Sabato 18 Maggio 2024

Se dovessimo associare un Paese del mondo al Natale non avremmo dubbi nell’indicare l’Austria. Del resto è qui che è stata composta “Stille Nacht”, in tempi non sospetti (cioè due secoli fa, quando il Natale non era diventato ancora un prodotto di consumo com’è oggi) ed è dall’Austria che abbiamo copiato i mercatini detti, appunto, di Natale.

Oggi, dunque, è Natale. Ma è lo stesso di due o tre anni fa? Di prima dell’epidemia e della guerra in Ucraina? O qualcosa è cambiato? Che significato diamo oggi a questa giornata, che è di festa per i credenti, ma anche per i non credenti.

L’istituto demoscopico Market di Linz ha posto queste domande agli austriaci, per conto del quotidiano “Der Standard”. Risulta che solo sei austriaci su dieci hanno l’impressione che tutto sia come prima. Il 39% ritiene che si sia ancora lontani dalla normalità. Le ragioni sono più d’una e una di queste è il Coronavirus. Il 18% degli intervistati lo teme ancora e per questa ragione ha evitato di festeggiare il Natale con amici e colleghi come un tempo.

Un terzo condivide l’opinione che “a causa della crisi energetica ed economica quest’anno non c’è ancora un Natale normale”. Lo ritengono in particolare le persone con basso reddito o che hanno una visione pessimistica della vita. E alla domanda se quest’anno spenderanno per i regali più dell’anno passato, il 34% risponde che spenderà di meno. Soltanto il 6% vorrà spendere di più: sono per lo più i giovani o i genitori con figli piccoli a farlo.

Ma che cosa è cambiato rispetto al passato? Quasi la metà degli intervistati (il 44%) osserva che ci sono meno luminarie per le strade, mentre il 61% non può gioire, perché si sente partecipe della sofferenza del popolo ucraino, martoriato dagli aggressori russi. Non è cambiato, invece, il significato del Natale. Per la maggior parte degli intervistati, ieri come oggi, è la “festa della pace e della riconciliazione”. Il 78% la pensa così, ma nel 2012 lo pensava il 90%.

Il significato religioso originario del Natale è tuttora presente. Per tre quarti degli intervistati in questa giornata si commemora la nascita di Gesù. Le percentuali variano: sale al 95% tra i cristiani praticanti; è all’83% tra i cattolici soltanto all’anagrafe; scende al 49% tra gli agnostici. Ma tra questi ultimi, la metà pensa che Cristo non sia mai esistito e sia soltanto un personaggio della fantasia.

Natale cristiano o Natale laico? Qual è il rapporto tra gli austriaci e la Chiesa cattolica? Molto, molto critico. Soltanto il 3% ritiene che questa istituzione riesca a dare le risposte giuste agli interrogativi del nostro tempo. E alla domanda su quali motivi di gioia proponga quest’anno il Natale, due terzi degli intervistati risponde: la riapertura dei mercatini e dei chioschi per la mescita del punch.

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