 10 ottobre (la perquisizione è avvenuta in quella giornata, ma se n’è avuta notizia soltanto oggi) hanno suonato alla porta della loro comandante, esibendo il mandato di perquisizione. L’intervento, da quel che si è appreso, è durato alcune ore e, in esecuzione dello stesso mandato, ha portato anche al sequestro del telefono cellulare e del tablet di Kohlweiss.
Ma ancor più sconcertante è il fatto che nel momento in cui la perquisizione aveva luogo già si sapeva che la direttrice della Polizia carinziana sarebbe completamente estranea alle indagini e che nell’emissione dei mandati di perquisizione vi sarebbe stato uno scambio di persona. La pista carinziana, infatti, era stata individuata dalla Finanza italiana in seguito all’interrogatorio di una donna lituana di 38 anni, in contatto con il clan camorristico Polverino, proprietaria di un negozio di moda a Klagenfurt. Questa avrebbe dichiarato di essere amica di “un capo della polizia” austriaco.
Quel “capo della polizia” sarebbe diventato “capa della polizia”, quando da una intercettazione ambientale in un caffè di Napoli qualcuno avrebbe menzionato il nome di Michaela Kohlweiss. Ma davvero ne era stato fatto nome e cognome? O ne era stato fatto soltanto il nome che, pronunciato da un napoletano, potrebbe aver cambiato genere (da Michele a Michaela)? Fatto sta che la lituana coinvolta nella vicenda, messa a confronto con la direttrice della polizia carinziana (supponiamo non personalmente, ma attraverso fotografie), avrebbe dichiarato di non conoscerla e di non sapere nemmeno chi fosse.
Insomma, potrebbe trattarsi di un clamoroso equivoco. L’avv. Gernot Murko, legale della comandante Kohlweiss ha definito “la perquisizione, il sequestro e le indagini del tutto prive di fondamento”. Alla base del massiccio intervento delle forze dell’ordine vi sarebbe “un verbale di intercettazione ambientale evidentemente incompleto e difettoso nella traduzione di un colloquio orecchiato in un caffè di Napoli”. Murko è andato oltre: “Ci si chiede – ha commentato – se d’ora in avanti ogni austriaco dovrà fare i conti con una perquisizione domiciliare basata su accuse inconsistenti e potrà vedersi sequestrare telefonini e computer”.
L’intera polizia della Carinzia (e non solo la polizia) sta ora con il fiato in sospeso, in attesa che la loro “direttrice” sia scagionata. Per il momento possiamo limitarci a dar conto delle indagini in corso, come ci sono state riferite dalla Procura di Stato di Graz e dalla Procura nazionale anticorruzione.
Il primo dato certo è che sono state eseguite sette perquisizioni. Una è quella nell’abitazione di Michaela Kohlweiss. La seconda riguarda un ufficiale di polizia di 43 anni. Altre due perquisizioni sono state effettuate in altrettanti appartamenti che fanno capo a un poliziotto di 51 anni, in servizio nella Polizia criminale del Land. Le ultime tre perquisizioni hanno riguardato appartamenti riferibili alla donna lituana, due dei quali situati a Klagenfurt, il terzo in un comune lungo la riva del Wörthersee.
Da parte di Caroline Czedik-Eysenberg, portavoce della Procura nazionale anticorruzione, vi è una dichiarazione ufficiale che riportiamo: al momento sono tre le persone indagate, di cui due sono ufficiali di polizia (un maschio e una femmina). I reati contestati sono di abuso d’ufficio, corruzione e corruttibilità. Vi sarebbe il sospetto che la poliziotta indagata sia stata preventivamente informata delle perquisizioni e abbia fatto sparire denaro e oggetti di valore.
NELLA FOTO, Michaela Kohlweiss, direttrice della Polizia del Land Carinzia.
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