Sabato 18 Maggio 2024

La guida dell’Austria del Touring Club Italiano riserva 25 pagine alla Carinzia. Lo spazio non è maggiore in altre guide sull’Austria. Certo, ci sono intere biblioteche dedicate alla Carinzia, ma in lingua tedesca. Il turista italiano che voglia visitare la Carinzia e che non conosca la lingua tedesca deve accontentarsi di quelle poche paginette.

La Carinzia confina con l’Italia ed è il Land austriaco più frequentato dagli italiani, soprattutto dagli italiani del Nordest, che possono recarvisi in giornata e alla sera fare ritorno a casa. Eppure a nessun editore italiano è venuto in mente di dedicargli una guida che dica qualcosa di più di quel breve capitolo del Touring Club. Di conseguenza la maggior parte degli italiani conoscono della Carinzia i poli sciistici (non tutti, soltanto Pramollo e Bad Kleinkirchheim), i mercatini di Natale, il Wörthersee e nient’altro.

A colmare il vuoto ci ha pensato ora l’editore tedesco Emons, che ha deciso di ripubblicare in versione italiana la stessa guida sulla Carinzia già uscita in lingua tedesca. Gli autori sono due nostre vecchie conoscenze: Franz Hlavac e Gisela Hopfmüller, marito e moglie, entrambi fino a qualche anno fa giornalisti di punta dell’Orf, l’emittente televisiva pubblica austriaca.

Li chiamiamo “vecchie conoscenze”, perché sono ormai per metà italiani, visto che gran parte del loro tempo libero lo trascorrono a Varmo, dove una quindicina di anni fa hanno comprato casa. Sono innamorati di questa terra e a questa terra hanno dedicato nel corso degli anni ben sei libri, per raccontarne ai loro connazionali la storia, l’arte e la gastronomia. Alcuni sono diventati dei bestseller, venduti anche in Germania. In questo blog qualche tempo fa li avevamo definiti “ambasciatori del Friuli Venezia Giulia”, perché il loro lavoro è servito a far conoscere questa regione nell’area tedescofona più di qualsiasi campagna promozionale.

L’ultima fatica di Hlavac e Hopfmüller è stata rivolta alla Carinzia, con la guida sul Land uscita in lingua tedesca nella collana dell’editore Emons famosa per i titoli dei suoi volumi sempre uguali (“111 luoghi… che devi proprio scoprire”) e per la struttura grafica (una pagina per ciascuno dei 111 luoghi da scoprire, affiancata da una seconda pagina con foto e informazioni utili del luogo). La collana comprende finora 721 guide, che spaziano da New York a Istanbul, da Parigi a Barcellona, da Città del Capo a Berlino, da Sydney a Losanna. Vi ritroviamo anche numerosissime città italiane, tutte con “111 luoghi che dobbiamo proprio scoprire”.

Ora all’elenco si aggiunge questa guida della Carinzia ed è certamente merito degli autori aver convinto l’editore Emons a pubblicarne anche la versione nella nostra lingua. Per gli italiani che ne usufruiranno rappresenterà un’autentica scoperta di un mondo a noi così vicino e così inspiegabilmente sconosciuto. Consentirà soprattutto di ritrovare legami antichi, che i confini politici avevano nel tempo reciso. Per esempio nella storia del castello di Spittal, legato alla famiglia dei conti Porcia della Destra Tagliamento. O nel santuario di Maria Luggau, meta di pellegrinaggi dalla Carnia e dal Sappadino, come testimoniano le icone della Madonna sparse in territorio italiano dal Passo Siera alla Val Sesis.

Ieri sera la guida “111 luoghi della Carinzia che devi proprio scoprire” è stata presentata nell’aula consiliare del Comune di Varmo, “patria adottiva” dei due giornalisti austriaci” (ne avevamo dato l’annuncio mercoledì scorso). Hlavac e Hopfmüller hanno parlato davanti a una sala gremita, intervistati da Corrado Liani. Incontri del genere dovrebbero essere riproposti anche in altre città dalla regione, a cominciare dai capoluoghi di provincia. La cosiddetta euroregione dell’Alpe Adria può crescere soltanto attraverso una migliore e più diffusa conoscenza reciproca. Altrimenti resterebbe limitata alle élite politiche di queste regioni di confine.

NELLA FOTO, gli autori della prima guida in lingua italiana sulla Carinzia, Gisela Hopfmüller e Franz Hlavac.

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