Sabato 18 Maggio 2024

22.03.10 Johannes Rauch e Karoline EdtstadlerDa ieri l’obbligo vaccinale è stato cancellato dall’agenda del governo austriaco: non solo non saranno multati i renitenti (era prevista una sanzione di 600 euro, replicabile ogni tre mesi in caso di ripetuta trasgressione), ma non ci sarà più nemmeno l’obbligo di legge. Una legge che aveva fatto dell’Austria l’unico Paese in Europa in cui la vaccinazione contro il Covid-19 fosse obbligatoria per tutti i residenti al di sopra dei 18 anni, salvo poche eccezioni (donne in stato di gravidanza, persone affette da specifiche patologie).

La decisione di costringere i cittadini austriaci a ricevere il vaccino era stata presa in novembre, in una riunione del governo federale e dei governatori dei nove Länder, tenutasi insolitamente all’Achensee, in Tirolo. Era stata una decisione unanime e aveva ottenuto l’approvazione anche di due dei tre partiti di opposizione, Spö e Neos, perché la situazione nel Paese in quel momento era drammatica, con una esplosiva incidenza di nuove infezioni e gli ospedali e le terapie intensive al collasso. Soltanto l’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista, si era dissociato, facendosi paladino dei no-vax.

L’entrata in vigore del provvedimento, tuttavia, era stata rinviata a febbraio, per la necessità di predisporre un provvedimento di legge inattaccabile sul piano costituzionale, essendo prevedibili ricorsi a valanga alla Corte suprema. I tempi tecnici dell’esame in consiglio dei ministri, nelle commissioni, nelle consultazioni esterne e quindi nell’aula del Parlamento e poi in quella del Bundesrat avevano fatto slittare l’entrata in vigore al 4 febbraio. Ma per consentirne un avvio soft era stato anche previsto che i contravventori non sarebbero stati subito sanzionati, ma soltanto ammoniti ed esortati a porgere il braccio ai centri di vaccinazione. I controlli di polizia, inizialmente soltanto occasionali, sarebbero incominciati soltanto dopo il 15 marzo.

Nel frattempo la situazione epidemiologica è cambiata in meglio. Soprattutto si è drasticamente ridotto il numero dei posti letto occupati negli ospedali e nelle terapie intensive. Alla luce di questo stato di cose, la commissione di medici e giuristi appositamente istituita dal governo per valutare le esigenze di salute pubblica e contemporaneamente quelle delle libertà personali tutelate dalla Costituzione ha espresso ieri il parere che l’obbligo vaccinale non fosse più giustificato. Non che vaccinarsi non fosse più considerato il rimedio più utile per combattere il Covid-19, ma che non fosse necessario imporne l’obbligo.

Il governo ne ha preso atto, come aveva preannunciato, e nella tarda mattinata il nuovo ministro della Salute, Johannes Rauch, e la collega Karoline Edtstadler, ministra per gli Affari costituzionali, ne hanno dato comunicazione alla stampa. Il governo si è quindi attenuto alle indicazione dei commissari, con una sola differenza: questi non chiedevano di abrogare la legge, ma soltanto di sospenderne le sanzioni a tempo indeterminato, in maniera che l’obbligo vaccinale potesse essere ripristinato in qualsiasi momento, nella temuta eventualità che si presenti una nuova ondata epidemica, magari con una nuova variante del virus.

I ministri, invece, hanno preferito l’abrogazione definitiva. Il perché ancora non è chiaro, ma la spiegazione più probabile è che in questo modo si sia voluto evitare una congestione di ricorsi per illegittimità costituzionale. Se la legge non esiste più, non c’è più nulla contro cui ricorrere. In caso di necessità, qualora nei prossimi mesi o all’inizio dell’autunno i contagi dovessero pericolosamente aumentare, si provvederà a ripristinare l’obbligo vaccinale, avvalendosi di un semplice decreto, da sottoporre preventivamente all’approvazione della commissione principale del Parlamento, dove tutti i gruppi politici sono rappresentati.

 

NELLA FOTO, il nuovo ministro della Salute, Johannes Rauch, alla sua prima conferenza stampa sul Covid-19, e la ministra per gli Affari costituzionali, Karoline Edtstadler.

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